Intervista a Paolo Perlini – Sweet Jane (Catartica)

Intervista a Paolo Perlini – Sweet Jane” (Catartica)

 

Abbiamo da poco recensito “Sweet Jane” (Catartica) di Paolo Perlini e abbiamo ora la possibilità di approfondire con lei i temi relativi al suo ultimo libro e per farci raccontare qualcosa di lui e dei suoi futuri progetti.

Buongiorno Paolo, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darti del tu se per te non è un problema:

Grazie, nessun problema, anzi, diventa tutto più facile.

  • È la prima volta che ti recensiamo e che quindi abbiamo il piacere di intervistarti. Ci piace prima di tutto conoscere meglio l’autore che andiamo a scoprire di cui impariamo ad apprezzare le opere. Assieme all’artista ci piace conoscere l’uomo. Ci puoi raccontare qualcosa di te?

 

Di me mi piace dire che incastro i suoni nei muri e le parole su carta: fra le tante passioni della gioventù, il pianoforte e la scrittura sono quelle che ho conservato e che esercito quotidianamente. Ma come aggiungo sempre, più che dei miei libri sono orgoglioso delle tre storie serali che per circa cinque anni ho creato e raccontato ai miei due figli. In tutto superano le cinquemila.

 

  • Sweet Jane è un romanzo che appassiona, che tiene il lettore incollato alle sue pagine in maniera quasi magnetica. Paolo Perlini  come è nata l’idea di raccontare questa storia?

 

In realtà è una storia che si è sviluppata un po’ alla volta e che per i temi, le situazioni, le problematiche, richiama i due precedenti romanzi di narrativa che ho pubblicato. In tutti e tre i romanzi troviamo come protagonista un ragazzo adolescente, un amico problematico e qualche adulto che sconvolge le loro vite. In Sweet Jane è la madre di Roberto a sconvolgere la vita del protagonista, Michele. Ed è un gioco che le riesce facile.

Ma se devo trovare l’effetto scatenante che mi ha portato a scrivere Sweet Jane, quello è lo spezzone di un film e di un libro che ancora non ho visto e letto per intero. Intendo The Reader, il romanzo di Bernhard Schlink che è stato portato sugli schermi con la partecipazione di Kate Winslet. Lei è una trentaseienne che seduce uno studente quindicenne. Quei pochi minuti che avevo visto su qualche televisione privata portarono alla mia memoria un altro episodio: nel 1993 un’insegnante francese di 39 anni, moglie e madre di tre figli ebbe una relazione sessuale con un suo studente sedicenne e ne nacque uno scandalo. Quel sedicenne, nel 2017 divenne Presidente della Repubblica Francese.

Ecco, ho provato a immaginare cosa può passare nella testa di un quindicenne che viene sedotto dalla madre del proprio amico. Niente di nuovo, è un tema che in letteratura è stato affrontato più volte. Io credo di averlo fatto in modo garbato, con il mio stile e una musica diversa.

 

 

  • Il tema del calcio, della nazionale azzurra, fa un po’ da sottofondo a questa storia. Tu sei un appassionato di calcio? Preferivi il glorioso calcio anni 80-90 o preferisci quello più professionale di oggi?

Ho giocato a calcio fino all’età di 11 anni ed ero uno dei pochi a calciare sia di destro, sia di sinistro. Poi mi sono cimentato in tanti altri sport e per il calcio ho mantenuto solo un interesse culturale. Non sono tifoso di una squadra in particolare e quindi posso parlare liberamente con tutti. Questo distacco mi consente di guardare le competizioni senza soffrire le delusioni che ho vissuto nel ‘74 e ’78, con il secondo posto della grande Olanda, per la quale tifavo. Del calcio mi piace la letteratura che se ne fa (Osvaldo Soriano, Edmondo Berselli, Gianni Mura…) mentre detesto tutto il resto: le chiacchiere da bar, le notizie in prima pagina, il calcio come religione. Nel 1982 però, era impossibile non tifare e ricordo soprattutto le scommesse che facevo con mio padre. Lui era pessimista, si augurava di perdere con onore. Al contrario, io ero ottimista e con le scommesse ho vinto qualche gelato in più.

  • La storia che racconti si svolge soprattutto tra la città di Verona e la Lessinia con una breve ma importante parentesi tra le acque di Gallipoli. Perché hai ambientato in questa città il tuo romanzo? Che legame hai con la città di Giulietta?

Verona è la mia città e la Lessinia sono i monti più vicini dove spesso vado a camminare. I riferimenti alla città non sono molti, il romanzo potrebbe essere benissimo ambientato da un’altra parte e questa è la soluzione che preferisco. Non mi piace essere troppo descrittivo in senso geografico, preferisco che sia l’immaginazione del lettore ad ambientare il racconto.

 

  • Che progetti hai per il futuro? Stai già lavorando ad un nuovo libro?

Ho un romanzo inedito che concorre alla fase finale del Giallo Festival; un romanzo che potrebbe essere una favola per adulti che ho terminato e sto cercando di rifinire; un saggio in fase di scrittura…e dieci romanzi nel cassetto che non hanno ancora visto la luce.

Grazie mille a Paolo Perlini per la sua disponibilità e speriamo di riaverlo presto nostro ospite sulle pagine dei Gufi Narranti

Grazie a voi per l’ospitalità, a presto.

David Usilla

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