La chiave di Berenice – Artista: Il silenzio delle vergini – Massaga Produzioni

La chiave di Berenice – Artista: Il silenzio delle vergini – Massaga Produzioni – Distribuzione: (R)esisto Distribuzione, I Dischi del Minollo, Audioglobe

 

Sono in ascolto, attento ascolto, de La chiave di Berenice da qualche giorno e ne sono completamente rapito ed estasiato. Mi trovo spesso a dire che produzioni moderne ed autenticamente originali in Italia non ne esistono e poi ti spediscono a casa un disco come questo e ti devi ricredere. Effettivamente il “collettivo” Il Silenzio delle Vergini, fondato da Armando Greco nel 2016, ha fatto veramente un buon lavoro artistico di genere ed è decisamente nuovo anche se nella sua novità ricorda altro del passato. D’altra parte siamo noi a non riuscire a fare a meno che paragonare tutto a qualcosa per poter dare almeno un piccolo giudizio iniziale. Il disco apre con atmosfere noise sulle parole di I have a dream di Martin Luther King. L’inizio non potrebbe essere più evocativo di così. Prosegue con elettronica disturbata, il basso e la batteria a concedere l’ingresso a Kaori Kosei eroina manga che ci racconta il suo estraniamento dalla realtà. Il Silenzio delle Vergini (ISDV) mi piacciono molto, raccontano bellissime storie di umanità vissuta cavalcando note a tratti dilatate e a tratti ritmate e quasi ossessive. “In  questo album ISDV vanno alla scoperta del mondo interiore delle persone. Ad ognuno di noi nella vita è capitato almeno una volta di porsi domande, di raccontare storie a noi stessi sulla natura, l’amicizia, la diversità, il viaggio, l’amore. A ognuno di noi è capitato di subire ingiustizie, di perdere qualcuno, di fare nuove conoscenze e chiederci se fidarci o no. “La chiave di Berenice” vuole trovare la “chiave” per esprimere queste sensazioni. Queste dieci canzoni raccontano piccole storie di vita quotidiana nelle quali si analizza lo squarcio interiore che c’è all’interno di ogni protagonista.” Mi ricordano il periodo solista di Massimo Zamboni. Il cantato/parlato di Cristina Tirella invece è eseguito alla Emidio Clementi dei Massimo Volume e mi ricorda molto il progetto Stenopeica al quale si avvicinano molto soprattutto per le atmosfere espresse. “(…) I pregiudizi sono ciò che gli sciocchi usano per ragionare (…) possiamo essere umani insieme…” da Marcel. “Quando hai a che fare con persone, ricorda che non hai a che fare con creature mosse dalla logica, ma con creature piene di pregiudizi e motivate dall’orgoglio e dalla vanità!” quante verità espresse in questo disco! Se devo proprio essere sincero l’album è meraviglioso. Il mio disco d’ascolto ideale, mi sento tremendamente orfano delle musiche degli anni ‘90, che hanno dato vita a progetti come il Consorzio Suonatori Indipendenti, i Massimo Volume, gli Offlaga Disco Pax, Umberto Palazzo e il Santo Niente, Andrea Chimenti, i Beau Geste e tutta la produzione dei Dischi del Mulo che lasciava grande libertà di muoversi a 360° all’interno dell’arte. Il progetto ISDV al quarto album in studio promette bene: musica di ampio respiro e suonata meravigliosamente che permette di muoverti a tuo agio anche su testi e musiche che potrebbero risultare ostiche. Lontano anni luce da produzioni trap o simili che riempiono le radio in questo periodo storico. Senz’altro una buona boccata d’aria fresca e rigenerante in un panorama musicale asfittico. La tracklist si compone di dieci tracce: Martin, Kaori Kosei, Marcel, Alba Varden, Maetel, Berenice, Pan, Vincent, Marguerite e Anastasia. Ogni canzone porta il nome di un personaggio che è il protagonista della storia raccontata, in puro stile concept-album anni 70.

Buon ascolto

Claudio Romei

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.