MAST PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK fino al 3/1/21 Bologna

PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY

 

Dall’8 ottobre dell’anno 2020 al 3 gennaio 2021 è aperta l’esposizione dei lavori della sesta edizione del concorso fotografico della Fondazione MAST, vinto da Alinka Echeverrìa.

La mostra in questione  intitolata “MAST PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK”, è il risultato di un concorso fotografico che ha per tema l’ industria e  il lavoro e presenta le opere dei cinque finalisti della sesta edizione:

 

Chloe Dewe Mathews,

Alinka Echeverrìa,

Maxime Guyon,

Aapo Hunta

Pablo Lòpez Luz.

Questi giovani fotografi emergenti sono stati selezionati tra ben quarantasette candidati provenienti da tutto il mondo.

I progetti presentati affrontano temi attuali: si parte dai danni dell’ambiente causati dall’agricoltura intensiva, passando al ruolo della donna nel passato e nel presente in campo cinematografico e informatico; poi c’è  un progetto dedicato alla tecnologia e al design del prodotto industriale, finendo con l’impatto dell’intelligenza artificiale sul modo di vivere la vita tradizionalmente e l’omologazione indotta dall’industria globale della moda.

Il vincitore dell’edizione 2020 è Alinka Echeverrìa (Città del Messico, 1981) con il progetto dal titolo “Apparent Femininity”.

Il curatore della mostra, Urs Stahel, ha spiegato di cosa si tratta. “Ogni due anni, la Fondazione MAST, attraverso il MAST Photography Grant on Industry and Work, offre ai giovani fotografi l’opportunità di confrontarsi con le problematiche legate al mondo dell’industria e della tecnica, con i sistemi del lavoro e del capitale, con le invenzioni, gli sviluppi e l’universo della produzione. E spesso il loro sguardo innovativo e inedito ci costringe a scontrarci con incongruenze, fratture, fenomeni e forse perfino abissi che finora avevamo trascurato o cercato di non vedere”. I progetti selezionati per questa sesta edizione sono decisamente diversi fra di loro, ma al contempo sono legati dall’attualità dei temi affrontati e dalla molteplicità dei mezzi di rappresentazione scelti.

Alinka Echeverrìa, vincitrice della sesta edizione, indaga su alcune immagini di femminilità guardando al ruolo svolto dalle donne agli inizi dell’industria del cinema e della programmazione informatica; Chloe Dewe Mathews mostra i danni ambientali delle coltivazioni intensive nei “polytunnel”, che sono le strutture in plastica posizionate su circa quattrocento chilometri quadrati di superficie terrestre per consentire la produzione tutto l’anno di ortaggi; Maxime Guyon, mostra gli aspetti tecnologici e le prestazioni degli aerei; Aapo Huhta esplora il mondo dell’Intelligenza Artificiale e ci mostra come le macchine leggano le immagini in modo sospetto, sollevando dubbi sulle modalità di implementazione dei software; Pablo Lòpez Luz, infine ci mostra le foto di vetrine dei negozi di abbigliamento in America Latina, che resistono all’omologazione imposta dall’industria globale della moda e porta a riflettere sul paesaggio urbano come luogo privilegiato per cogliere le trasformazioni sociali e culturali.

Il “MAST PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK, nasce nel 2007 a sostegno della ricerca sull’immagine dell’industria e del lavoro per dar voce ai talenti emergenti: promosso dalla Fondazione MAST, dà l’opportunità ai fotografi che vincono la borsa di studio di sviluppare un progetto su industria e lavoro e di realizzare una mostra accompagnata da un catalogo. Negli anni, questo concorso ha contribuito a creare una preziosa raccolta fotografica di artisti contemporanei che allo stato attuale fanno parte della storica collezione fotografica industriale della Fondazione MAST, curata da Urs Stahel.

Ed ora un breve excursus incentrato sui finalisti.

Alinka Echeverrìa (Città del Messico, 1981), che con la sua installazione in tre parti Apparent Femininity, indaga come citato poc’anzi sul ruolo delle donne nell’industria cinematografica e la programmazione informatica. Grace, dedicato alla scienziata Grace Hopper, è una animazione tratta da una fotografia di Berenice Abbott (dalla Collezione MAST), rappresenta una programmatrice all’opera. L’animazione, presentata su una tenda LED, è accompagnata da una colonna sonora composta da Daphne Oram, che inventò il graphical sound. Hélène è una installazione di negativi su lastre di vetro e le immagini sono concentrate su mani femminili al lavoro. Con Ada, la fotografia omaggia la matematica Ada Lovelace, considerata da molti la prima programmatrice della storia. In sostanza Alinka Echeverrìa riesce a portare l’attenzione con le fotografie su donne anonime messe a confronto con le pioniere da me citate poc’anzi.

