Il verso dell’ assiolo – Davide Pappalardo – Pendragon

Il verso dell’ assiolo – Davide Pappalardo – Pendragon

Chi tra i nostri lettori conosce Davide Pappalardo da tempo, sa quanto la sua scrittura, riconoscibile un marchio di fabbrica, sia  maturata nel corso delle sue opere, che potete trovare recensite in archivio. 

Il nuovo romanzo di Davide Pappalardo edito da Pendragon editore ne è la conferma.

 “Il verso dell’assiolo” è un’altra tappa della consacrazione dell’autore nella categoria gialli e noir.

“Dove c’è Barilla c’è casa” recitava un vecchio spot che volendo scimmiottare ed adattare all’occasione diventa: “Dove c’è Pappalardo c’è Sicilia”,  ma questa volta la sua penna e la trama del suo romanzo, gli fanno percorrere idealmente tutto lo Stivale per arrivare, addirittura, in Slovenia, che per una triestina come me è praticamente due passi da casa.

Il verso dell’assiolo gioca sul binario delle possibilità: quante possibilità ci sono che possa accadere una cosa per quanto improbabile sia? e volendo credere che l’improbabile diventi reale,  come potrebbero andare le cose?

Se ti dicessi che proprio mentre degli amici fanno gli scemi indossando la maschera di un politico americano ( e scommetto che l’autore non ha scelto quel personaggio solo perché gli piaceva il suono del cognome nella storia….) non troppo lontano, un atto delittuoso viene compiuto proprio indossando analoghe maschere?

Ma non è tutto qui, con Pappalardo non è mai tutto qui.

C’è tanto ne: “Il verso dell’assiolo” e tra quel tanto c’è un velo di nostalgia, attribuibile sì ai protagonisti, ma io intuisco e credo essere anche molto autobiografico nonché comune a tanti lettori, che come Pappalardo hanno il coraggio di prendere consapevolezza del tempo che passa e buttare uno sguardo indietro, cosa spesso scomoda per molti.

Ok e ora basta così?  No, non basta ancora, non basta mai.

Nelle pagine del romanzo c’è anche spazio per inserire un fatto storico, relativamente recente, di cui conservano viva memoria i siciliani e che gran parte del resto d’Italia ha dimenticato, posto che ci sia mai stato un tempo in cui l’abbia saputo, ma l’Italia si sa è fatta di piccoli orticelli…

 È un giallo quindi? si è un giallo, ma di quelli buoni, dannatamente buoni, che del giallo coprono il maggior numero di sfumature possibili e che una volta finito di leggere ti verrebbe voglia di contattare l’autore per chiedergli:

“ Stai già lavorando al prossimo libro, vero?”

Perché noi, che amiamo il giallo, quello introspettivo ma d’azione, quello che: sì ok c’è il morto, ma non è la sola cosa interessante, abbiamo sempre bisogno di storie nuove di storie così…

 così come volete sapere?

Semplice: di storie alla Pappalardo.

Sandra Pauletto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.