Intervista a Giuliano Bottani autore de ROGAN – L’Occhio di Djarrak

Intervista a Giuliano Bottani autore de ROGAN – L’Occhio di Djarrak

Giuliano Bottani classe 1979 è al suo primo romanzo autoprodotto “ROGAN – L’Occhio di Djarrak”

più o meno in contemporanea è nato anche il blog relativo all’ambientazione del romanzo:

leterredegliantichidei.wordpress.com/

Ragazzo dalle molte passioni ha sperimentato la sua voglia di creare attraverso l’uso di linguaggi artistici che coinvolgono cinema, radio, teatro e musica.

Ma vediamo di conoscerlo meglio…

Innanzitutto grazie per aver accettato di fare quattro chiacchiere con noi.

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D – Per cominciare parliamo del tuo racconto “Né bene né male”: ti ricordi come ti è venuta l’idea per scriverlo?

R – Grazie, innanzituto, a voi che date la possibilità, a chi, come me, si autopubblica, di poter parlare di sé e delle sue opere.

L’idea del racconto è nata da una commistione di eventi: sono da sempre un appassionato di D&D e del role playgaming, gran parte del plot deriva da una sessione in cui facevo il Doungen Master, ma molto probabilmente è stata l’ambientazione de “Le Terre degli Antichi Dei” a spronarmi a scriverne un racconto. Il titolo incarna l’origine di tutta l’idea, perché in un mondo in cui gli uomini sono abbandonati a loro stessi, senza Dei e senza una vera istituzione culturale che possa indicare una base di etica e di educazione civica, tutto ruota intorno alla coscienza dei singoli. Uomini che non hanno il senso di colpa o l’idea della resurrezione, che non vedono nella giustizia terrena la salvezza ma discrezione, poiché il più delle volte è incarnata in figure politiche o religiose che si succedono per diritto di nascita o autoproclamazione. Il confine tra bene e male è, in fondo, il confine che ognuno di noi deve saper riconoscere. I personaggi del racconto sono a loro modo più umani di quanto, in un fantasy, normalmente si possano incontrare: al di là di eroe o antieroe. Vivono le loro esistenze scontrandosi con realtà fisiche, psichiche e spirituali che il più delle volte non comprendono, perché non hanno “guide”. Un processo empirico che, forse, la figura di Mephes incarna alla perfezione.

D – Esiste un prequel? O pensi che potresti farlo? Sarebbe originale, non credo esistano racconti con prequel.

R- Il tuo suggerimento è già in atto. Il blog leterredegliantichidei.wordpress.com è nato per questo. Un progetto parallelo al romanzo Rogan – L’Occhio di Djarrak. Nel blog Reo è lo scrivano delle Terre che vuole portare alla luce cronache, storie, leggende e protagonisti del suo mondo. Nel blog si possono trovare, gratuitamente, racconti e approfondimenti che, o sono già accennati nel romanzo (Rogan nda) o che potrebbero essere inseriti nel prossimo romanzo (sì, ho già pronto il secondo, in fase di editing).

La mia idea è di voler rendere quanto più possibile viva e mutevole l’ambientazione del romanzo, dando modo a chi legge di sentirsene quasi parte. Comunque se scrivessi il prequel, quale dei personaggi ti sono più piaciuti? Mephes? Remo? Ana Ilati o Lyce? In passato sul mio profilo Gplus ho fatto un piccolo sondaggio: Uccidereste una strega? In virtù di un futuro racconto proprio su Lyce…

 

D – Viste le ambientazioni, tra i tuoi autori preferiti c’è forse George R.R. Martin?

R – Di G.R.R. Martin ho letto solo il primo libro della saga del Trono di Spade. Di Tolkien ho letto Lo Hobbit. Ho letto anche molti altri autori fantasy, ma leggo di tutto dal noir all’horror, dal giallo alla fantascienza, dai trattati alle tesi. Ho una sfilza di autori che mi piacciono. Potrei citarne di nomi. Quello che mi ha più colpito è John Fante, vorrei tanto avere la sua capacità di armonizzare le parole, renderle così scorrevoli. Vere. Pulite. Quindi a chi mi ispiro? Da tutti i libri e gli autori che ho letto ho trovato spunti di riflessione che mi hanno aiutato a capire come volevo scrivere e come non volevo scrivere. Da Kafka a Poe, passando da Verne a London, per poi arrivare a Bukowski, per giungere a Palahniuk, Ellis e Bunker. Poi come potrei traslaciare A. C. Doyle e A. Christie? E S. King che sforna libri a profusione? Mishima? Ah, poi, naturalmente amo la filosofia sia occidentale che orientale.

