Intervista a Giancarlo Piciarelli creatore del personaggio di Leo Blasi 

Intervista a Giancarlo Piciarelli creatore del personaggio di Leo Blasi 

Giancarlo Piciarelli

Abbiamo da poco recensito “Stelle Rossa e il killer gentile” (Casa Editrice Kimerik) di Giancarlo Piciarelli e abbiamo ora la possibilità di scambiare con lui quattro chiacchiere per conoscere meglio lui ed il suo nuovo romanzo

Buongiorno Giancarlo, se sei d’accordo, ti darei del tu. Partiamo con le domande:

  • È la prima volta che ti recensiamo e che abbiamo il piacere di intervistarti. Come prima cosa mi piacerebbe conoscere meglio l’uomo che si nasconde dietro lo scrittore. Descriviti con tre aggettivi.

Cocciuto, permaloso, frenetico (dando agli aggettivi, spero, l’accezione migliore)

  • Se non sbaglio avevi già, per così dire, “pensionato” un paio di volte il buon Leonardo Blasi. Cos’è che poi ti spinge, per fortuna dico io, a ripensarci e a raccontarne ancora le sue vicende? Questa volta davvero sarà l’ultima indagine del nostro amato Blasi?

Il primo romanzo con protagonista Leo Blasi doveva essere un esperimento, non mi ero mai cimentato con la scrittura di un thriller, credevo fosse una meteora sperimentale ma le centinaia di mail che ricevetti mi costrinsero a continuare. Dopo aver pubblicato con Kimerik “La trilogia di Piazza del Popolo” che conteneva i primi tre romanzi con protagonista il commissario romano, ritenni che il ciclo poteva considerarsi concluso ma non avevo fatto i conti con i miei lettori con i quali si stava creando una situazione simile a quella di “Misery non deve morire”. E’ grazie al loro affetto se poi ho deciso di continuare, poi è stato inevitabile che io mi affezionassi al mio personaggio, tanto che gli ultimi romanzi si sono praticamente scritti da soli. Però c’era un problema che il personaggio di Leo lo avevo immaginato, sin dal primo romanzo vicino alla pensione e quindi mi sono dovuto inventare una serie di stratagemmi per farlo continuare ad indagare. E per rispondere alla tua ultima domanda “Stella Rossa e il killer gentile” non sarà l’ultima avventura di Leo, sto già lavorando al romanzo successivo dal titolo “Diaspora” che uscirà sempre con Kimerik credo ad agosto e ho la sensazione che questa volta sarà veramente l’ultima perché sto già gettando le basi per un nuovo personaggio Nancy Parente una criminologa americana.

  • Come mai hai voluto mandare Leonardo Blasi ad indagare a Parigi?

Perché è una città che mi ha sempre affascinato e dato che Blasi un poco mi somiglia, ha affascinato anche lui. Poi ritenevo che Parigi fosse il luogo ideale dove Stella Rossa e Leo si potessero dire definitivamente addio. Ma mentivo, sapendo di mentire perché il legame tra i due è talmente forte che, nonostante le contraddizioni di un rapporto complicato e altalenante, non finirà mai del tutto.

  • Ormai è da tanti anni che scrivi le avventure di Leonardo Blasi. È corretto dire che un po’ siete cresciuti insieme, siete maturati assieme? Può essere definito come un rapporto di amicizia quello tra un personaggio ed il proprio autore?

E’ diventato qualcosa di più di un rapporto di amicizia. In un intervista mi chiesero se io e Blasi fossimo fondamentalmente la stessa persona, risposi che ovviamente no ma che dopo sette romanzi avevamo assimilato l’uno, parte della personalità dell’altro e in sette anni siamo invecchiati insieme somigliandoci caratterialmente sempre di più.

  • Stella Rossa è sicuramente un personaggio che incuriosisce molto. A chi ti sei ispirato per delinearne la personalità?

Stella Rossa ha una storia particolare. Stavo scrivendo “Effetto Werther” il terzo romanzo della serie, dopo la trilogia, e non riuscivo a focalizzare il personaggio femminile. Volevo inquadrare una donna risoluta, che non amava legarsi e che detestava i luoghi comuni ma non volevo che somigliasse allo stereotipo della femminista. Ero praticamente in panne. Un giorno ne parlai ad una mia cara amica davanti a due cappuccini e fu lei a darmi l’idea, mi disse che una donna così poteva essere un’anarchica (almeno dal punto di vista ideologico) e mi suggerì anche il nome ed è a lei che mi sono ispirato nel creare il personaggio di Stella Rossa. Un personaggio che nell’affetto dei lettori è quasi pari a quello per Blasi. E’ una sorta di spalla di Leo che spesso assurge a protagonista.

  • Spesso in queste interviste chiedo all’autore di immaginare, nel caso fosse possibile proporre sul piccolo o grande schermo, chi sarebbero gli attori più indicati per interpretare i propri personaggi. Secondo te chi vedresti nei panni dei personaggi di questo libro?

Beh la risposta è semplice Giallini come Blasi e Luisa Ranieri come Stella (anche se mi rendo conto di chiedere troppo) poi ci sarebbero una serie di cooprotagonisti che ho cercato di sintetizzare al meglio nei miei romanzi ma la lista sarebbe lunga.

  • Nel tuo romanzo racconti anche l’inizio della pandemia di Covid 19 che ancora ci sta facendo molto molto male. Cosa credi che lascerà questo dramma in eredità al mondo della letteratura?

In fondo la letteratura è uno specchio spesso deformato della realtà quello che la distingue dalla vita reale è la fantasia degli scrittori, quindi fino a qualche tempo fa, per quanto la fantasia fosse cruda, non aveva risvolti nella realtà. Oggi è diverso c’è poco da essere creativi la realtà è superiore a qualsiasi nefasta storia immaginabile e la letteratura ne subirà le conseguenze come ogni altra attività umana, soprattutto perché io credo che l’intera umanità occidentale ed il nostro Paese in particolare siano stati presi impreparati di fronte a questo dramma.

 

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine dei Gufi Narranti.

Grazie a te

 

David Usilla

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