Bastet la dea gatto – Approfondimento di Teresa Breviglieri

Diversi animali sono stati ritenuti sacri nell’antico Egitto, ad esempio il falco, il serpente e il coccodrillo ma il più venerato è stato sicuramente il gatto; fu l’animale più diffuso sin dall’antichità e la sua fama aumentò negli anni tanto da farlo diventare una divinità. Secondo documenti che risalgono al 3000 a.C. è esistito il culto della dea Bast, generata dal Dio Sole, Ra insieme alla sorella Sekhmet. Nei testi successivi, appare come figlia di Iside e Osiride, sorella gemella di Horus, anche se a volte citata come moglie di Horus. Bast è anche indicata come madre del Dio dalla testa di leone Mihos. Conosciuta con molti nomi : Bast, Ba en Aset, Pakhet, Pasht, Pasch, Ubastet, Ubasti e Bastet,

Il culto di Bastet, che andò avanti fino al settimo secolo d.C. era principalmente incentrato nella città di Bubastis, nella regione sud-est del delta del Nilo, capitale durante la XXIII dinastia. Il nome Bubastis è greco ma in origine era Pwr-Bast o Pwr-Bastet. Nel linguaggio egiziano è tradotto come “casa” o “regno”, perciò Bubastis era conosciuta come “Casa di Bast”. Nel quarto secolo a.C. Bubastis diventò famosa grazie a Erodoto che descrisse nei suoi Annali una delle tante festività che vigevano nella città e che attiravano persone da tutto il paese.

Erodoto scriveva che alla festa annuale di Bastet nel mese di ottobre, partecipavano circa settecentomila persone che arrivavano suonando, cantando e spargendo allegria tra il popolo.

In Egitto, in molte città sono stati costruiti templi dedicati al culto di Bast, ad esempio Memphis (Mennefer), Heliopolis (Iunu) e Herakleopolis (Henen-nesut); persino nell’Italia meridionale, in special modo a Pompei, sono state trovate tracce del culto ma la città che le fu più devota rimane Bubastis che nel 350 a.C. fu distrutta dai Persiani.

Dalla seconda dinastia (all’incirca tra il 2890 e il 2686 a.C.), Bast era rappresentata come un gatto del deserto oppure come una leonessa o pantera.

In Egitto quindi  i gatti erano considerati semidei, per questo chi cercava di far loro del male veniva punito in modo esemplare. Bastet proteggeva la casa, le coltivazioni e le provviste, proteggeva dai serpenti, era l’emblema dell’abbondanza economica e soprattutto proteggeva la salute dei gatti.

Bast era definita anche Dea dell’amore, assicurava protezione alle famiglie, con un particolare occhio di riguardo per la fertilità, le nascite e i bambini. In alcune raffigurazioni, si può notare che nella mano sinistra tiene un amuleto a forma di occhio di gatto, (l’utchat o occhio di Ra), che dava il potere di vedere le cose invisibili. Riprodotto nelle decorazioni dei templi e delle abitazioni, proteggeva dalle malattie, dai ladri e dagli incidenti, inoltre per protezione personale veniva portato al collo come ciondolo e se regalato ad una coppia di sposi garantiva la nascita di molti figli.

La Dea Bast non era solo una protettrice ma amava anche i piaceri della vita, il divertimento e le attività rilassanti. Un’altra particolarità era che amasse molto i profumi.

Aveva una personalità positiva ma la sorella gemella Sekhmet, raffigurata come una donna con la testa di una leonessa, era l’esatto opposto. Insieme però rappresentavano il perfetto equilibrio tra il bene e il male. La positività di Bast placava l’aggressività di Sekmet e questo creava l’armonia perfetta. Attraente e al contempo pericolosa, dolce e crudele. Un connubio perfetto.

Una leggenda narra che Ra, offeso dagli uomini, inviò Hator per sterminarli ma la Dea Bast si trasformò in Sekmet e fece una strage tra le fila dei combattenti; in seguito Ra, cercò di rabbonirla con una bevanda composta da birra mescolata con ocra rossa che fece versare sul terreno. Sekmet, attirata dal colore della bevanda che ricordava il sangue lo bevve, si ubriacò e si addormentò, cosa che le fece recuperare la calma. Una volta svegliatasi ritornò ad essere la Dea Bast o Bastet.

Una divinità molto affascinante a cui il popolo egiziano è rimasto sempre devoto.

Se volete visionare con i vostri occhi le statue dedicate alla Dea Bast, potete visitare il museo egizio di Bologna e quello di Torino. Da non perdere sicuramente!

Teresa Breviglieri

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