RECENSIONE: “LA PIAZZA” – ANGELA VECCHIONE – ROBIN EDIZONI.
Angela Vecchione fa il suo esordio come scrittrice con il suo romanzo: “La piazza”, edito dalla Robin Edizioni. Un’ottima opera prima. La figura centrale attorno a cui ruota tutto è Rosa una donna a cui la vita ha riservato più ombre che luci, più lacrime che sorrisi.
Rosa conosce la violenza perché il mondo e la realtà in cui vive è violenza, di gesti e parole. Diversi personaggi le ruotano attorno e tutti hanno un fardello da portare. Un microcosmo di malaffare nella Napoli del 1985 è il mondo di Rosa e dei protagonisti de “La piazza”.
Angela Vecchione narra queste storie in maniera magistrale, in maniera cruda ma garbata, riuscendo a rendere a pieno le atmosfere che vuole raccontare, tanto che il lettore può percepire gli odori fetidi dei vicoli più malfamati, le urla e gli schiamazzi della gente che frequenta la piazza, le sofferenze che graffiano l’anima dei protagonisti, il sudiciume di certi giacigli che i senzatetto considerano casa.
Si potrebbe dire che è un libro che non solo si legge, ma che si sente, si vede, si annusa, è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e che fa si che il lettore si senta esso stesso parte del romanzo.
Avvicinatevi alla piazza in punta di piedi pronti a entrare in una realtà tesa e difficile come in un pugno nello stomaco. Un mondo purtroppo reale che alcuni hanno vissuto e altri stanno vivendo, perché la vita è spesso complicata, e a volte, a Napoli, lo è di più.
Diapositive di squarci di vita quelle che Angela Vecchione racchiude ne “La piazza” e che racconta attraverso una moltitudine di personaggi, maschili e femminili, dalle quali vite travagliate non possiamo non imparare una lezione bella o brutta che sia.
Complimenti ad Angela Vecchione che si è presentata con il suo primo romanzo affrontando una serie di tematiche tutte non facili ne edificanti, senza mai cadere in quel sentimento si stucchevole pietà.
Il volume è stato proposto per la LXXV edizione del Premio Strega 2021
David Usilla