Intervista a: Alessandro Vizzino e Simone Pavanelli – “L’ombra del Lupo Grigio” –

Intervista a: Alessandro Vizzino e Simone Pavanelli – “L’ombra del Lupo Grigio” –  Mursia

Alessandro Vizzino  Simone Pavanelli

Abbiamo da poco recensito “L’ombra del Lupo Grigio” (Mursia) di Alessandro Vizzino e Simone Pavanelli e abbiamo ora il piacere di scambiare quattro chiacchiere con gli autori per approfondire i temi principali del libro e farci raccontare qualcosa dei loro futuri progetti.

Buongiorno Alessandro e Simone, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darvi del tu se per voi, ovviamente, non è un problema.

  • Di solito, quando intervisto un autore per la prima volta, amo farmi raccontare da lui qualcosa di sé, di quella che è la sua vita al di là della scrittura. Vi va di farci un breve ritratto di voi?

SIMONE: Comincio io. Sono un operaio metalmeccanico e ho sempre adorato leggere e suonare. Nel 2007 ho cominciato a scrivere una sorta di romanzo (che non pubblicherò mai) che ha avuto il merito di togliere un tappo tanto da far fluire storie che ho voluto raccontare. Con questo libro sono a nove pubblicazioni ma ne ho scritti molti di più.

ALESSANDRO: Vivo di scrittura e ne sono felice, dato che sono un editore e un editor, oltre che un webmaster e un organizzatore di eventi letterari (e non solo). Insomma, vivo nel mondo delle lettere e ogni tanto, quando gli impegni quotidiani me lo permettono, scrivo e pubblico anch’io i miei romanzi. E con questo sono al sesto.

  • Per Valentino Mastro questa è la seconda avventura, infatti lo vedemmo all’opera già nel romanzo “La zanzara dagli occhi di vetro (Mursia). Mentre il primo romanzo è a firma solo di Alessandro, per questo secondo atto si è aggiunta la penna di Simone. Come nasce l’idea di questa collaborazione e come è stato lavorare assieme?

SIMONE: Io e Ale ci conosciamo da più di dieci anni ed è stato lui a farmi uscire dall’anonimato pubblicando cinque miei romanzi. Quindi conosce perfettamente la mia mente malata e ha pensato di unire le forze per questo capitolo su Valentino Mastro. Non ho mai scritto a quattro mani ma ammetto che è stata un’esperienza incredibile. Mai una litigata, mai un compromesso… ci siamo confrontati solo per la buona riuscita del libro sentendoci quasi tutti i giorni. Se poi siamo riusciti a fare un buon lavoro… beh, lo decideranno i lettori.

ALESSANDRO: Non posso far altro, con poca fantasia ma sicura sincerità, che associarmi a quanto detto dal mio amico Simone.

  • Il titolo del libro è “L’ombra del lupo grigio. Le tante facce di Hitler nello specchio di Valentino Mastro”. Ci spiegate cosa significa?

 

SIMONE e ALESSANDRO: Già dal titolo s’intuisce che c’è qualcosa che riguarda Hitler e la Seconda Guerra mondiale. Nello specifico un diario, scritto da un polesano portato in Germania nel 1938, che accompagnerà i protagonisti in questa indagine. Ma non possiamo svelare di più per non rovinare la lettura del romanzo a chi vorrà intraprenderla.

 

  • I due protagonisti di questo romanzo sono sicuramente Valentino Mastro e Rachele Furlan, romano lui e rovigotta lei. Sono due personaggi costruiti davvero bene, molto ben caratterizzati. Vi va di descriverceli dal vostro punto di vista?

SIMONE: Attenzione! Rachele è rodigina, non rovigotta. Il secondo termine è di solito usato in maniera dispregiativa. A parte questo, Valentino è già stato incontrato dai lettori ne “La zanzara dagli occhi di vetro”, ma qui subirà un cambiamento anche a fronte della sua collaborazione con Rachele, che è un personaggio diretto e sicuro di sé. I due sono talmente diversi che sembra impossibile possano collaborare, ma ci riusciranno grazie ai loro papà, ovvero io e Ale. Già, perché con questo romanzo credo di essere diventato un po’ papà anch’io di Valentino, come Ale lo è diventato di Rachele.

ALESSANDRO: Valentino è un personaggio che, nella sua complessità e schiettezza, ha rotto un po’ gli schemi del genere narrativo, già ne “La zanzara dagli occhi di vetro”. Questo per dare sempre al lettore qualcosa di diverso, di desueto e, perché no?, di innovativo. Ne “L’ombra del lupo grigio” Valentino si è un po’ modificato, in primis perché i personaggi narrativi, a mio avviso, come le persone reali, crescono e cambiano negli anni, non restano immutabili nel tempo e nello spazio, se “veri”; in secondo luogo, perché l’arrivo di Rachele (quindi, di Simone) ne ha smussato alcuni angoli, senza renderlo però una rinnegazione di se stesso, tutt’altro.

