Intervista a Pier Emilio Castoldi – Nevica ancora su via Baxilio

Oggi abbiamo la possibilità di intervistare un autore di cui abbiamo da poco recensito il romanzo: Nevica ancora su via Baxilio edito da Fratelli Frilli Editori

Buongiorno a Pier Emilio Castoldi come prima cosa possiamo darci del tu?
Naturalmente! È un piacere, o come si direbbe più formalmente… Nessuna obiezione vostro onore!

 

  • Con Nevica ancora su via Baxilio siamo arrivati al terzo capitolo della saga dedicata alle indagini di Dante Ferrero. Dopo aver scritto il primo capitolo: “Tortona nove corto” (2015 – Fratelli Frilli Editore) avevi già chiaro che sarebbe diventata una saga?

 

Assolutamente no! Tortona Nove corto, così come Dante Ferrero e soci, rappresentava una scommessa. La prima con un editore del calibro di Fratelli Frilli. Arrivavo dalla precedente esperienza di due gialli storici con protagonisti seriali ma consideravo questa nuova avventura come un’incognita.

Fortunatamente l’esperimento era riuscito, il paziente (Ferrero) non era morto, e i riscontri più che lusinghieri avevano spinto il compianto Marco Frilli a blandire il ”narciso” che alberga in ogni scrittore a proseguire la saga. Potevo esimermi?

 

  • Le vicende di Dante si svolgono per lo più a Tortona se escludiamo la puntatina a Voghera per il secondo romanzo (Voghera nebbie mortali – Fratelli Frilli editore). Come mai hai voluto ambientare all’ombra della Madonna della Guardia le vicende di Dante Ferrero?

La ”location” (adesso usa dire così) si presta particolarmente. Visit Tortona! suggerirei se esistesse l’Ente Promozione Turismo Tortona.
In realtà per due ragioni: la prima è che, forte del proverbio: scrivi come mangi, preferisco ambientazioni a me familiari dove muovere storie e personaggi e un po’ (la seconda) perché mi ero/sono stufato dei soliti noir ambientati in aree metropolitane, decidendo di provincializzare questo genere di letteratura, considerato che molti ed eclatanti casi di cronaca vengono spesso compiuti in piccoli centri.

  • Emilio Castoldi com’è nato il tuo personaggio principale? Per quanto riguarda il resto dei protagonisti, hai preso spunto da persone reali o sono tutto frutto della tua fantasia?

 

Nasce essenzialmente come un NON personaggio. L’idea era quella di uscire dal ”fenotipo” classico del detective (ispettore, commissario, investigatore privato) considerandolo un settore particolarmente, e ottimamente, trafficato. Da qui l’intuizione di ipotizzare una figura curiosa di mestiere (un giornalista?) ma fuori da esperienze e pratiche investigative (di provincia). Intraprendente ma anche discretamente imbranato. Quel tanto da farne un detective dal profilo umano, uno de noartri decisamente lontano dal supereroe bello e impossibile. Ferrero in questo si contraddistingue per un pregio e mille difetti. E poi, dove lo si trova un altro detective che scorrazza con uno scooter malandato o addirittura in bicicletta?

 

  • Mi sono fatto l’idea che il massiccio utilizzo del dialetto locale sia quasi una sottolineatura del fatto che non ci troviamo nella chiassosa e frenetica realtà delle grandi città ma bensì nella più sommessa realtà della provincia italiana. Quanto ritieni essere importante il fatto di usare le forme dialettali all’interno dei romanzi in genere? Quanto aggiunge per te l’utilizzo del dialetto all’intera struttura dei tuoi gialli?

