Il campo delle ossa – Chiara Forlani – (Nua Edizioni)

Il campo delle ossa – Chiara Forlani – (Nua Edizioni)

 

Dopo le vicende del primo, fortunato, capitolo della saga a lui dedicata, “Delitto sull’Isola Bianca” (Nua Edizioni), torna Attilio Malvezzi detto il foresto e tornano gli abitanti dell’affascinante Isola bianca ma soprattutto torna un’autrice di livello assoluto, Chiara Forlani che con il suo “Il campo delle ossa” (Nua Edizioni) ci porta indietro nel tempo, nell’estate del 1951, e ci porta in uno scorcio di Italia che non viene sovente utilizzato come ambientazione per un romanzo, mi riferisco alle città di Ferrara e Pontelagoscuro e all’affascinante Isola Bianca, un’isoletta fluviale situata in un ansa del Po tra Pontelagoscuro e Francolino.

Ancora una volta il maresciallo Romolo Zeri ha bisogno del suo amico Attilio Malvezzi per venire a capo di un caso che fin da subito si rivela molto complicato.

Questa volta per riuscire a risolvere il caso Attilio dovrà coinvolgere anche la fidanzata, la maestra Adele, e alcuni coprotagonisti che si muovono all’interno del romanzo.

È una storia d’ampio respiro, ricco di personaggi che l’autrice riesce a caratterizzare sia fisicamente che psicologicamente in maniera impeccabile, molto precisa e puntuale.

Anche le descrizioni dei luoghi in cui si svolge la trama sono davvero molto ricche e particolareggiate al punto che il lettore può tranquillamente sentirsi esso stesso parte del contesto.

Ad intrecciarsi alla storia principale ci sono altre storie molto intense, molto coinvolgenti, che arricchiscono ancora di più un romanzo davvero di grande spessore.

Come già anticipato, il personaggio principale è Attilio Malvezzi, conosciuto da tutti come Il Foresto. È un personaggio che non può non entrare nel cuore del lettore, un uomo dotato di un’intelligenza molto raffinata e di una grandissima sensibilità, sempre pronto ad aiutare gli altri.

Il suo Io è però in perenne conflitto tra l’amore per quella terra che rappresenta le sue radici e che ama molto, e un odio recondito per un’esistenza che non riesce a soddisfarlo del tutto, in cui non riesce a sentirsi del tutto appagato.

Come detto all’inizio, ci troviamo calati in una fetta dell’Italia del 1951,  molto diversa da quella di oggi, fatta di gente inevitabilmente molto lontana da quello che siamo noi oggi.

Chiara Forlani è bravissima nel raccontarci in maniera molto precisa la vita di quell’epoca, trasmettendoci quelli che erano anche gli usi ed i costumi di quei tempi.

Da questo punto di vista fa molto riflettere il discorso relativo a come veniva vissuta all’epoca la sessualità e a quali conseguenze poteva portare un cosiddetto “incidente di percorso”.

Non mancano temi di riflessione ed accenni a notizie storiche che sicuramente ci lasciano qualcosa di importante per il nostro bagaglio culturale. Una chicca interessante è rappresentata dalla “Nota dell’autrice e ringraziamenti” in cui Chiara Forlani spiega molte delle cose che racconta nel libro e che aiutano ancora di più ad apprezzare il suo romanzo.

Come sempre si arriva al triste momento di dover salutare tutti quei personaggi che per un po’ ci hanno fatto compagnia e ovviamente non si vede l’ora di ritrovarli presto per vivere nuove emozioni

 

David Usilla

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