Recensione “Cleopatra, la schiava dei Romani”, Giuseppe Lorin, Bonfirraro Edizioni

Recensione “Cleopatra, la schiava dei Romani”, Giuseppe Lorin, Bonfirraro Edizioni

Il mondo dell’editoria da tempo immemorabile si è occupato della figura di Cleopatra ma il volume edito dalla Bonfirraro Edizioni rispetto agli altri ha una marcia in più.

È un saggio? Sì. È un romanzo? Anche, nel senso che si legge bene come un romanzo, ma con il contenuto non è in alcun modo frutto di fantasia.

La prefazione è curata da Stéphane Černetić, mentre l’introduzione porta la firma di Noureldeen Abdallah e il lavoro è il frutto degli studi  di Giuseppe Lorin.

Il libro, correlato da diverse immagini sparse qua e là, offre al lettore, lungo le sue quattrocento pagine, un’immagine di Cleopatra magari un po’ diversa da quella che la Storia ci ha abituato.

Ovviamente questo discorso vale per tutti coloro che non si sono mai avvicinati in maniera approfondita e oggettiva a Cleopatra, cosa che invece permette di fare questo libro.

L’opera di Lorin offre un lavoro minuzioso e completo che permette di inquadrare a trecentosessanta gradi la regina dell’Egitto da un lato della medaglia e “schiava” dei Romani dall’altro.

Figura affascinante e a mio avviso ipnotica ma allo stesso tempo sempre in equilibrio tra determinazione e fragilità, Cleopatra ha passato i secoli senza mai perdere “popolarità”, è una delle pochissime figure femminili che son state capaci di tanto.

Su di lei si è detto ogni genere di cose spesso in antitesi fra loro, che fosse un’arrivista, una seduttrice per lussuria, al punto che lo stesso Alighieri la colloca all’Inferno proprio tra i Lussuriosi, eppure le motivazioni che hanno spinto Cleopatra a fare certe scelte non le conosciamo con certezza, possiamo solo fare delle ipotesi.

Cleopatra amava più se stessa o il suo popolo?

Il volume vi permetterà di entrare nel suo mondo, a capire quello che c’era prima di lei e quello che aveva in mente.

Un libro che sicuramente piacerà anche ai fan di Alessandro Barbero perché è discorsivo e appassionante, adatto quindi a tutti i tipi di lettori.

Non fatevi spaventare nel bene o nel male dal numero di pagine, quattrocento circa, innanzitutto perché su Cleopatra si potrebbe anche scrivere un’enciclopedia a più volumi, ma anche perché quando un libro è scritto bene come questo, vorresti che non finisse mai!

Sandra Pauletto

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