  • La Seconda guerra mondiale è sicuramente un argomento su cui ancora non si è detto tutto, sul quale ci sono ancora cose che vanno capite e comprese. In questo libro mettete in scena un racconto diverso di quei giorni, raccontate un qualcosa che, se fosse vero, obbligherebbe una riscrittura totale dei libri di Storia. Come è nata l’ispirazione che vi ha portato a raccontarci una versione di Hitler molto particolare e abbastanza inedita?

SIMONE e ALESSANDRO: Siamo entrambi due studiosi della Seconda Guerra mondiale e delle sue varie sfaccettature, ed è per questo che ci siamo trovati bene a immaginare una storia inventata, cioè non vera ma, perché no?, assai verosimile. Non ci sono soltanto date e battaglie nella storia, ma anche lati a cui non si dà spesso il giusto peso. Noi abbiamo catturato uno di questi aspetti per raccontare qualcosa che… beh, deciderà il lettore se siamo stati troppo fantasiosi oppure, in una certa maniera, sufficientemente realisti.

  • L’omicidio del gioielliere alla periferia di Roma che in qualche modo dà il “la” al romanzo avviene in una data molto particolare: il 2 agosto 1980, data che ricorda un tragico evento storico che tutta Italia ricorda ancora oggi, l’attentato alla stazione di Bologna che tante vittime ha fatto. Come mai avete scelto proprio questa data?

SIMONE e ALESSANDRO: L’idea è partita perché, quel giorno, qualsiasi altro fatto di sangue che potesse accadere in Italia sarebbe passato in secondo piano. Per questo l’omicidio non viene risolto quell’anno. L’attenzione mediatica era rivolta da un’altra parte e le forze dell’ordine avevano a che fare con ben altre faccende. Tutto studiato a tavolino per creare una storia che attacchi il lettore alle pagine. Siamo malefici, sì… ce ne rendiamo conto.

  • In più passaggi, soprattutto per bocca di Valentino Mastro, ci sono delle forti critiche verso l’attuale stato dell’arte della politica italiana, verso quello che è il dibattito pubblico. Come vedete la situazione italiana da questo punto di vista?

 

SIMONE: Valentino rispecchia molto la disillusione politica della popolazione. Non si aspetta niente. In questo romanzo, ambientato nel 2019, abbiamo accennato alla situazione politica del momento ma senza prendere una posizione perché non è nostro compito, almeno non lo è in questo libro. Narriamo gli eventi, lasciando a Valentino il suo essere cinico, proprio del suo personaggio.

 

ALESSANDRO: Valentino è un uomo disilluso, non soltanto dalla politica ma dall’intero stato sociale della nostra epoca. Un po’ perché con gli anni diventiamo tutti un po’ meno emotivi e più distaccati dalle cose (ciò che qualcuno chiama “saggezza”, o altri “cinismo”), un po’ per quello che lui ha vissuto nel corso della propria vita. Soprattutto, però, perché i tempi che viviamo si stanno davvero depauperando, giorno dopo giorno, di valori e punti fermi. Le stesse saldezze che hanno caratterizzato le generazioni a noi precedenti, forse perché costrette a soffrire di più e a considerare soltanto, a nostra differenza, le cose realmente essenziali dell’intricato percorso umano.

 

  • Secondo me Valentino e Rachele sono due personaggi veramente ben riusciti e sarebbe un peccato non vederli un’altra volta all’opera. Pensate che torneranno a indagare su altri casi prossimamente?

SIMONE e ALESSANDRO: Mai dire mai. Risposta scontata ma ci ragioneremo a tempo debito. Crediamo sia giusto far ruotare vari personaggi attorno al “pianeta Valentino”, anche perché è lui il protagonista principale. Abbiamo diverse idee che stiamo valutando per un ritorno del nostro eroe (o antieroe) con un altro personaggio di sostegno. Potrebbero esserci delle sorprese. Da noi due dovete aspettarvi qualsiasi cosa.

  • Quali sono i vostri prossimi progetti artistici?

 

SIMONE: Per quel che mi riguarda, potrebbe esserci una nuova pubblicazione in autunno. In questo caso, tornerei con un romanzo ambientato di nuovo in Polesine.

 

ALESSANDRO: Ho un romanzo a cui tengo tantissimo che in questo periodo sta cercando una valida collocazione editoriale. Uscirò per un po’ dal genere giallo/noir per ritrovarmi nel racconto storico a tutto tondo. In realtà ho sempre raccontato la storia nei miei precedenti libri, dalla mafia siciliana alla Venezia settecentesca, passando per un futuro distopico e giungendo fino ai giorni nostri, ma stavolta lo farò senza omicidi e crimini da scoprire, se non quelli, ahinoi dolorosissimi, che la storia reale tramanda. Questo appena ci sarà, come detto, un’opportunità editoriale che riterrò all’altezza degli obiettivi che io e chi mi segue professionalmente ci siamo prefissati.

 

Grazie mille ad Alessandro Vizzino e Simone Pavanelli per la loro disponibilità e speriamo di riaverli presto nostri ospiti.

David Usilla

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