INTERVISTA A GINO MARCHITELLI – “DELITTO IN PIATTAFORMA” – JACA BOOK EDITORE.

INTERVISTA A GINO MARCHITELLI – “DELITTO IN PIATTAFORMA” – JACA BOOK EDITORE.

Abbiamo da poco recensito “Delitto in piattaforma”, scritto da Gino Marchitelli, edito da Jaca Book Editore e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore. Ciao e bentornato a trovarci!

 

  • Immagino che sarà una domanda che ti sarai sentito fare mille volte in relazione a questo libro, ma dietro il personaggio del romanzo quanto di Marchitelli c’è?

In questo caso, al contrario di tutti i libri precedenti, c’è quasi tutta la mia storia personale di lavoro, impegno e lotta sulle piattaforme petrolifere, come militante di Democrazia Proletaria, dal settembre 1980 al 1989. L’unica particolarità è che ho trasformato la vicenda in un thriller perché i potenti “dell’oro nero” sono talmente ottusi e “cattivi” che l’editore – pur essendo un grandissimo editore internazionale – ha avuto qualche timore sul rischio di venire querelato e di conseguenza bloccare il libro… poi il corriere della sera, nel dicembre 2021, mi ha dedicato due pagine nazionali come PRIMO libro scritto in Europa che racconta le vicende dei lavoratori delle piattaforme e la cosa si è calmata.

  • Visto che il romanzo è in qualche modo politico il comunista si sente ancora rappresentato dalla sinistra attuale?

La sinistra italiana – in senso generale e in senso lato – sta vivendo una crisi identitaria molto profonda. Gli eredi del PCI (Pds, DS e ora PD) hanno completamente dimenticato la loro storia di partito al fianco dei lavoratori e delle classi oppresse. Sinistra Italiana è semplicemente una rappresentazione “comica” di una pseudo sinistra radicale ed ecologica e si accontenta di avere qualche rappresentante in Parlamento che da troppi anni NON conduce né organizza vere battaglie militanti e sociali lavorando più sull’opinione che sulla crescita militante dei settori che ancora vogliono e credono di poter cambiare la società, SI è peggio del PD per certi versi. Articolo Uno, costola del PD, si è autodistrutta con la vicenda Panzeri-Qatar. Rifondazione Comunista, nella quale milito, è lacerata da continue scissioni che riducono sempre più il corpo dei militanti – in verità molto attivi anche se datati come me – e non trova il meccanismo per tornare ad essere un riferimento per gli oppressi e gli sfruttati, anche la nuova ipotesi di Unione Popolare che pur rappresenta un deciso passo positivo, è ancora lontana dalla forza delle sinistre comuniste europee… di conseguenza, da comunista, continuo a fare e ad essere presente soprattutto nel settore culturale che è un anello chiave per rilanciare un lavoro sociale importante e necessario visto tutto il disastro che ci accade intorno e in Italia con la sciagura di una neo-fascista pericolosa a capo del Governo. Quindi mi sento poco rappresentato dalla sinistra odierna ma credo che il percorso di Unione Popolare possa dare una risposta nei prossimi anni e spero che la scelta un po’ più di sinistra del Movimento 5 Stelle possa essere un segnale positivo, da prendere con le molle, ma positivo.

  • Credi che la vita lavorativa nel duemila sia ovunque tanto diversa da quella che racconti ambientata a quasi cinquant’anni fa?

La vita lavorativa odierna è un disastro, il precariato nel lavoro, nella vita, nei sentimenti, nelle prospettive di futuro sta distruggendo intere generazioni di giovani e meno giovani e la mancanza di un’organizzazione politica in risposta a tutto questo sfruttamento si fa sentire in modo terrificante. Purtroppo, nessuno, e dico nessuno, ha il coraggio di mettere mano e contrastare questo nuovo capitalismo che fa carneficina dei lavoratori e dei diritti compresi quelli delle donne. Voglio dirti però che non è tanto la “differenza” oggi rispetto agli anni ’80 delle piattaforme ma il fatto che proprio in quegli anni gli industriali e le partecipazioni statali, complice il sindacato, sperimentavano il precariato proprio ai danni dei giovani e sui lavoratori sperduti in mare, senza mezzi di comunicazione come quelli attuali e poco sindacalizzati. Quello era l’esperimento lavorativo e sociale per creare sacche di ricattabili. Devo dire che all’epoca, siamo stati straordinari, e me ne rendo conto meglio in questi ultimi anni, se pensi che senza cellulari, senza computer, con la quasi assenza del sindacato, gruppi di giovani in mezzo al mare riuscirono a bloccare/ritardare l’utilizzo del precariato. È ben descritto nel libro, e io ho pagato un prezzo molto alto per essermi ribellato ma sono contento ancora oggi, ho fatto quello che si doveva fare, mettere sassi negli ingranaggi del sistema di sfruttamento e romperlo. Oggi se i ragazzi e le ragazze non alzano la testa verranno trasformati solo in carne trita e pure egoista… ci vorrà una nuova stagione e generazione, ma senza un partito di massa la vedo dura…

  • Se la scrittura, come dicono in molti, è catartica come ti sei sentito quando hai finito di scrivere il libro? E quando l’hai visto pubblicato?

