Intervista a G. Maimone, D. Pappalardo, P.Varalli, Andrea B. Ferrari

Intervista a G. Maimone, D. Pappalardo, P.Varalli, Andrea B. Ferrari

Abbiamo da poco recensito la raccolta “Odio l’estate” edito da Todaro Editore. Abbiamo ora l’opportunità di intervistare gli autori. Grazie a tutti per aver accettato l’intervista, vediamo di conoscerci meglio con qualche domanda

 

Intervista a Giorgio Maimone

 

Giorgio Maimone
Giorgio Maimone

D: Perché avete deciso di partecipare a questa antologia?

 

Mah, a dire il vero io “preesisto” all’antologia, nel senso che sono l’unico superstite del progetto originale che è partito da Oscar Logoteta, Luigi Vergallo e da me che lo abbiamo proposto all’editore. La compagnia gradatamente è cambiata, ma sono tutti ottimi autori e veri amici. Quindi, come sottrarsi?

 

D: Qual è il vostro reale rapporto con l’estate?

 

Un rapporto ambiguo. Non odio l’estate, ma nemmeno la amo. Per me estate è soprattutto un tempo di separazione e di attesa. Non è la vita vera, ma un succedaneo. E’ come il Nescafè, rispetto a una buona miscela arabica.

 

D: Quale difficoltà incontrate nello scrivere un racconto rispetto al romanzo?

 

C’è da puntualizzare, e forse non lo facciamo a sufficienza, che questi non sono racconti, ma tecnicamente novello o romanzi brevi: 80 mila o 100 mila battute non sono uno scherzo. Devo dire che è un dimensione che mi piace molto. Mi trovo a mio agio e credo che possa essere soddisfacente anche il lettore. Da lettore devo dire invece che i racconti di un paio di pagine a me procurano più irritazione che altro.

 

D: Le canzoni prima del racconto sono solamente legate e collegate al racconto stesso, oppure hanno per voi un valore particolare?

 

Le canzoni sono come una radio accesa la cui musica si sente uscire dalle finestre aperte. E’ la colonna sonora che immediatamente ti porta nell’epoca prefissata. Scrivendo di quattro decenni diversi: dagli anni ’60 al 2000, si ha l’occasione di fare una bella cavalcata all’interno dellle variazioni della musica pop, quella che soprattutto passa per radio.

 

D: State lavorando a qualche nuovo progetto singolarmente o assieme?

 

Progetto assieme aspettiamo solo il via libera dall’editrice: personalmente sarei felice di andare avanti anche perché sono curioso di vedere come evolveranno i personaggi (i bei personaggi) inventati dagli altri amici scrittori. Singolarmente mi è appena uscito un libro nuovo “La lista di Adele” (Frilli), scritto con Erica Arosio e sono in attesa di pubblicazione di un altro volume entro fine anno, tre antologie di racconti e una serie di originali audio di cui per ora non posso dire molto di più.

 

 

Intervista a  Davide Pappalardo

Davide Pappalardo
Davide Pappalardo

D: Perché avete deciso di partecipare a questa antologia?

Quando Veronica Todaro mi ha chiesto un racconto per Odio l’estate ho accettato con entusiasmo e passione. Mi piace far squadra e mi piacciono gli altri autori e la casa editrice. Inoltre, visto che mi sono stati assegnati gli anni ’70 avevo già pronto il personaggio, il mio Libero Russo che ho già utilizzato in due romanzi. Come facevo a dir di no?

D: Qual è il vostro reale rapporto con l’estate?

Il mio è un rapporto di odio e di amore. L’estate mi piace perché mi ricorda il tempo delle vacanze di scuola ma non sopporto il caldo umido asfissiante di Bologna, la città dove vivo.

 

D: Quale difficoltà incontrate nello scrivere un racconto rispetto al romanzo?

Nel romanzo hai la possibilità di fare conoscere i personaggi poco per volta e di giocare con trame e sotto trame. Col racconto devi far entrare subito il lettore nella storia, senza perderti in dettagli, e con poche rapide pennellate devi essere in grado di caratterizzare i personaggi. A mio avviso, più il racconto è breve e più è difficile da costruire.

 

D: Le canzoni prima del racconto sono solamente legate e collegate al racconto stesso, oppure hanno per voi un valore particolare?

Le canzoni sono legate al racconto e creano contesto. Regalano suggestioni al lettore. Tra i brani ne ho scelto uno per puro divertimento mio. Si tratta di Dune Buggy degli Oliver Onions, colonna sonora di Altrimenti ci arrabbiamo, film con Bud Spencer e Terence Hill uscito proprio negli anni del racconto. Nella mia “colonna sonora” i lettori troveranno comunque musica anche molto diversa da Lou Reed a Ornella Vanoni, da Mina alla PFM. In ogni caso tutti brani collegati agli anni di ambientazione del racconto.

D: State lavorando a qualche nuovo progetto singolarmente o assieme?