D – Considerata la tua giovane età, l’utilizzo della virtualità con il blog e la tua laurea legata al mondo virtuale, sei un lettore classico che predilige la carta o ti adegui ai tempi usando un e-book?

R – Sinceramente non mi baso sul mezzo, ma su quello che leggo. Ultimamente sto leggendo in carteceo la triologia della fondazione di Isaac Asimov ( in cui mi ritrovo molto nello stile diretto) e diversi ebook di autori italiani e non. Insomma se trovo qualcosa da leggere che mi stuzzica lo compro sia in digitale che in cartaceo. Poi naturalmente approfitto anche delle offerte sugli ebook gratuiti!

D – Il tuo libro: “ROGAN – L’Occhio di Djarrak” (323 pagine) è autoprodotto, una scelta coraggiosa, vuoi dirci qualcosa in merito?

R – Coraggioso non lo so. Forse intraprendenza o libertà di poter scrivere quello che si ha in testa senza passare attraverso un team di professionisti che sanno consigliarti un prodotto, sicuramente, vendibile. Ho mandato il romanzo, durante i suoi vari editing, a tante case editrici che non mi ricordo neanche più i loro nomi. Da quello che mi ha sparato 150000 euro a quello che mi ha chiesto pochi centinaia di euro per la promozione. Ho capito che non erano realmente interessati o che io ancora non ero pronto. Nell’ultimo anno, grazie anche al blog e a persone care che mi hanno sostenuto, ho deciso di fare tutto da solo: editing, grafica e promozione. Con Amazon ho trovato una piattaforma diretta e semplice per pubblicare e mi sono buttato. Non so se venderò o meno, ma poco mi interessa, perché il mio scrivere non è un lavoro. Io non lo concepisco come una rendita, non so se sono un bravo scrittore ma, sinceramente, mi piace scrivere, mi piace raccontare, e la mia immagine del narratore è quella di un vecchietto che con la voce profonda evoca storie ad amici e parenti, tutti intorno ad un fuoco.

D – Il romanzo è uscito anche in formato digitale?

R – Il romanzo è in formato ebook in promozione a pochi centesimi.

Ero indeciso se mettere in vendita il doppio formato, ma se devo essere sincero sono contento di aver fatto questa scelta, così lo possono acquistare tutti, senza distinzione.

D – Dal tuo curriculum leggiamo che hai spaziato varie forme comunicative, perchè alla fine prediligi la scrittura su tutte le altre?

R- Come tutti quelli che amano leggere, che divorano i libri anche in pochi giorni, si apprezza la forza delle parole. Le parole possono ferire come un’arma o entrarti dentro come un’idea.

Le parole ci accompagnano in tutte le ore del giorno ed è attraverso i libri che la cultura può divulgarsi. Con un libro puoi ritrovarti. Puoi anche perderti. Le altre forme artisctiche sono più complesse, hanno strumenti o mezzi con cui chi crea deve fare i conti. Per scrivere basta poco ma devi avere qualcosa da dire. E più è vero quel che dici più diventa semplice scriverlo. Forse per questo amo gli aforismi.

D – Solitamente gli autori di professione si specializzano in un genere o peggio, per paura di deludere i lettori non lo cambiano mai, vedi la Rowling che per allontanarsi da Potter ha dovuto usare uno pseudonimo. Hai anche tu un tuo genere fisso?

R – Non ho un genere di riferimento, mi piace avere la libertà di spaziare all’interno della storia e della narrazione. Credo fermamente che siano i personaggi a rendere interessanti le storie, anche perché la struttura di ogni racconto o romanzo che sia, ha elementi comuni che si riprongono in maniera diversa, come ha evidenziato V. J. Propp nel libro “Morfologia della fiaba”.
Durante la narrazione ci si appassiona non solo alla storia, ma soprattutto ai personaggi e le loro azioni, al contesto. Nel cinema moltissimo dipende dalla fotografia e dalla musica, sono loro a rendere il “timbro” e il “tono” del film.
Ho scritto, e scrivo, opere che spaziano dall’horror al noir, dal comico al thriller, dal fantasy alla fantascienza. Ogni storia è un viaggio in un mondo fatto di parole, situazioni, e scelte che vivo pagina dopo pagina. Sono io il primo a lasciarmi trasportare dal racconto, percorrendo il viaggio insieme ai miei personaggi.

– Grazie per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il tuo romanzo dai Gufi Narranti!

– Grazie siete stati veramente molto gentili a contattarmi! In bocca al lupo per il vostro interessante blog!

 

4 Risposte a “Intervista a Giuliano Bottani autore de ROGAN – L’Occhio di Djarrak”

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