Mah, in realtà è un progetto che, grazie a Vittorio Agnoletto che ha lavorato nella stessa azienda in quegli anni occupandosi di medicina del lavoro, era nel cassetto da molti anni ma vuoi la mancanza di un editore coraggioso, vuoi un pò una mia certa preoccupazione ad essere sicuro di scrivere la verità, e non la visione epica offuscata dal ricordo giovanile, tenevano tutto fermo e invece… ce l’ho fatta. Il libro piace tantissimo e rende davvero l’idea di cosa vuol dire andare in piattaforma, per la prima volta ho tolto anche gli aspetti sentimentali della vita di chi lavorava a bordo delle isole di acciaio perché volevo concentrarmi SOLO sul raccontare cosa voleva dire stare lì. Tra l’altro ho anche evitato, per ora, di raccontare gli episodi più raccapriccianti che i vertici dell’oro nero hanno addirittura fatto sparire da internet ma dei quali conservo articoli e video… prima o poi glieli sbatteremo in faccia a quei banditi dell’energia. Pubblicato mi ha fatto piacere, la copertina poi, realizzata da Pieranzoni, è molto evocativa secondo me.

  • Come nascono le pubblicazioni dei tuoi libri?

In questi dieci anni (il primo libro Morte nel trullo è del 2012) ho costruito rapporti importanti con quattro editori ufficiali (Fratelli Frilli, Infinito Edizioni, Jaca Book e Vento di Zefiro) e mi riservo una linea “indipendente” che utilizzo quando non trovo l’editore nei tempi per me necessari o quando hanno qualche timore a pubblicare le storie che racconto (sempre tratte da fatti veri). Ora sono in parole con una grande editore che aspetta un mio inedito per la prossima tarda primavera e spero di fare un ulteriore salto di qualità letteraria grazie a loro.

  • Qual è il tuo rapporto con il mare?

Il mare mi ha sempre affascinato anche se sono un amante della montagna e delle camminate, l’essere arrivato in mare e averlo potuto vivere sperduto a decine e decine di chilometri dalla riva in posti davvero al limite mi ha consentito di stringere un rapporto intimo e profondo anche con i profumi, i colori, le onde e il senso di solitudine che puoi vivere… mi manca solo di andare e condurre una barca a vela ma purtroppo sono ormai troppo vecchio per cimentarmi e rimane un sogno… che spesso soddisfo leggendo e rileggendo “Il cerchio Celtico”, un romanzo davvero speciale che ti fa vivere in mare…

  • Questo libro è uscito ormai un po’ di tempo fa, ti ha dato quanto ti aspettavi?

Il libro è del novembre 2021, ha venduto più di mille copie, poteva essere un best-seller, e trovare più diffusione… infatti l’editore che aspetta l’inedito me lo aveva chiesto lui e credo che lo avrebbe fatto diventare un caso editoriale nazionale. Io però sono una persona profondamente onesta, avevo preso l’impegno e dato la mia parola che lo avrei dato a Jaca Book e così ho fatto. Prima o poi verrà scoperto il valore di questo romanzo e qualcosa di meglio accadrà, ora lo sta valutando un editore iberico per pubblicarlo in Spagna e vediamo se accadrà. Vorrà dire che il prossimo romanzo farà – spero – quello che non ha fatto questo sulle piattaforme anche se devo dire che l’ultimo (non più un giallo) “In viaggio con il morto – da Milano alla Puglia” sta ottenendo un successo e una risposta che non mi sarei mai immaginato, pensa 1100 copie vendute effettive in un mese e ha trascinato la vendita di altre 400 copie dei miei precedenti… chissà…

  • Stai lavorando a un nuovo progetto?

Ora sto promuovendo l’ultimo, poi dal 9 gennaio mi prendo un periodo di “stacco” visto che nel 2022 ho fatto 152 presentazioni, organizzato tre festival del noir, e una cinquantina di firma copie nelle librerie. Ho bisogno di riposare, ritrovare un mio ritmo intimo e rimettermi a posto fisicamente perché sono abbastanza a terra… detto questo sto scrivendo il nuovo romanzo del commissario Lorenzi, la settima indagine, da consegnare alla Frilli (spero che piaccia ed esca a maggio 2023). Il commissario Lorenzi, e Cristina di Radiopopolare, manca da un po’ di tempo e i lettori me lo chiedono. Poi ho già iniziato – e sono a buon punto – l’inedito da dare al mio spero futuro editore, riprenderò i tour teatrali che vedono Daniele Biacchessi e il sottoscritto sui palcoscenici di diversi teatri con la narrazione dei classici, ho in progetto un libro che racconta una storia nell’appennino parmigiano, a Borgotaro, dove un vecchio partigiano farà fare una particolare esperienza ai nipoti in estate per farli crescere umanamente in modo libero e democratico… e dulcis in fundo c’è il progetto di un disco delle mie canzoni (molte premiate in importanti concorsi) con i GANG che da tempo mi spingono a realizzare.

Ecco perché a gennaio devo necessariamente prendermi uno “stacco”…

 

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.