Intervista a Paola Varalli – “Tira mòlla e messèda. Le indagini del Bar William”

Intervista a Paola Varalli – “Tira mòlla e messèda. Le indagini del Bar William” (Todaro Editore)

Abbiamo da poco recensito “Tira mòlla e messèda. Le indagini del Bar William” (Todaro Editore) di Paola Varalli che abbiamo il grande piacere di ospitare sulle nostre pagine per farle qualche domanda sul suo ultimo libro e sui suoi progetti futuri.

Buongiorno Paola, è un enorme piacere per me averti nuovamente graditissima ospite sulle nostre pagine. Ovviamente dopo aver letto il tuo ultimo libro le curiosità non mancano e quindi direi di partire subito con le domande:

  • Già il titolo del tuo libro è particolare, riguarda un’espressione milanese, che spesso viene ripetuta durante lo scorrere delle vicende narrate, che, se ho capito bene, significa perdere tempo, girarci intorno. Come mai hai scelto questa locuzione come titolo?

 

– È una espressione a me cara che usava mio nonno. Una frase molto “milanese” che però, ho scoperto, si usa in buona parte d’Italia con le aggiustature dialettali del caso. Secondo me rappresenta bene il popolo operaio e artigiano della Milano anni ’80, che è protagonista nel mio libro. E poi c’è un personaggio che ne fa ampio uso, l’ho rubata a lui.

 

  • Il sottotitolo ci fa capire che la location principale di questo libro è il bar, luogo dove i protagonisti, a vario titolo, si trovano a stazionare per buone fette del loro tempo. Come mai hai voluto partire proprio dalla realtà di un bar per poi sviluppare le vicende che hai raccontato?

    – Quando ho inventato i protagonisti, un idraulico e un gommista della zona del “Borgh di ortolan” di quegli anni, mi è parso naturale farli agire al bar; tra una “bicicletta” (bianchino spruzzato) e un caffè tirano dentro pure il barista nell’allegra combriccola di investigatori, improbabili ma tenaci.

 

  • Le tue narrazioni precedenti, su cui tornerò più avanti, raccontavano una porzione della Milano attuale mentre con questo nuovo progetto letterario prendi la macchina del tempo e torni alla Milano anni 80, la famosa “Milano da bere”. Come mai hai voluto fare questo viaggio indietro nel tempo?

Direi che tutto è partito dai racconti lunghi che ho scritto per Todaro un paio di anni prima, mi era stato chiesto di occuparmi degli anni ’80. Le due antologie uscite titolavano “Quattro volte Natale” e “Odio l’estate”. Pino, Marietto e il Viliam compaiono già nel primo racconto, l’Edmonda de Amicis, invece, appare solo in “Odio l’estate”.

  • Il barista William, la buttafuori Edmonda, il gommista Mario e l’idraulico Pino sono i personaggi principali di questo libro. Ce li puoi raccontare un po’? Come sono nati e che figure sono?

– Nascono dal fatto che io adoro gli investigatori “per caso” (vedi squinzie) e non tanto i commissari o i detective privati. La mia cifra, un po’ ironica e umoristica me li fa preferire, mi sono congeniali. Marietto, virile e gommista, è il più “colto” dei due, il più “scafato”, mentre Pino è un candido, direi naif, ma con punte di genialità investigativa che a volte gli fanno risolvere le situazioni, inaspettatamente. Il “Viliam” è il classico barista impiccione ma di buon cuore, per nulla marketing oriented. All’aperitivo: tre avventori, tre olive. I tempi dell’apericena erano ancora lontani, per lo meno al bar William. L’Edmonda de Amicis, detta Eddy, è una ragazzona che tira di box e fa la buttafuori nei locali. Lavora nei sotterranei del “BarLafus” e gira su un motorino Trotter azzurro; è un personaggio che amo molto.

  • Ti abbiamo avuta ospite tempo fa quando raccontammo del tuo bellissimo libro “Giallo al Cimitero Maggiore” (Frilli editore) con protagoniste le fantastiche squinzie Anita Valli e Mirella Bonetti. Come mai hai deciso di metterle in panchina per rivolgere la tua creatività verso un altro universo narrativo? Le squinzie torneranno ad allietarci con nuove avventure?

– Quando Todaro Editore mi ha chiesto di scrivere un giallo con i protagonisti che erano comparsi nelle antologie che descrivevo sopra, non me lo sono certo fatto ripetere. Mi piace molto questa casa editrice e dunque mi sono messa di buzzo buono ed è uscita questa nuova avventura di Pino&Marietto al bar William. Certo devo molto a Carlo Frilli che ha pubblicato i miei primi tre romanzi e non penso proprio di abbandonare le mitiche squinzie, diciamo che le ho mandate un po’in vacanza.

  • Come detto, il contesto in cui si svolgono le avventure di questi tuoi nuovi protagonisti è Milano degli anni 80. Tu che ricordi hai di quegli anni?

– Ero ragazza e solo per questo i ricordi sono fantastici… scherzi a parte lavoravo in via Lomazzo, pure se c’è molto nel romanzo frutto dalla mia fantasia, devo confessare che il “Viliam” è esistito veramente.

  • Secondo te, a livello di libertà reale, di opportunità e di spensieratezza era meglio essere adolescenti negli anni 80 oppure ora? Perché?

– Domanda difficile! A livello di libertà, soprattutto per le ragazze, direi che siamo messi meglio ora, però mi pare che negli anni ’80 la vita fosse più semplice, meno tecnologia e più lavoro di gomito, per dirla con mia nonna. Ora ci sono i telefonini che monopolizzano l’attenzione di chiunque. Perfino al ristorante vedo molti chini sul cellulare invece di chiacchierare con i commensali. Io non li demonizzo, sono molto comodi per certi versi, sono il progresso e non ci si può remare contro, però qualche volta è bello perdersi senza essere rintracciabili… e forse anche gli adolescenti di oggi, senza i social, potrebbero riscoprire amicizie “vere”, senza farsele rubare da quelle virtuali. In soldoni: due calci a un pallone al posto di pollici consumati su microtastiere.

  • Oggi vanno molto di moda le trasposizioni in serie tv di alcuni libri. Tu ce li vedresti Pino, Mario e compagnia aggirarsi sui nostri schermi televisivi? Io sì personalmente. Secondo te chi potrebbe interpretare i nostri quattro eroi?

 

  • Uh, sì! Mia cugina, che legge tutti i miei libri e pure tutti i racconti che produco per le varie antologie, dice che devo assolutamente mandare “Tira mòlla e messèda” ad Aldo Giovanni e Giacomo perché, secondo lei, sono perfetti per rappresentare quei tre squinternati. E chi sono io per contrastarla?
    Circa la Eddy… sceglieranno loro!
    😊
  • Le indagini del Bar William continueranno oppur pensi che fosse un progetto stand alone?

    – Continuano, anche perché è rimasta una storiella in sospeso… Se Veronica Todaro vorrà nel 2024 uscirà una nuova avventura… ho già in testa un po’di idee, unico problema (e non da poco): la devo scrivere!

 

Grazie mille a Paola per essere stata ancora una volta nostra graditissima ospite e naturalmente speriamo di averti ancora presto protagonista di una nuova chiacchierata

David Usilla

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