Il massacro. L’orrore nazista raccontato in un immagine – Wendy Lower – Rizzoli

Il massacro. L’orrore nazista raccontato in un immagine di Wendy Lower (Rizzoli)

 

Quando sembra che ormai sia stato scritto tutto sull’orrore della Shoah e sulle nefandezze del nazismo, spunta un libro che dimostra che c’è ancora tanto da dire, c’è ancora tanto da raccontare, tanto da indagare su un periodo che si può definire tra i più tragici che la storia dell’umanità ricordi. Wendy Lower, storica americana specializzata in studi sulla Seconda Guerra Mondiale e sull’ Olocausto e collaboratrice dello United States Holocaust Memorial Museum di Washington, riesce nell’impresa di portare alle stampe un libro sorprendente,  che vuole  ribadire un concetto che a volte sembra scemare nell’oblio, vuole dirci che non è ancora tempo di smettere di raccontare l’orrore nazista, non è ancora tempo di deporre la penna, non si sono ancora raccontate tutte le tragiche storie delle vittime che la follia hitleriana ha mietuto.

Il massacro,  libro di Wendy Lower parte da un’immagine, da una foto, da un istante catturato da una macchina fotografica ed impresso per sempre su una pellicola. La foto la vediamo subito, prima ancora di aprire il libro, ci si pone davanti agli occhi e ci colpisce come un pugno allo stomaco, quando il libro è ancora adagiato su uno scaffale del nostro libraio di fiducia.

Credo che, come spesso succede, un’immagine abbia il potere evocativo che non hanno mille parole, credo che spesso l’istante catturato da un bravo fotografo possa rappresentare al meglio una storia e lo possa fare più di quanto non possano fare migliaia di discorsi.

L’immagine in questione è stata scattata a Miropol, in Ucraina, il 13 ottobre del 1941 e mostra l’esecuzione di una donna e di un bambino nell’attimo stesso in cui passano dalla vita alla morte, nell’attimo preciso in cui il proiettile sparato dal soldato tedesco strappava la vita a due persone innocenti.

Vedendo una foto simile si è spinti a porsi delle domande come ad esempio “Chi ha avuto la prontezza e la possibilità di fare una foto simile?”, “dove è avvenuto il fatto che l’immagine testimonia in tutta la sua drammaticità?”, “Chi sono la donna ed il bambino uccisi?”, “Quale legame c’era tra le due vittime?”, “Per quale motivo sono stati ammazzati?”, “Chi erano i quattro carnefici?”, domande che si è posta, tra le altre, Wendy Lower e a cui dopo una indagine accurata, approfondita, minuziosa è riuscita a dare una risposta.

L’autrice ci racconta nei  capitoli del libro varie storie, partendo naturalmente da quella della fotografia stessa, raccontandoci la vita ed i tormenti di colui che questa foto l’ha scattata.

Impariamo a conoscere Lubomir Skrovina, militare slovacco di stanza a Miropol.

Al tempo l’esercito slovacco era alleato della Germania nazista e quindi suo malgrado Skrovina si è trovato a dover difendere valori in cui non credeva che anzi lo ripugnavano fortemente, a dover affrontare situazioni talmente lontane dalla sua etica e dalla sua morale da segnarlo per sempre nel profondo dell’anima.

Lubomir Skrovina si è trovato a pochi passi dalla mano che ha armato il fucile ed è riuscito a documentare il tragico evento, anche in virtù del fatto che gli assassini non avevano alcuna remora nel farsi riprendere nella loro scellerata azione. Pur senza specifica autorizzazione è riuscito a scattare 4 fotografie che mostrano l’esecuzione, la fossa comune, ed i cadaveri sparsi lungo il tragitto tra la città ed il luogo dell’esecuzione.

Seguiamo la storia di Skrovina anche dopo la fine della guerra perché quelle 4 fotografie sono state motivo di tante situazioni poco piacevoli per lui e per la sua famiglia che ha dovuto superare momenti davvero complicati.

Grazie anche al prezioso contributo dei figli di Skrovina, Lubomir jr e Jana, la storica americana è riuscita a delinearci il ritratto di un uomo straordinario che ha sofferto molto, di sua moglie Bohumila che lo ha supportato e lo ha aiutato molto a non farsi travolgere dagli eventi.

Gli estratti delle sue lettere che da Miropol spediva alla consorte ci raccontano di un uomo prostrato da una situazione insopportabile,  sofferente nel trovarsi in mezzo a tutta quella morte, di un uomo che si dava pena per tutto il male che vedeva.

Una storia che sicuramente il lettore troverà commovente, intensa, di una grande umanità.

Ma l’esecuzione immortalata da Skrovina è solo una goccia nel mare rispetto a quando Wendy Lower scoprirà andando ad indagare in quei posti, ad esempio anche a Miropol e dintorni la crudeltà nazista ha mietuto un tributo di vittime impensabile.

Proseguendo nella lettura si scoprono i nomi delle vittime e dei carnefici, e le loro storie, perché dietro a delle facce ci sono sempre dei nomi, ci sono sempre delle storie ci sono sempre delle vite da andare ad indagare.

Il massacro è un libro da leggere assolutamente, un libro che nonostante tratti tematiche a tratti anche crude, racconti in maniera particolareggiata un lavoro di ricerca e di analisi, e lo fa con la perizia dello studioso accademico, risulta molto scorrevole e molto coinvolgente arrivando spesso a rasentare i ritmi di un romanzo rendendo la lettura molto piacevole ed emozionante.

David Usilla

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