Chloe Dewe Mathews (Londra, Regno Unito, 1982), con il suo progetto indaga sulle dinamiche dell’agricoltura moderna, portando l’attenzione su questioni relative alla produzione e al consumo di cibo, allo sfruttamento delle persone e alla crisi ambientale in corso. Il progetto in questione, è ambientato nel Mar de Plàstico, “mare di plastica” che troviamo a sudovest di Almerìa, nella Spagna meridionale, fra il litorale e la Sierra Nevada, una gigantesca distesa agro-industriale in cui si produce più della metà della frutta e verdura che andrà ad imbandire le tavole di tutta l’Europa. Da questi luoghi mette in evidenza tre realtà importanti ma diverse fra loro: i polytunnek agricoli, una miniera in disuso e i set abbandonati dei film western. Queste strutture fanno da sfondo all’installazione video e fotografica di Chloe e al viaggio di Mauf, i lavoratore stagionale protagonista del video.

Maxime Guyon (Parigi, Francia, 1990), con il progetto Aircraft realizza grandi fotografie digitali di strutture aerodinamiche, turboreattori, pistoni idraulici, connessioni elettriche degli aerei. Milo Keller spiega: “Tutto è a fuoco in queste immagini, dai piani larghi al dettaglio, dallo scheletro di un’intera cabina al più piccolo rivetto. C’è una sensazione di controllo, di visione frammentata ma totale, artificiale, quasi feticista.”

Aapo Huhta (Finlandia, 1985), nel suo progetto “In Sorrow? Very Unlikely”, indaga nel mondo della Intelligenza Artificiale per scoprire come essa percepisce le fotografie fatte dall’uomo. Un progetto costituito da fotografie recenti che lo stesso Huhta ha scelto dal suo archivio personale e ha fatto interpretare dai programmi di riconoscimento delle immagini API Vision di Google e Seeing Al di Microsoft. Le deduzioni in tempo reale eseguite dalle rispettive IA dei programmi di riconoscimento delle immagini sono poi state trasformate in tracce audio. Il risultato è un attrito tra immagine e parola, tra mezzo fotografico e nuove tecnologie che sollevano domande sul ruolo dell’uomo nel futuro scenario produttivo.

Pablo Lòpez Luz, (Messico, 1979), nella serie Baja Moda realizzata in molteplici città dell’America Latina, esplora il mondo industriale e della moda e analizza l’identità e la resistenza della cultura latino americana contemporanea. Luz fotografa i negozi di abbigliamento, le vetrine allestite precariamente ma organizzate con cura, che mostrano come ci sia resistenza nel voler preservare un mestiere e nel rifiuto di arrendersi ai nuovi modelli economici.

Al MAST, inoltre, sempre dall’8 ottobre ha aperto la mostra INVENTION curata da Luce Lebart e Urs Stahel; questa mostra presenta le fotografie delle invenzioni più geniali provenienti dalle collezioni dell’Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nazionali francesi: invenzioni fotografate tra le due Guerre Mondiali presso l’Office des invention su iniziativa di Jules Louis Breton, a capo del Sous-secrétariat D’ETAT aux inventions. Breton, già inventore lui stesso, aveva lo scopo di promuovere la ricerca scientifica e industriale, accelerando i processi e garantendo la trasformazione di un’idea in un oggetto e all’uopo egli favoriva la collaborazione tra scienziati, inventori e industriali. Accompagnava i progetti con le immagini che ne favorivano la valutazione e contribuivano a conservarne la traccia, rappresentando così un’ottima alternativa ai prototipi, facili da archiviare e sempre disponibili per la presentazione di fronte alle commissioni.

La mostra presenta le tante invenzioni presenti nell’archivio di Breton, costituito da oggetti usati e dispositivi attuali. Le immagini hanno un stile fotografico degno di un autore. Luce Lebart spiega: “si tratta di un archivio visivo che colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica. L’elemento comico è tanto più inatteso
in quanto si inserisce in un contesto industriale e scientifico. Come al cinema, queste scene fotografiche ci raccontano delle storie”.

 

FONDAZIONE MAST.
8 ottobre 2020 – 3 gennaio 2021
via Speranza 42, Bologna
www.mast.org

MAST Photography Grant on Industry and Work
www.mastphotogrant.com

“Inventions” a cura di Luce Lebart

Ingresso gratuito su prenotazione

Orari
Da martedì  a domenica 10.00 – 19.00

Ufficio Stampa:
[email protected] – T. 051 6474406
Lucia Crespi – [email protected] – T. 02 89415532

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.