Per il momento stiamo promuovendo insieme Odio l’estate. Confido in altri progetti collettivi. Per quanto riguarda il lavoro da “solista” Sto lavorando a quello che auspico possa diventare il mio miglior romanzo. In sintesi la storia è questa: Libero Russo oggi, ormai vecchio e malato, viene costretto a tornare in Sicilia, nella sua Acireale da cui manca da parecchi anni. Dovrà cercare di recuperare una statua trafugata da un’area archeologica della zona. E così Libero se la dovrà vedere, oltre che con la cirrosi incombente, coi nipoti salutisti che lo hanno convinto a tornare, con le nuove tecnologie e soprattutto con un manipolo di razzisti che prova a usare la scomparsa per fini politici addossando la responsabilità su di un gruppo di rifugiati e con i  mafiosetti della zona che hanno tutto l’interesse a insabbiare la questione.

 

Intervista a  Paola Varalli

 

Paola Varalli
Paola Varalli

D: Perché avete deciso di partecipare a questa antologia?

 

Ho già fatto parte del “team” della precedente antologia “Quattro volte Natale”, quando l’editrice Todaro mi ha chiesto di scrivere un racconto anche per la seconda uscita (Odio l’estate) ho aderito con entusiasmo, anche perchè Marietto, virile e gommista, e Pino l’idraulico (investigatori improvvisati del borgo degli ortolani) mi chiedevano con prepotenza di tornare sulla carta!

 

D: Qual è il vostro reale rapporto con l’estate?

 

Non è che propriamente la odii, però le zanzare, il caldo eccessivo, gli insetti molesti… non me la fanno amare troppo, diciamo che peferisco le altre stagioni. Dell’estate salverei solo le vacanze.

 

D: Quale difficoltà incontrate nello scrivere un racconto rispetto al romanzo?

 

Pochissime, mi piacciono molto i racconti, sono una centometrista e adoro le storie brevi. Anche i miei romanzi si aggirano al massimo intorno alle 200 pagine. Devo confessare che pure da lettrice fatico un po’ ad affrontare “tomi” di oltre quattrocento pagine, e non solo perchè pesano e sono scomodi da leggere a letto. Ho per fortuna trovato eccezioni, per citarne uno i romanzi di Bussi, lunghi ma belli.

 

D: Le canzoni prima del racconto sono solamente legate e collegate al racconto stesso, oppure hanno per voi un valore particolare?

 

Sono canzoni che girano attorno al 1985, epoca in cui si svolge il mio racconto lungo “Che afa fa”. Nel caso specifico fanno parte della compilation che si trova nell’auto della procace Adelaide.

 

D: State lavorando a qualche nuovo progetto singolarmente o assieme?

 

Ho consegnato un romanzo nuovo, la terza avventura delle “squinzie” le mie “personagge” seriali all’editore e, a Frilli piacendo, uscirà in autunno. Invece relativamente a un nuovo progetto collettivo con i soci Pappalardo, Maimone e il mitico Trio… chissà… sarebbe bello continuare a raccontare le “gesta” del barista Viliam e dei suoi avventori!

 

Intervista a  Andrea B. Ferrari per il Trio

D: Perché avete deciso di partecipare a questa antologia?

Avendo già partecipato alla precedente edizione: Quattro volte Natale, il seguito ci è sembrato un ottimo modo per chiudere il cerchio aperto con il primo racconto. In questo modo abbiamo completato una sorta di romanzo in due puntate.

 

D: Qual è il vostro reale rapporto con l’estate?

L’estate è la stagione nella quale si reificano, in modo più o meno soddisfacente, le promesse della primavera. Quindi, da noti ottimisti e disillusi quali siamo, viviamo l’estate come una lunghissima “Sera del dì di festa”.

Caldo e zanzare a parte, ci piacciono le angurie e le mezze anguri, le vacanze e la possibilità di percorrere le strade della città in modo più leggero e quindi più attento.

 

D: Quale difficoltà incontrate nello scrivere un racconto rispetto al romanzo?

La forma racconto necessita di maggiore attenzione e di una pianificazione più attenta rispetto al romanzo. Detto questo, quando hai buone storie il lavoro è sempre un piacere.

 

D: Le canzoni prima del racconto sono solamente legate e collegate al racconto stesso, oppure hanno per voi un valore particolare?

In questo racconto abbiamo mischiato canzoni funzionali alla narrazione, e molto legate al periodo storico, con canzoni di quegli anni che per noi hanno ancora adesso un grande significato. Ai lettori indagare e stabilire quali.

 

D: State lavorando a qualche nuovo progetto singolarmente o assieme?

Stiamo promuovendo il nostro nuovo libro I MILANESI NON ESISTONO e stiamo pianificando nuove e mirabolanti avventure in trio e da soli. State connessi e ne leggerete delle belle!!!

 

 

Grazie mille a tutti per la disponibilità. Arrivederci a presto sulle pagine dei Gufi narranti

 Sandra Pauletto 

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