Intervista a Barbara Baraldi – La stagione dei ragni – Giunti editore

Intervista a Barbara Baraldi – La stagione dei ragni – Giunti editore

Barbara Baraldi

Buongiorno Barbara, sono contento di poterti ritrovare una volta ancora, come una piacevole abitudine, sulle nostre pagine e sono felice di poter avere nuovamente la possibilità di scambiare qualche parola con te. Andrei diretto alle domande:

  • Il tuo nuovo romanzo, La stagione dei ragni (Giunti), inizia con un ragazzino che a bordo della sua BMX attraversa Ponte Vittorio Emanuele I°, a Torino, e nota che il parapetto è invaso di ragnatele e di ragni grandi anche un pugno. In coda al libro spieghi che prendi spunto da un fatto che ti è capitato realmente. In che occasione hai assistito ad un evento simile?

È successo durante un viaggio in Germania, a metà degli anni Novanta. Ero di passaggio in una cittadina chiamata Rosenheim, e quando arrivai, la sera, e mi trovai ad attraversare il ponte che scavalcava il fiume, mi resi conto che il parapetto era completamente ricoperto di ragnatele, con ragni che zampettavano come se fosse la cosa più normale del mondo. Continuando a camminare, incantata, mi accorsi che le ragnatele non erano solo nel ponte, ma anche nei lampioni e nei bordi delle vetrine dei negozi nelle vicinanze.

  • Il protagonista del tuo romanzo è Francesco Scalviati e se ci fosse qualcuno che non lo sapesse è il padre di Aurora Scalviati protagonista di tre libri di enorme successo, l’uomo, come racconta spesso la stessa Aurora, l’ha spinta a fare la poliziotta. Da quanto avevi in mente questo spin off?

Da quando è stato citato per la prima volta in Aurora nel buio. Non appena compare nei pensieri della protagonista, e poi nel dialogo con Curzi, ho pensato che volevo conoscere quell’uomo, sapere in cosa credeva, in cosa sperava. Ho cominciato a documentarmi per il romanzo che lo avrebbe visto protagonista durante la stesura di Osservatore oscuro. Ma sapevo di dover pazientare prima di poter sentire la sua voce; innanzitutto dovevo concludere la “trilogia del buio”.

  • Barbara Baraldi, tu vieni dal mondo di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo, poi hai raccontato le vicende di Aurora Scalviati dove i concetti di sogno e incubo erano sempre ben presenti nella narrazione e ora hai iniziato il tuo romanzo con uno scenario che per tanti rappresenterebbe un vero e proprio incubo. Sogno, incubo, mistero, sono sempre molto presenti nel tuo stile di scrittura. I tuoi incubi e i tuoi sogni hanno mai ispirato i tuoi romanzi o fumetti?

La mia vita è un dialogo continuo con i miei sogni e i miei incubi, che per me hanno la stessa consistenza della realtà.

  • Il fatto che tu abbia scelto Torino come location del tuo romanzo è da attribuire all’aura magica che ruota attorno a questa città?

Sono innamorata di Torino e da moltissimo tempo desideravo ambientarvi una storia. È come se ne avvertissi il richiamo. “Torino è il posto dove i miei incubi stanno meglio”, ha detto il Maestro Dario Argento. Un’affermazione che non potrebbe trovarmi più d’accordo.

Il concetto buio/luce è sempre presente nei tuoi romanzi, tu ti definisci più una “creatura” diurna o notturna?

Sono assolutamente diurna, la sera mi viene sonno anche abbastanza presto!

  • Per quei pochi che ancora non ha letto la trilogia di Aurora, consiglieresti di leggere prima: “La stagione dei ragni” o seguire l’ordine d’uscita dei tuoi romanzi?

Consiglierei di cominciare dalla Stagione dei ragni come una sorta di “biglietto d’ingresso” nell’universo di Aurora Scalviati, un romanzo completamente autonomo ma che consente di immergersi nelle atmosfere della saga.

  • Hai già in mente nuovi progetti per Francesco e per Aurora? Chi sarà eventualmente a tornare prima tra i due? È possibile che un giorno ci farai leggere una storia in cui agiscono entrambi?

Il crepuscolo dello scorso millennio mi affascina troppo per non indugiare ancora per un po’ tra le sue ombre. Del resto, Francesco e Aurora agiranno sempre su due piani temporali differenti. Ma non escludo che un romanzo possa articolarsi in modo da passare da un punto di vista all’altro.

Grazie a Barbara Baraldi per essere stata ancora una volta nostra graditissima ospite. Un abbraccio e al tuo prossimo successo sulle pagine di I Gufi Narranti

 

È stato un grande piacere. Un abbraccio a voi e a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere fino alla fine.

 

David Usilla

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