Blue night. Proverbiali omicidi al tempo del Covid di Giulio Bruno (Dialoghi)

Blue night. Proverbiali omicidi al tempo del Covid di Giulio Bruno (Dialoghi)

 

Poco più di due anni sono passati da quando, con il dpcm del 9 marzo 2020, il governo decise che per provare ad arginare l’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da Covid 19 era necessario di fatto far restare i cittadini italiani nelle proprie case limitandone in maniera drastica ogni spostamento. Ci ricordiamo di quei giorni in cui eravamo come in stand by, le nostre città, i nostri quartieri, le nostre vie erano avvolte da un silenzio irreale, le piazze desolatamente vuote, sembrava che il film della nostra vita fosse stato messo in “pause”. Ci ricordiamo le paure, il senso di impotenza, il timore per quello che sarebbe potuto essere il futuro, il senso di angoscia e di vuoto. Questa atmosfera, queste sensazioni ci vengono raccontate in maniera perfetta da Giulio Bruno nel suo nuovo noir, “Blue Night. Proverbiali omicidi al tempo del Covid” (Dialoghi). Lo sfondo è una Cosenza nel pieno del lockdown, nella quale sono spariti i rumori, il traffico, la grida festanti dei bambini, dove insomma si è smesso di vivere una vita normale. Qualcuno però non può oziare tra le mura domestiche, qualcuno deve comunque uscire di casa e lavorare, si tratta dell’ispettore Luca Giannitteri che ancora una volta dovrà dare fondo a tutto il suo intuito e alla sua sagacia per venire a capo di una serie di delitti quanto mai inquietanti. Durante l’indagine non mancano i riferimenti a quei giorni che ancora ricordiamo, ai “#Andrà tutto bene”, i “#Ce la faremo”, i “#io resto a casa”, i bollettini epidemiologici, alla carovana di camion militari che a Bergamo trasportavano le salme dei defunti, ai furbetti dell’autocertificazione farlocca, e tutto il resto delle storie di quei giorni. Alla fine grazie anche alle intuizioni dell’amico Federico Marcillei riuscirà a chiudere il caso anche se le difficoltà non mancheranno, anche se il contesto non sarà proprio suo alleato e anche se dovrà scontrarsi con superiori poco accondiscendenti e testimoni spesso un po’ reticenti. Oltre a parlare dell’Italia al tempo del lockdown ci sono sul piatto anche altri temi di grande attualità come la discriminazione verso gli omosessuali che pur accennati in brevi passaggi del libro viene comunque ben evidenziata. È un libro dalla trama robusta, credibile, molto ben ordita e molto ben sviluppata, la scrittura è molto fluida e scorrevole ed i personaggi sono tutti molto ben delineati e caratterizzati, di ognuno ci viene restituito quadro psicologico ed emotivo così preciso e puntuale da farceli davvero apprezzare appieno. Un libro da leggere assolutamente anche se inevitabilmente riporta il lettore ad un periodo recente della nostra vita particolarmente provante. C’è una frase verso la fine del libro che a me ha colpito molto: “Il tempo avrebbe rimarginato le ferite dell’anima, il Covid sarebbe stato un brutto ricordo e la normalità, prima o poi, avrebbe di nuovo prevalso. Sarebbero rimaste le cicatrici come memoria di un tempo terribile e lontano. Per gli uomini e per quel giovane. Quelle, le cicatrici, avrebbero lasciato il loro segno indelebile per l’eternità.”. Ad oggi non so se quelle ferite si siano ancora rimarginate, sicuramente stiamo facendo qualche passo per tornare, se mai si potrà davvero tornarci, a quella normalità che ad ora è solo un ricordo però sicuramente libri come questo ci aiutano forse a fare un po’ la pace con quei giorni.

 

David Usilla

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