Il plotone smarrito di Silvio Borile (Kimerik Edizioni)

Il plotone smarrito di Silvio Borile (Kimerik Edizioni)

Un padre che racconta al proprio figlio la sua esperienza come soldato italiano durante la seconda guerra mondiale, un padre che dona a suo figlio le proprie memorie perché ne faccia tesoro, ed un figlio che queste memorie raccoglie in un libro per farne patrimonio non solo suo ma di tutti noi.

Questo è secondo il mio punto di vista “Il plotone smarrito” (Kimerik Edizioni), il nuovo libro di Silvio Borile. Come detto Mario racconta la sua storia, racconta dei suoi commilitoni di cui ricorda i nomi ma non i cognomi racconta delle loro vicende belliche perché quelle si quelle le ricorda ancora molto bene, come ricorda con un sorriso che durante tutta la guerra non sparò mai neanche un colpo di fucile. I suoi compagni d’avventura sono Franco, mezzadro del polesine, il ferrarese Giovanni, muratore che odiava le armi, Giuseppe, cameriere toscano, il bolognese Quinto, comunista convinto, ed il ravennate Fabrizio, capitano di fanteria pacifista convinto che sperava di non dover mai ricevere il battesimo di fuoco. Dopo un periodo di addestramento ed un lungo viaggio arrivano nel luogo assegnato al loro plotone, Glina, un paese della Jugoslavia settentrionale, oggi territorio croato. Le vicende del plotone scorrono nel racconto di Mario e il lettore rapito non può che lasciarsi accompagnare delle parole che Silvio Borile riporta in maniera così precisa ed intensa da farci sentire gli odori, i suoni, le sensazioni e le emozioni provate da questi soldati. Poi la guerra finisce e con essa le vicissitudini di Mario e dei suoi compagni, ognuno prende la sua strada e cerca di vivere la sua vita al meglio. Il libro è molto corto, ma non per questo poco intenso, la penna di Silvio Borile scorre delicata sul foglio a riportare le parole del padre in maniera molto fedele come lui stesso tiene a ricordare in coda al romanzo. Anche vicende minime come quelle del plotone smarrito sono importanti a tenere ben viva la fiamma del ricordo, a soffiare via quella polvere che il tempo inevitabilmente deposita sui ricordi, a far sì che nessuno dimentiche che i nostri padri e i nostri nonni sono stati testimoni di una tragedia umana indicibile e che ognuno di loro si è portato dentro un dramma che il tempo ha solo potuto lenire senza però guarirlo mai del tutto.

David Usilla

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