Recensione: MELANCONIA ARABA – ABDELLAH TAÏA

MELANCONIA ARABA – ABDELLAH TAÏA

 

ABDELLAH TAÏAIn questo 2020 in cui davvero poco di buono è successo nel mondo, almeno in campo letterario possiamo trovare grande soddisfazione con il volume edito dalla Funambolo Edizioni: Melanconia araba, di Abdellah Taïa.

Prima di parlare del libro, magistralmente tradotto da Stefano Valenti, accendiamo i riflettori sull’autore.

Abdellah Taïa è uno scrittore, ma prima ancora è sceneggiatore e regista nato in Marocco nel 1973 dove vive fino al 1998 quando si trasferisce in Francia.

I suoi romanzi sono in lingua francese e tradotti (meritatamente) in vari paesi nel mondo. In Italia “Melanconia araba” è uno tra i volumi disponibili in italiano, speriamo che la Funambolo Edizioni riesca a portare da noi anche tutti gli altri.

Il romanzo è un’autobiografia che inizia senza mezze misure, senza nessun escamotage letterario per addolcire la pillola. Forte, diretto, sconvolgente, forse disturbante per alcuni, ma poi l’atmosfera cambia fino a diventare, in molti punti, quasi poetica.

La parte della vita dell’autore ,che lui stesso decide di raccontare,  è una finestra su un mondo di cui pochissimi hanno avuto il coraggio di scrivere, ma che invece sarebbe importante conoscere.

Se essere omosessuale è ancora troppo complicato in Europa, figuriamoci in Marocco negli anni ’80. Tutta la pesantezza della situazione viene fatte vivere al lettore nelle prime pagine del libro.

Melanconia araba parla d’amore, di quanto possa essere il più bello e il più devastante dei sentimenti.

Nelle circa centoventi pagine i dialoghi sono pressoché assenti. È un lungo raccontare dell’autore che con la sua prosa spinge il lettore a ragionare con lui sulle fasi della vita, sul ruolo dell’amore che nella vita spesso si rincorrere senza raggiungere, o si raggiunge ma non si trattiene, e non rimane che ricordare con melanconia.

Non solo l’amore è presente nel volume di Abdellah Taïa, anche la morte fa spesso capolino tra le pagine, anche se in pregiata metafora: l’autore che come ogni uomo muore e rinasce davanti a certi avvenimenti della vita.

Questo romanzo è una lunga poesia, che dimostra una volta di più che l’amore è amore a prescindere dal sesso, della persona coinvolta, che allieta e strazia in egual modo sia gli etero che tutti gli altri.

Melanconia araba è anche un inno alla vita, perché per ogni morte c’è una rinascita e una nuova partenza.

Alla fine della lettura avrete vissuto attraverso la scrittura di Abdellah Taïa cose di cui nessuno ha mai osato scrivere e che Funambolo ha avuto coraggio di pubblicare. Piccole e grandi magie dell’editoria indipendente.

Sandra Pauletto

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