“IL TRADITORE DELLA MAFIA” – Vito Bruschini – Newton Compton Editore –
Scrivere e descrivere “Cosa Nostra” non è cosa nuova per Vito Bruschini, che ha nella sua bibliografia sull’argomento anche “The Father: il Padrino dei Padrini”.
Il suo nuovo romanzo: “Il traditore della mafia” è liberamente ispirato alla vita di Tommaso Buscetta anche se il suo nome non compare. Il personaggio del libro rispetto a quello reale, porta solo il diminutivo del nome. Tommy Branciforte è infatti il protagonista le cui vicende altro non sono, con il beneficio del romanziere, che la vita del primo mafioso “pentito”
L’autore, grazie alla sua prosa che i lettori ormai conoscono bene, punta i riflettori sulle circostanze e l’entroterra che ha fatto del piccolo Tommy Branciforte un mafioso di “tutto rispetto”, per usare un eufemismo.
La penna di Bruschini pur affrontando argomenti e tematiche spigolose, è capace di non far perdere mai di vista il lato umano del protagonista che, per quanto abbia intrapreso una strada sbagliata, resta fedele agli ideali che l’hanno portato a credere che, a suo modo, stava dalla parte giusta.
Quando con il passare del tempo invece si rende conto che il mondo mafioso è cambiato, decide di allontanarsene e di diventare un collaboratore di giustizia, scelta che sappiamo gli costerà cara, non direttamente alla sua persona, ma a tutti coloro i quali in qualche modo gli sono vicini per sangue e parentela, anche alla lontana.
Il traditore della mafia è un libro importante che offre al lettore un punto di vista neutro, oggettivo e fluido su “Cosa Nostra”, il suo evolversi e determinarsi, i suoi intrecci prima con l’economia locale e poi fin oltre oceano, dove trova terreno fertile nella malavita a stelle e strisce.
Seppur senza le pretese del saggio, “Il traditore della mafia” di Vito Bruschini, offre una panoramica completa sulla vita del personaggio principale, utilizzando le informazioni raccolte in un approfondito e lungo lavoro di ricerca, basato sulle documentazioni ufficiali del maxiprocesso e non solo.
In generale la struttura del romanzo, come un uroboro, inizia e finisce e a suo modo ricomincia tornando al punto di partenza, forse a volerci indicare che la guerra con la mafia non è mai finita. Quando le forze dell’ordine riescono ad arrestarne uno non bisogna abbassare la guardia, ma ricominciare da capo, perché per una cosa vista, mille dettagli son sfuggiti, perché purtroppo, nella guerra impari tra mafia e giustizia, là dove l’uomo ha due soli occhi, la piovra ha mille tentacoli.
Sandra Pauletto