Le leggende del teschio urlante – Approfondimento di Teresa Breviglieri

Le leggende del teschio urlante – Approfondimento di Teresa Breviglieri

 

i teschi urlantiAvete mai sentito parlare del teschio urlante di Bettiscombe Manor?

Tutto parte da una leggenda.

Il teschio è attribuibile presumibilmente ad un uomo delle Indie Orientali, uno schiavo al servizio del proprietario della casa di nome Azariah Pinney.

Egli aveva espresso in punto di morte il desiderio di essere seppellito nella patria dove era nato ma il suo padrone, fece finta di nulla e lo seppellì nel cimitero locale, nei pressi della chiesa di Bettiscombe.

Poco tempo dopo, pare che dalla tomba iniziarono a sentirsi lamenti e urla gutturali, mentre la casa dove viveva lo schiavo era invasa da Poltergeist. Tutto questo, finì quando il corpo dell’anima inquieta venne riesumato e portato all’interno della casa,  questo atto fu sufficiente a placare la sua ira nonostante le sue ultime volontà  come detto, fossero altre.

In seguito, varie parti del corpo vennero disperse, o secondo altre voci, la salma venne rimandata nelle Indie Orientali, lasciando a Bettiscombe Manor solo il teschio.

 

Secondo un’altra versione, il teschio è tutto quello che resta di una lotta mortale tra Pinney e lo schiavo e non è nemmeno chiaro a chi appartenesse questo teschio, ma la storia non finisce qui!

Nel tempo, molte persone hanno tentato nuovamente di seppellire il teschio; addirittura si dice che qualcuno tentò di liberarsene gettandolo in un pozzo ottenendo i soliti risultati.

Urla fortissime  per cui, chi lo aveva gettato era costretto a recuperarlo e riportarlo in casa.

Pare che una volta il teschio si sia dissepolto da solo, il proprietario della casa l’avrebbe infatti ritrovato fuori dalla fossa in cui lo aveva interrato tre giorni prima.

Nel 1960, lo scrittore Eric Marple, accettò la sfida di passare qualche notte in compagnia del teschio e raccontò di non aver sentito nessun urlo, ma di avere avuto incubi tutta la notte e per questo rifiutò di restare ancora nella casa.

Si racconta inoltre, che in una particolare notte dell’anno, dalla casa parta il corteo funebre del teschio con una carrozza fantasma che percorre la strada fino al cimitero dove il corpo era stato originariamente seppellito.

Nel 1963, si risalì parzialmente all’origine del teschio.

Fu esaminato dall’archeologo Michal Pinney,  proprietario di Bettiscombe Manor, che dichiarò dopo attenti studi ed esami che c’erano molte probabilità che il teschio fosse di una donna risalente all’Età del Ferro.

A tutt’oggi, il teschio è ancora custodito nella casa, in una scatola di cartone dentro un cassetto. Non si sa se siano stati fatti altri tentativi di liberarsene  e se sì, con quale esito, ma di certo, i proprietari sono informati del fatto che “se mai il teschio venisse rimosso dal cassetto, la casa stessa verrebbe scossa fino alle fondamenta, mentre la persona colpevole della profanazione morirebbe entro l’anno.”

Ma quello di Bettiscombe non è l’unico teschio urlante famoso in Gran Bretagna, ce ne sono altri tre.

IL TESCHIO URLANTE DEL MANIERO DI BURTON AGNES.

Pare che appartenga ad Ann Griffith, dello Yorkshire. La donna venne  uccisa e nelle sue ultime volontà, chiese di essere sepolta nella sua casa. Non fu accontentata e poco dopo la sua sepoltura, in cimitero, strani rumori iniziarono a turbare gli abitanti della villa.Così, fu riesumato il corpo della donna, fu staccato il teschio e conservato all’interno dell’abitazione. E come per magia, i rumori cessarono.

Nel tempo, la casa fu ereditata dalla famiglia Boynton che rimosse subito il teschio e i rumori ricominciarono. La famiglia fu costretta a rimettere lo scalpo all’interno dell’abitazione per far finire il tormento.

 

 IL TESCHIO URLANTE DELLA FATTORIA TUNSTEAD

Si crede, che questo teschio, chiamato Dickie, che infesta una fattoria di Tunstead, nei pressi di Chapel en le Frith The skull, appartenga ad una donna.

Il suo fantasma apparse per la prima volta a metà del 1800 per presagire la morte della figlia del proprietario della fattoria, ma poi continuò a “comunicare” facendo strani rumori quando si avvicinavano persone estranee, oppure quando gli animali stavano per ammalarsi o partorire.

Una volta, il teschio fu rubato e portato a Disley, villaggio nella contea del Cheshire in Inghilterra ma le grida e i rumori furono così forti che i ladri lo riportarono indietro dopo pochi giorni.

 

 TESCHIO URLANTE DI WARDLEY HALL

Questo cranio, che riposa dalle parti di Manchester, pare risalga ai tempi di re Edward VI e la leggenda dice che una notte, Roger Downes, pecora nera della famiglia proprietaria di Wardley Hall, si ubriacò e uccise una persona; attaccò uno dei guardiani, il quale si difese e lo decapitò nella lotta per la vita. Quando si provò a bruciare o a liberarsi del teschio, la vita in quella villa divenne un inferno, disturbata da strani eventi e, soprattutto, da violente tempeste.

Ma secondo testi moderni, la leggenda non è veritiera, perché pare che il teschio appartenga in realtà ad un monaco benedettino, Ambrose Edward Barlow, che venne ucciso a Pasqua nel 1641 a causa delle persecuzioni contro i cattolici e la sua testa impalata. Francis Downes e sua moglie, devoti cattolici, ne recuperarono la testa e la portarono a Wardley Hall per nasconderla.

Il cranio, fu riscoperto a metà del 1700 dal nuovo proprietario Matthew Moreton.

Uno dei suoi servi, che lo scambiò per il teschio di un animale, lo gettò nel fossato che circondava la casa e quella notte si abbatté su di essa una terribile tempesta.

Convinto che la tempesta fosse stata scatenata dalle proteste del teschio, che voleva tornare in casa, Moreton fece mettere in secca il fossato e lo recuperò. Una volta riposto nella hall della villa, tornò la pace.

Ambrose Barlow, venne poi riconosciuto come uno dei quaranta martiri cattolici dell’Inghilterra e del Galles e santificato nei secoli successivi.

Whardley Hall è invece diventata la residenza ufficiale del vescovo della chiesa romano cattolica.

Teresa Breviglieri

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