Diario di una stalker mancata –  Francesca Innocenzi  Edizioni Progetto Cultura

Diario di una stalker mancata –  Francesca Innocenzi  Edizioni Progetto Cultura

 

Sarà che la parola stalker a me fa pensare sempre a cose drammatiche, violenza e volgarità, minacce e paura ,che il libro di Francesco Innocenzi mi ha spiazzato e molto più che piacevolmente colpito.

È vero che nel titolo si specifica che si tratta di stalker mancata, ma questo poteva essere interpretato in parecchi modi.

Quello che ci propone l’ autrice è una sorta di diario in cui raccoglie riflessioni e ricordi legati ad una storia d’amore più o meno a senso unico, scritta con una delicatezza e una punta di nostalgia, tipica di chi è stato davvero coinvolto emotivamente ,per non dire proprio innamorato.

Parole che avrebbe dovuto dire a lui, ma che ha preferito, o dovuto, scriverle sulla carta.

La storia d’amore racconta di un quadretto classico visto un milione di volte: lui sposato che fa il primo passo, salvo poi ritrarsi e cadere dalle nuvole attribuendo alla donna la responsabilità di aver frainteso quando lei vuole qualcosa di più.

Il “diario” di Francesca Innocenzi sicuramente darà voce alle parole non dette di molte donne che hanno vissuto un’esperienza simile, se non uguale, dimostrando con classe che ci sono più modi di reagire a qualcosa che noi riteniamo non corretto, e che non sempre deve esserci il male contro male.

In questo testo “Il diario di una stalker mancata” l’uomo viene rappresentato nell’atteggiamento classico che mille volte abbiamo sentito tenere in circostanze analoghe, perché alla fine è sempre la donna quella che ci mette il cuore, che forse lo dona con troppa facilità, che si accontenta di poco  ma quel poco deve esserci,  altrimenti alla fine la dignità ha il sopravvento, e nonostante il dolore si riesce a farsene una ragione.

Del resto uomini e donne reagiscono e si comportano in maniera diversa, a meno che il livello d’amore non abbia superato il limite della razionalità, allora spesso gli atteggiamenti sono uguali e come sempre, in tutti i tipi di eccessi, risultano sbagliati.

Breve ma intenso il libro di Federica Innocenzi va letto per condividere con lei emozioni già vissute o per leggere le sue e risparmiarci così lo strazio di viverle in prima persona,  ragionandoci su.

Consiglio la lettura anche agli uomini che magari si illuminano di immenso e almeno nella vita reale riescono a fare un po’ meglio rispetto al protagonista del libro.

 

Sandra Pauletto

 

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