Intervista ad Andrea Cavaletto e Lisa Zanardo – Io sono il male – GM libri

Intervista ad Andrea Cavaletto e Lisa Zanardo – Io sono il male – GM libri

Andrea Cavaletto e Lisa Zanardo

Abbiamo da poco recensito “Io sono il male” (GM Libri) di Andrea Cavaletto e Lisa Zanardo e ora possiamo scambiare quattro chiacchiere con loro per parlare di questo libro, e dei loro futuri progetti

Buongiorno, grazie Lisa e grazie Andrea per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darvi del tu se per voi non è un problema:

 

  • La prima domanda è quasi d’obbligo. Come e quando è nata l’idea di unire le vostre forze e scrivere questo libro?

 

ANDREA: Si potrebbe dire che tutto è nato per caso, ma io non credo nel caso, quindi… Comunque, questi sono i fatti: in un periodo in cui stavo accarezzando l’idea di provare a scrivere un romanzo, dopo anni passati su sceneggiature per cinema e fumetti, mi sono trovato per caso a chiacchierare di libri con Lisa in chat. Lei mi ha fatto leggere alcuni suoi lavori e ho subito pensato che avesse uno stile che ben si accompagnava al mio. Inoltre, avevo un’idea per una storia thriller sulla malattia. Quando Lisa mi ha detto che soffriva di sclerosi multipla, ho capito che eravamo le persone giuste al momento giusto e le ho proposto questa strana collaborazione. Se adesso avete letto il libro, è inutile che vi dica come è andata…

 

  • È un libro che vuole parlare anche di una malattia importante   molto complessa: la sclerosi multipla. Ho notato che sia nel titolo che nei nomi dei due protagonisti compaiono le lettere S e M, e che nella copertina è riportata una vera risonanza magnetica dell’autrice Lisa Zanardo che con questa malattia sta convivendo da parecchi anni.

È stata una scelta difficile parlare di questa malattia in maniera così forte, tanto da inserire anche elementi autobiografici nel personaggio di Stella?

 

LISA: All’interno del libro, mi è “scappata” una frase piuttosto chiarificatrice a riguardo: “per superare i propri demoni, è necessario affrontarli.” Quindi, sì, è stato difficile, ma necessario. L’aspetto più “logorante” della scrittura che si trasforma in catarsi consiste nel perlustrare la propria anima per andare raccattare tutte quelle cose che in passato l’hanno minata pesantemente, ma che, nell’oggi, non sono altro che rimasugli di fuochi spenti, che pesano. E sporcano. E deturpano il presente. Il mio mezzo per evitare che questo succeda, considerando il forte e tenace attaccamento che nutro per vita, è la scrittura.

 

  • Il vostro è un lavoro a quattro mani, quali sono le difficoltà che si possono incontrare nello scrivere assieme ad un altro artista? Cosa avete imparato l’uno dall’altra in questa esperienza?

 

ANDREA: per scrivere a quattro mani un romanzo senza fare qualcosa di imbarazzante ci vuole tantissima affinità. Ammetto che abbiamo rischiato, poiché io e Lisa non ci conoscevamo nemmeno di persona quando abbiamo iniziato questa avventura. Ma tutto è incredibilmente filato liscio. Ci sentivamo di essere ben equilibrati, pensavamo che potessimo compensarci, e così è stato. Io avevo bisogno di Lisa, dotata di una esperienza nel sapersi raccontare e con già un paio di libri all’attivo, e lei si è voluta fidare della mia esperienza nel team working derivato dai miei lavori nel cinema e dal fatto che insegno scrittura creativa (alla Scuola Holden).

 

LISA: Concordo con Andrea nell’affermare che l’ingrediente che ha sortito la reale differenza nella riuscita del progetto è stato il nostro amalgamarci, in primis, come persone. Esseri umani affini con valori simili (e anche traumi!) e un modo incredibilmente somigliante di esprimerli. Da Andrea ho imparato ad organizzare in maniera più funzionale la scrittura, prima, in alcuni momenti, eccessivamente in balìa dei miei slanci emotivi.

 

  • Pensate che questo tipo di sodalizio artistico possa avere un futuro? Credete che Stella Miani abbia ancora cose da dire e avventure da vivere?

 

LISA: Se questa avventura andrà bene… sì, abbiamo voglia di lavorare ancora insieme. Reimmergerci nel microcosmo che abbiamo creato. Solo, questa volta, vorremmo mettere a fuoco la vita di qualcun altro tra i nostri personaggi. Tutti quanti, infatti, a loro modo, sono depositari di una storia a cui vorremmo dar voce.

 

  • Il vostro romanzo inizia con “Mi chiamo Stella Miani, e sono morta” chi ha deciso per questa partenza spiazzante?

 

ANDREA: L’incipit l’ho pensato e fortemente voluto io. Siccome la storia parte con una necessaria lentezza per rappresentare e definire al meglio le psicologie dei personaggi, sentivo il bisogno di un qualcosa che incuriosisse il lettore, che lo coinvolgesse fin da subito, che facesse capire che lo stavamo spingendo in una spirale che si sarebbe fatta via via più oscura. Lisa ne è stata subito entusiasta e l’ha approvata.

 

  • Lo scorrere della trama di questo libro sembra davvero molto cinematografico. Avete pensato alla possibilità di trasportare questa storia sul piccolo o grande schermo? Secondo voi quali sarebbero i migliori candidati ad interpretare i ruoli dei personaggi principali? E la soundtrack ideale?

 

ANDREA: io, per forza di cose, quando scrivo ragiono quasi in automatico per immagini. Mentre procedo con la storia è come se già mi vedessi il film scorrere davanti agli occhi. Quindi si, ho pensato fin da subito a questa possibilità. Mi immagino Stella con la fisionomia dell’attrice Matilda De Angelis, mentre per Milan mi immagino Bradley Cooper, oppure Michael Fassbender. La colonna sonora la lascio a Lisa, visto che in parte l’ha già inserita nel romanzo…

 

LISA: Il mio processo creativo passa sempre attraverso la musica, esattamente come mi succede (e non solo a me) nel quotidiano, quando, osservo lo scorrere degli eventi associandolo ad un particolare brano. Vi fornirò un elenco di alcuni dei pezzi che ho “sentito” durante la stesura di “Io sono il Male”. A parte uno, che è chiaramente mezionato più volte nel corso della prima parte dell’opera, lascio a voi una libera associazione delle scene cui si riferiscono gli altri… buon “ascolto”:

“Dream a little dream of me” (versione Doris Day)

“Woodoo in my blood” (Massive Attack)

“Hugh Masekela” (Stimela) – gentilmente fornito da una lettrice entusiasta, cara amica e amante della musica

“The power of love” (versione Gabrielle Aplin)

“Life” (Ludovico Einaudi).

 

Grazie mille ad Andrea Cavaletto e Lisa Zanardo per la vostra disponibilità, in bocca al lupo per il vostro progetto e arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti

David Usilla

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