Intervista a Raffaele Costantini – “Il bacio del figlio” – Scatole parlanti

Intervista a Raffaele Costantini – “Il bacio del figlio” – Scatole parlanti

Raffaele Costantini

Abbiamo da poco recensito “Il bacio del figlio” (Scatole parlanti) di Raffaele Costantini e abbiamo ora il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui per approfondire i temi principali del suo ultimo libro.

Buongiorno Raffaele, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darti del tu se per te, ovviamente, non è un problema:

  • È la prima volta che ti recensiamo e che quindi abbiamo il piacere di intervistarti. Ti va di raccontarci qualcosa di te in modo da poterti conoscere meglio?

Certamente.

Ho avuto la fortuna di aver vissuto la mia infanzia a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Un’epoca dalla lettura complessa e non univoca ma certamente, per chi come me l’ha attraversata con i calzoncini corti, non può non essere ricordata che con nostalgia. A questo si aggiunga il fermento nel campo dei mass media che furono letteralmente travolti dalla cultura pop a 360°. Dalla musica alla televisione un fiume variopinto di personaggi invasero le nostre vite come fossero degli alieni. E questi alieni mi attrassero immediatamente. Parlo di Peter Gabriel, David Bowie nella musica, George Luca e Spielberg al cinema, la tv a colori, i cartoni animati giapponesi eccetera eccetera…

Diciamo, una botta di vita e di colore! Come rimanere indenni dopo questa valanga di creatività?

Cominciai prestissimo ad assorbirla questa cultura.

Cominciai a disegnare e a fare del disegno una delle mie passioni che dura ancora oggi.

La musica non ne parliamo.

Mi ricordo al veglioncino di carnevale della terza elementare (1982 mi pare), ci andai vestito non da Zorro o da Pierrot ma con la faccia dipinta come appunto Peter Gabriel in Shock the monkey! Ovviamente me l’ero fatto da solo il trucco davanti allo specchio tra gli sguardi confusi della mia famiglia.

Il tratto che maggiormente mi ha distinto è legato proprio alla creatività. Mi sono divertito negli anni a frequentare compagnie teatrali, gruppi musicali esprimendo la mia voglia di fare qualcosa di straordinario.

Oggi insegno Yoga e continuo a scrivere storie per chi ha voglia di leggerle.

  • Se uno si soffermasse solo sulla copertina potrebbe pensare che questo sia un libro sul calcio, ed invece si tratta di tutt’altro, in realtà tu racconti in maniera anche molto intensa storie che vanno a ripercorrere quelli che sono stati gli anni della tua infanzia e della tua adolescenza, anni che stanno a cavallo tra gli 80 e 90 del secolo scorso. Come mai hai voluto scrivere questo libro?

È stata la voglia di rendere omaggio agli affetti che sono nati in quegli anni e molti sono ancora in piedi: in primis la famiglia, gli amici. E poi perché essendo diventato genitore ho voluto tracciare una mappa dei ricordi che non è solo la mia ma diventa anche del lettore che “riattiva” la sua di memoria.

Uso una scrittura semplice e scorrevole ma intensamente poetica. Mi piace costruire i versi così come si dipinge su una tela. Creo immagini. Suggestioni.

Il calcio che si legge nel libro è quello dei campetti di periferia nutrito dall’eco di ciò che succedeva nelle competizioni della Serie A e di quel famoso mondiale del 1982…

  • All’interno del libro ci sono delle bellissime illustrazioni che, se non sbaglio, sono opera tua. Cosa aggiungono, secondo te, queste immagini a questo libro già di per sé così intenso?

Esattamente, sono mie. Anche qui, credo che riassumano un po’ dei miei esperimenti grafici del passato fino ad approdare all’uso di strumenti tecnologici oggi alla portata di tutti, la tavoletta grafica e i programmi di disegno digitale per esempio.

