Intervista a Claudio Collu – La musika mai suonata – Catartica edizioni

Intervista a Claudio Collu – La musika mai suonata – Catartica edizioni

Claudio Collu

Abbiamo da poco recensito il volume La musika mai suonata di Claudio Collu edito da Catartica e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore.

Ciao Claudio possiamo darci del tu?

 

  • Ciao Matteo! Piacere di conoscerti e grazie per questa intervista e per la recensione del libro.

 

Certo,diamoci del “tu”! Odio i formalismi!

 

 

  • Sei tu il ragazzino dell’introduzione, che compra i dischi e ne parla entusiasticamente al suo amico?

 

Si, sono io. Possiamo considerare quel lontano episodio come una sorta di Genesi, all’interno di una personale mitizzazione degli episodi più importanti della mia vita. Sono stato sempre convinto che la Bellezza e la voglia di vivere parta sempre da piccoli-grandi episodi facenti parte del quotidiano, troppo banalizzato e poco vissuto.

 

  • Che peso ha avuto la musica nella tua esistenza?

 

Ha avuto un grandissimo peso. Chi ha inventato le note musicali, ha portato un pezzo di Paradiso sulla Terra e non necessariamente solo per consolare e socializzare.

 

  • Hai tempo di praticarla?

 

Ho avuto modo di praticarla tanto tempo fa. Strimpellavo la batteria in una band del mio paese. Suonavamo una sorta di anarco-hardcore punk, con testi abbastanza impegnati e una voglia di spaccare tutte le fottute convenzioni imposte presenti nel mondo. Purtroppo, a causa degli altri centomila impegni, non sono riuscito a dargli continuità. Ma, almeno un concerto siamo riusciti a farlo; ah ah ah!

 

  • Come ti sei accostato alla letteratura?

I libri mi hanno sempre attratto, a partire dalle immagini ivi contenute. Vedere foto e disegni nei libri per l’infanzia, nei testi di storia, di geografia, di zoologia, erano per me dei portali aperti verso il meta-verso della Fantasia, e questo prima di imparare a leggere. Idem per i fumetti. In seguito, una volta appreso il dono della lettura, è venuto tutto il resto.

  • Quali sono i tuoi generi letterari preferiti?

I miei preferiti? Sicuramente Fantascienza e Horror; ma, “crescendo”, ho imparato ad apprezzare o a riscoprire un po’ tutto il resto. Inserisco anche i saggi, i libri di Storia, i fumetti, con una spiccata preferenza per i Personaggi che si battono contro le ingiustizie, sia tutti d’un pezzo (vedi Tex), sia pieni di complessi e dubbi (Ken Parker, Dylan Dog, oppure i vari Marvel, etc …), anche se ultimamente, purtroppo ci tengo a precisarlo, ho deciso di non comprare più le nuove uscite Bonelli, a causa della sua partecipazione a Lucca Comics 2023, evento sponsorizzato dall’ambasciata israeliana. Scelta dolorosissima, ma necessaria.

  • Come nasce il tuo libro?

Il mio libro nasce dall’esigenza di fornire una sorta di “documento vissuto” all’interno della scena alternativa, in particolare la fiorentissima scena Punk H/C degli anni 90 a Cagliari e nel Basso Campidano.         Ovviamente, come anche riportato nell’Introduzione, non è un’operazione “nostalgica”, ma una personale testimonianza dell’epoca e di come si è cercato di portare avanti fino ai nostri giorni determinate scelte politico-esistenziali e anche un ponte di dialogo con le altre attuali culture musicali, che portano avanti una specificata attitudine assolutamente non modaiola.

  • Quale genere di musica preferisci?

La mia musica preferita? Diversi generi fanno oramai parte del mio piccolo background musicale, dal Punk, al Metal, al Blues, al R n R, allo Ska, alla musica popolare di tutti i continenti… sempre con un approccio attitudinale per nulla consono ai vari venti modaioli e classisti

  • Sei alle prese con una nuova opera?

Per ora, scusami, preferisco non dire nulla.

  • Cosa diresti ad un giovane che volesse accostarsi al mondo della musica e dell’arte?

Gli direi di non smettere mai di Sognare!

  • Si possono veicolare messaggi importanti con il mezzo delle sette note?

Direi… Partendo dal concetto di “stare assieme”, ma anche in solitaria, trasmettendo emozioni interiori, ma anche messaggi di cambiamento e denuncia sociale; senza essere accademici e supponenti.

Grazie Milions!

 

Matteo Melis

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