Intervista Errico Nero “Un errore di inesperienza”

Intervista ad Errico Nero “Un errore di inesperienza”

Errico Nero è un autore esordiente che promette molto bene. La sua vera identità è segreta, ma ci è stata concessa una foto..

Errico

Abbiamo recensito il suo libro: “Un errore di inesperienza” edito dalla Libro mania e ora vogliamo conoscerlo meglio con una breve intervista.

Ciao, grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darci del tu?

Certo, anzi ti ringrazio dato che non mi piace dare del lei.

La prima domanda è d’obbligo, perché uno pseudonimo?

La versione romantica è che Errico Nero è sempre stato lo pseudonimo che avevo in testa mentre scrivevo questo romanzo, quindi si potrebbe dire che sia stato lui a scriverlo e non io. La verità è che non ho mai pensato che il mio nome potesse avere la benché minima importanza per questo libro, per quanto mi riguarda poteva uscire come scritto da “x” e non sarebbe cambiato nulla. Mi rendo conto però di avere un punto di vista abbastanza impopolare.

A cosa ti sei ispirato per il tuo romanzo?

La prima intuizione è venuta fuori durante una chiacchierata con un’amica, sotto forma di una battuta. Alcuni argomenti, ad esempio il rapporto dell’uomo con la tecnologia, sono quelli che vorrei fossero il cardine del mio lavoro. Qualcosa mi è capitato persino di sognarlo, probabilmente a causa dell’auto suggestione durante il processo di creazione. Per quanto riguarda l’ispirazione da un punto di vista delle opere è difficile dare indicazioni specifiche, le influenze sono sempre molteplici e spesso si muovono a livello inconscio. Più che altro ho cercato ispirazione in determinati modelli di struttura narrativa, non per forza legati al mondo della letteratura.

Visto che sei un personaggio misterioso, quale delle persone che troviamo nel libro ci può dare qualche indizio su di te?

Credo che ogni personaggio sia allo stesso tempo l’autore e l’antitesi dell’autore, o in questo caso particolare me e l’antitesi di me. Entrando più nello specifico posso dire che non c’è stato da parte mia un processo razionale di costruzione di un personaggio attraverso similitudini con il mio carattere, ma posso parafrasare un modo di dire e rispondere che “l’autore è nei dettagli”.

Perché hai deciso di scrivere un noir?

Questa storia, dal primo momento in cui ho cominciato a immaginarla, ha sempre avuto un’atmosfera ben precisa e credo che questa si sia poi riversata tra le pagine del libro, anche nel “colore” che la definisce.

Come hai scelto il nome Sloe per una delle protagoniste?

“Sloe” è la parola inglese che identifica il prugnolo selvatico, una pianta molto bella nonché carica di spine, contrasto in qualche modo efficace a descrivere i tratti caratteristici di Agnese. Il passato della Sloe è rilevante all’interno della vicenda, tuttavia non mi è stato possibile concedere lo spazio che meritano le origini anglosassoni della sua famiglia e il motivo per cui si trasferì in Italia, ma sono sicuro che quella storia verrà fuori in qualche episodio successivo.

Pensi che ritroveremo alcuni personaggi nel tuo prossimo romanzo?

La mia idea legata a questo romanzo è sempre stata quella di scrivere il primo capitolo di una serie di libri “corali”. Quindi l’intenzione è di dare continuità a uno o più personaggi nel prossimo episodio, anche rivoluzionando l’ambientazione, ed è evidente che il prossimo libro potrebbe essere ambientato in qualsiasi zona del mondo, o anche rivoluzionando i loro stessi ruoli, da protagonisti a comparse, da carnefici a vittime. Mi piace molto rigirare le carte in tavola, probabilmente leggendo il romanzo questa mia passione non passa inosservata.

E infine la solita domanda dei gufi, c’è un libro poco famoso che a te è piaciuto e consiglieresti ai nostri lettori?

Mi perdonerai se mi prendo una piccola deroga alla domanda e faccio il nome di due romanzi per nulla sconosciuti: credo che sarebbe una lettura appassionante per chiunque quella de “Il Conte di Montecristo”, una storia con un valore letterario inestimabile e forse un po’ sottovalutato; come lo sarebbe quella di “Fontamara” di Ignazio Silone, in questo caso il consiglio riguarda forse più la rilevanza storica e sociale del libro, comunque un testo da non abbandonare se non addirittura da riscoprire. Mi trovo più in difficoltà quando devo consigliare un thriller, un giallo o un noir perché ho dei gusti abbastanza particolari, ma faccio un nome che non mi è dispiaciuto tra le letture più recenti: “Red Dragon” di Thomas Harris.

Ringraziamo Errico Nero per la disponibilità, in bocca al lupo per il tuo romanzo e alla prossima sulle pagine dei gufi narranti!

Grazie a tutti voi e viva il lupo!

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