  • Raffaele Costantini il titolo del libro, che è anche il titolo di uno dei capitoli di cui esso è composto, fa riferimento ad un episodio particolare, questo si legato al calcio. Lo vuoi raccontare a chi ancora non ha letto il libro?

Il Bacio del Figlio prende spunto dal bacio di Dino Zoff sulla guancia di Bearzot dopo la partita Italia-Brasile che condusse gli azzurri a battere la Germania Ovest nella finale dell’11 luglio 1982.

Questo episodio del bacio l’ho recuperato per caso attraverso un pigro vagabondaggio su Youtube un pomeriggio non molto lontano. Mi imbattei in questo video così straordinario e tenero per certi versi che mi suscitò un turbinio di emozioni e ricordi che non volevo più fossero solo “miei” ma che diventassero anche dei miei figli, per tracciare, come dicevo prima, una mappa vera e propria attraverso cui orientarsi.

  • Luglio 82, siamo campioni del mondo di calcio, tu che ricordi hai di quel mese così particolare, partito con una perplessità generale verso la nostra nazionale e finito con un entusiasmo crescente culminato con la gioia finale per la vittoria?

Sì, non era partita benissimo nei pronostici la Nazionale, con alcuni giocatori implicati in storie di calcio scommesse (lo stesso Paolo Rossi, poi completamente scagionato). Ma le favole sono belle perché il trionfo arriva solo dopo una dura lotta contro le forze avverse e così fu infatti. Io ero poco più che un bambino e i miei ricordi frammentati di allora sono simili a una manciata di fotografie sparse qua e là. Ricordo però la festa per le strade in una sorta di delirio collettivo mai più eguagliato nella storia.

  • Tra le tante cose ci racconti delle tue prime esperienze amorose, dei primi baci, delle prime emozioni provate davanti alle ragazze. Oggi credi che per i nostri giovani le emozioni in quei frangenti siano le stesse o qualcosa è cambiato nel modo di vivere queste situazioni?

Si affrontano quel tipo di esperienze con quella necessaria impreparazione che ne amplifica l’impatto. La frase “il primo bacio non si scorda mai” è proprio così, indipendentemente dalla qualità di quel bacio. Il mio, per esempio, fu un cozzare di incisivi ed una risata liberatoria che ricordo arrossendo ancora un po’.

I ragazzi di oggi, non saprei, avranno sicuramente modo di riempire di magia quel tipo di esperienza. Anche se ci appaiono più smaliziati in fondo combattono contro le stesse insicurezze, hanno le nostre stesse paure, i nostri stessi sogni. È l’universalità di certe cose che in fondo ci unisce anche quando cambiano i contesti storici.

Un aspetto però è cambiato: la disponibilità con cui si accede a certe esperienze, sembra che oggi tutto sia un po’ più “facile”. Ma questo lo avrebbe detto anche mio padre nei miei confronti. Sic!

  • Ci sono nuovi progetti letterari nel tuo prossimo futuro di cui a Raffaele Costantini va di anticiparci qualcosa?

Assolutamente!

Continuo a scrivere per una sorta di necessità naturale.

Nel 2024 uscirà il mio terzo lavoro. Sarà un romanzo e sarà anche questo uno spaccato sulla realtà del meridione a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Il sud come luogo senza orizzonti oppure possibile via di riscatto per i suoi giovani protagonisti.

Ci sarà molto mare, vento e… Non posso dirvi altro! 😉

Grazie mille a Raffaele Costantini per la sua disponibilità e non vediamo l’ora di riaverlo nuovamente ospite delle nostre pagine

 

NB:

Il Bacio del figlio è Vincitore del 2° posto al Premio Kerasiòn (Luglio 2022 – San Pietro Apostolo – CZ) con la seguente motivazione:

“Una lettura non soltanto piacevole ma malinconica ed emozionante, grazie proprio a una scrittura matura, vivida e senza fronzoli.”

David Usilla

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.