 

Orpo!!!! Addirittura ero convinto di averne contenuto l’uso alle dosi consentite. Lo stretto necessario. Ahimé scusatemi! Non era mia intenzione utilizzare il dialetto se non in qualche intercalazione sul genere ”boja fauss”. Devo essermi lasciato prendere la mano e me ne dolgo. Altri, ed enormemente ben più bravi del sottoscritto, sono riusciti a fare del dialetto una forma linguistica caratterizzante il romanzo, mentre nel mio caso il tutto va ridotto alla sola funzione di espressione territoriale.
Riguardo alla citazione da voi evidenziata sulla ”più sommessa realtà della provincia italiana”, svelerò un segreto; uno dei primi gialli che ebbi modo di leggere (perché altre erano allora le mie letture) fu: Ritratto di provincia in rosso di Paolo Levi (poi trasposto cinematograficamente col titolo di Al piacere di rivederla con Ugo Tognazzi). Romanzo che mi colpì proprio per la vicenda narrata con tratto ironico e crudele di un microcosmo provinciale, descritto con una mano sapiente e leggera. Chissà se arriverò mai a fare altrettanto?

  • Ho trovato curioso il fatto che le avventure di Dante si svolgano sempre in un periodo tra l’autunnale e l’invernale, sempre con nebbia, freddo, neve e pioggia come compagni di viaggio. Come mai hai preferito questa atmosfera per i suoi thriller?

 

Beccato in castagna! (tanto per restare in stagione). È vero, ma ho rimediato. Il prossimo sarà primaverile/estivo (sto convincendo l’editore ad una stampa con inchiostri olfattivi).
A parte gli scherzi, la ragione, per quanto banale possa apparire, è che il clima nebbioso, uggioso o freddo sembra prestarsi meglio a situazioni noir, laddove la foschia, le brume, le tinte crepuscolari alimentano chissà quali trame equivoche e misteriose. In verità è vero niente, se pensiamo alle centinaia di delitti risolti sotto il sole di Sicilia… ma io, da buon lomellino, figlio delle nebbie, quelle spesse by default… dentro queste mi muovo a mio agio.

 

  • Credi che sarà sempre impegnato a Tortona o i suoi orizzonti verranno ampliati?

 

Verranno ampliati, anche se, come dicono a Roma: nun t’allargà! (leggasi sopra alla voce scrivi come mangi). Verranno ampliati, dicevo, con qualche capatina presso un Golf Club e in qualche città più popolosa (del resto in Nevica ancora su via Baxilio, Ferrero già si è spinto fin nella metropoli lombarda con exploit a Linate!!).
Non è escluso che nel prossimo giallo (bonitatem Frilli pubblicando) il nostro Dante non si spinga addirittura in terra d’Albione.

 

 

  • Secondo il tuo punto di vista un personaggio come Dante Ferrero potrebbe ambire ad essere portato alla ribalta della fiction televisiva? Secondo te quale attore si avvicinerebbe di più al Ferrero che hai in mente? Ed eventualmente quali sarebbero gli interpreti più adatti per Gaeta e Mercedes?

 

La domanda, che mi è stata già posta altre volte, la trovo divertente. Ma mi fermo lì.
Pragmaticamente mi definisco un tipo che ama ”volare alto rasoterra” e quindi la considero un’eventualità tanto remota quanto improbabile, e conseguentemente un sogno che non mi ha ancora sfiorato.
Del resto, ben più talentuosi autori penso abbiano diritto a vedere le loro opere riprodotte cinematograficamente, così come è già stato per molti eccellenti scrittori che personalmente conosco.
Potrei cavarmela elegantemente dicendo che nelle vesti di Ferrero vedrei molto bene un giovane GianMaria Volontè o Mastroianni e non altri, così come nel ruolo di Gaeta un Gassman (Vittorio) d’annata, mentre in quello di Mercedes la strepitosa Claudia Cardinale de La ragazza con la valigia del ’61, e dato che ovvie ragioni la cosa non pare praticabile, suggerirei di abbandonare l’ipotesi e pensare ad altro.

 

  • Ti ringraziamo per la disponibilità, aspettando la prossima avventura di Dante e la sua squadra!

Sono io a ringraziare la redazione tutta de ”I gufi narranti” per l’opportunità concessa, congedandomi con un: Arrivederci a presto con una nuova avventura di Dante Ferrero & Co.

David Usilla

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