Il bacio del figlio di Raffaele Costantini (Scatole parlanti)

Il bacio del figlio di Raffaele Costantini (Scatole parlanti)

 

Penso sia capitato a tutti di scoprirsi a pensare agli anni passati, a momenti vissuti da bambini, da ragazzi, a flash di un passato più o meno remoto che però è ancora vivo nel nostro io più profondo, un passato che in qualche modo rimane presente dentro di noi.

L’occasione per fare riemergere i ricordi possono essere i più disparati, da un odore particolare, al passaggio nei pressi di un luogo a noi particolarmente caro, ad un oggetto che per noi ha significato qualcosa di importante, oppure, ai giorni nostri, imbattendoci in qualche video sui social.

Questo guardarsi indietro, questo voler per un attimo far tornare indietro le lancette dell’orologio dei ricordi, questa esigenza di fissare su carta alcune delle esperienze più significative dei tempi che furono è un po’ quello che Raffaele Costantini sembra aver voluto fare con il suo nuovo libro, “Il bacio del figlio” (Scatole parlanti).

È vero che se ci trovassimo in libreria e vedessimo su un ripiano questo volume, penseremmo subito di trovarci difronte ad un’opera a sfondo calcistico, un libro in cui si parla in qualche modo di calcio. Invece no, il calcio c’entra solo di sfuggita, anzi un episodio a sfondo calcistico diventa improvvisamente una chiave che va ad aprire quel forziere pieno di tesori che sono i propri ricordi.

L’episodio in sé non è di quelli che hanno fatto maggiormente la storia, tanto più che avviene in un momento, il finale della partita Italia Brasile 3-2 ai mondiali di Spagna 82, in cui di immagini iconiche ce ne sono davvero in abbondanza, ma è un gesto che, rivisto a distanza di anni in un video su YouTube, ha fatto scattare qualcosa nel profondo dell’anima dell’autore e ha fatto sì che il lucchetto della scatola dei ricordi si aprisse.

La conseguenza più ovvia è stata proprio quella di voler fissare, con uno stile molto raffinato, a tratti onirico, piacevolmente poetico ed evocativo, i propri ricordo su carta. L’episodi a cui mi riferisco, e che dà il titolo sia al libro che ad un suo capitolo, è quello che vede il nostro portiere e capitano Dino Zoff, al termine della vittoriosa partita contro i fortissimi brasiliani, arrivare alle spalle del proprio commissario tecnico, l’indimenticabile Enzo Bearzot, impegnato in un’intervista, e schioccargli un bacio sulla guancia con la tenerezza che potrebbe avere un figlio verso il proprio padre.

Il libro è una raccolta di episodi, quasi un album fotografico, in cui Raffaele Costantini rivive le emozioni del passato, dolori, gioie, scoperte, delusioni, esperienze, paure, insomma, tutto quello che una persona può ricordare dei giorni che furono. C’è in qualche modo anche un ritratto di quelli che erano gli usi, le abitudini, le dinamiche  degli anni a cavallo tra gli 80 e 90 del secolo scorso facendo riaffiorare in noi, a nostra volta, ricordi, emozioni, sensazioni che erano depositati da qualche parte nel nostro cuore, silenti ma comunque presenti. E’ un libro tutto da leggere, da vivere, con il quale emozionarsi e divertirsi.

La cosa più bella è che grazie ai ricordi dell’autore ognuno di noi pian piano si fa un viaggio nei propri e si trova catapultato nei propri in una sorta di ping pong tra le pagine del libro e quelle del nostro cuore.

David Usilla

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