Frammenti di Futuro (Pendragon) di Federica Montevecchi

Frammenti di Futuro (Pendragon) di Federica Montevecchi

 

Il Novecento, detto anche il secolo breve, ha prodotto nel mondo figure umane di grandissimo livello e l’Italia da questo punto di vista ha dato il suo preziosissimo contributo. Nel suo ultimo libro, “Frammenti di futuro” (Pendragon), Federica Montevecchi raccoglie i “Mi ricordo…” di alcune tra le figure più importanti dell’Italia del secolo scorso.

Sono testimonianze di un valore culturale ed umano inestimabile, racconti di un passato che ci deve far riflettere per poter far si che non solo il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro, possano vedere un’evoluzione in positivo della nostra società.

Da Giorgio Bocca a Margherita Hack, da Antonino Caponnetto a Renato Dulbecco passando per Nilde Iotti, Giulio Einaudi, Mario Soldati e tantissimi altri, sono questi i protagonisti di una serie di testimonianze di quello che è stato il nostro paese nel 900, racconti a tuttotondo, che messi insieme ci restituiscono un quadro del nostro paese davvero chiaro e molto particolareggiato, come tante piccole tessere di un puzzle che alla fine ci regalano un immagine nitida di quello che è stata l’Italia e quelli che sono gli avvenimenti principali che l’hanno attraversata.

Credo che questo sia uno di quei contributi letterari di cui ognuno di noi deve fare tesoro, che tutti noi dovremmo fare nostro perché solo con la conoscenza del passato possiamo migliorare il nostro futuro, solo tramite la conoscenza della storia passata si possono creare le condizioni per un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire.

C’è tanto da imparare leggendo queste pagine, c’è tanto da riflettere e ci sono tante domande da porsi.

Onestamente non so se al giorno d’oggi possiamo dire di vedere intorno a noi, nelle eccellenze dell’Italia odierna, figure altrettanto forti, altrettanto carismatiche rispetto a quelle raccontate da Federica Montevecchi. Per inciso quanto detto prima credo valga anche per il resto del Mondo anche se mi rendo conto che possa essere solo il solito meccanismo per cui il passato sembra sempre più roseo del presente. E’ vero però che leggendo i racconti dei personaggi intervistati da Federica Montevecchi venga davvero il dubbio che il 900 sia stato un secolo particolarmente fecondo di personalità di un livello umano straordinario. All’inizio l’interminabile susseguirsi di “Mi ricordo…” di cui è costituito il libro mi ha spiazzato ma una volta entrato nel meccanismo devo dire che ho trovato l’espediente narrativo assolutamente piacevole e decisamente funzionale a trasmettere al lettore la giusta emozione. Un libro bello, importante, un contributo assolutamente fondamentale per mantenere vivo il ricordo di quello che siamo stati, uno strumento fondamentale per farci capire chi dobbiamo voler essere in futuro.

David Usilla

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