Il patto di Rocca Irsina di Mario Sergio Guerrisi (Dialoghi)

Il patto di Rocca Irsina di Mario Sergio Guerrisi (Dialoghi)

 

In sella alla sua Triumph Bonneville, detta Bonnie, il commissario Demetrio Rivolta attraversa l’Italia dopo essere stato trasferito da Milano al paesino di Rocca Irsina, incantevole borgo in provincia di Matera. Questo è l’inizio del nuovo, splendido, romanzo di Mario Sergio Guerrisi intitolato “Il patto di Rocca Irsina” (Dialoghi). La realtà in cui viene catapultato il commissario è molto diversa da quella a cui era abituato e per certi versi non è neanche detto che sia una cosa negativa. Certo la frenesia a cui era abituato nella grande metropoli lombarda deve lasciare il passo ai ritmi molto più lenti e cadenzati del piccolo borgo lucano. Fin dai primi passi mossi nel nuovo commissariato Demetrio, detto Deme, mostra subito quella che è la sua umanità e la sua grande voglia di fare gruppo con i colleghi che non fanno fatica ad entrare in sintonia con lui. Sicuramente in Gerardo Licheri, detto Gegè, vicecommissario della stazione di Rocca Irsina, trova fin dai primi momenti un buon collaboratore ed un buon amico. Questo clima molto rilassato e tranquillo viene però squarciato da un episodio sulle prime abbastanza irrilevante, soprattutto per chi è abituato alle situazioni che giornalmente scuotono Milano, e che mette in moto tutta una serie di situazioni che scombussolano il tranquillo tram tram della stazione di polizia e del paesino stesso. La cornice noir, fatta di indagini, di arresti, di pedinamenti e di appostamenti, contiene al suo interno una tela in cui sono pennellate storie d’amore, di amicizia, di rispetto, di tradizioni, di conflitti interiori, di contraddizioni ma soprattutto storie di grande umanità. Guerrisi ci racconta molto della vita vissuta da Demetrio Rivolta prima che il destino lo portasse fino a Rocca Irsina. Ci racconta dei conflitti con il padre che per lui aveva ben altre ambizioni che non fossero quelle di diventare un servitore dello stato, di esperienze vissute fuori dall’Italia che lo hanno fatto crescere molto, di come si sia arrivati al suo trasferimento da Milano alla Basilicata. Attorno a Demetrio ruotano una serie di personaggi molto interessati e tutti molto ben caratterizzati sia da un punto di vista psicologico che fisico. Di ognuno di essi abbiamo un ritratto preciso, impariamo a conoscerne la storia, a capirne le reazioni e gli stati d’animo, a provare empatia. C’è una figura che aleggia lungo tutta la storia e che in un certo senso conserva fino alla fine, e anche oltre a mio avviso, un’aura di mistero destando nel lettore una forte curiosità. Questa figura è il cane Rocco, un randagio che è pian piano diventato la mascotte del paese che si affeziona al nuovo commissario in maniera molto forte tanto che tra i due nasce una grande amicizia se così si può dire. Ovviamente essendo un romanzo poliziesco non manca di colpi di scena, di suspense, di indagini, di intrighi e di malavita il tutto orchestrato in maniera magistrale dall’autore. Credo che personaggi Laura, Anna, la signora Maes, gli amici milanesi di Demetrio ed i suoi collaboratori in divisa, non potranno non trovare un posto nel cuore del lettore. Normale provare un po’ di malinconia quando alla fine bisogna, nostro malgrado, salutare i protagonisti del romanzo sperando che sia solo un arrivederci e non un addio. A mio avviso Demetrio Rivolta è un personaggio molto ben riuscito che credo possa ancora dare molto, che abbia ancora molto da raccontarci come secondo ma hanno molto da raccontarci anche altri personaggi che hanno fatto capolino lungo il corso del racconto. Credo che ci possano essere tutte le basi per costruire un saga davvero molto interessante.

 

David Usilla

 

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