Intervista agli Shenanigans per Muta In Potenza
Gli Shenanigans da Parma sono fautori di un crossover thrash estremamente ottantiano. Sono in circolazione dal 2014 e nel 2015 hanno pubblicato la loro prima demo, Assenza Di Eroi. Un esordio che ha catturato subito la mia attenzione per via delle sonorità marce e scure e dei testi totalmente in italiano. Ho avuto il piacere di seguire anche qualche loro esibizione dal vivo e il nostro incontro ha fatto si che gli Shenanigans venissero a conoscenza de I Gufi Narranti. Perciò come a volte capita, dopo la recensione ecco che scatta l’intervista. Buona lettura!
- Ciao ragazzi, benvenuti su I Gufi Narranti! Innanzitutto, con un nome così particolare, la cosa migliore è fare un po’ chiarezza per i nostri lettori. Qual è il significato della parola Shenanigans e come mai è diventata il nome del gruppo?
Ciao a voi! “Shenanigans” è uno slang irlandese e significa letteralmente “imbroglioni”. L’abbiamo scelto perché sin dalla prima prova ci siamo legati al pezzo omonimo degli S.O.D. (canzone, che tra l’altro, abbiamo suonato in quasi tutti i concerti fatti fino ad adesso). Inizialmente, ci rifacevamo principalmente al significato letterale della parola, anche perché siamo nati come gruppo che si occupava solo di cover, che però “imbrogliava”, quindi non eseguiva i soliti brani di Ac Dc, Guns ‘N’ Roses, ecc… ma classici di Thrash – Hc – Punk Rock. Poi, abbiamo iniziato a comporre pezzi nostri e i testi hanno preso una direzione inspiegabilmente seria, pertanto abbiamo optato per il secondo significato del testo dei S.O.D, cioè che nessuno può dirti ciò che devi fare della tua vita, a patto che tu non infastidisca il prossimo.
- Se non vado errato ad oggi resiste ancora la formazione attuale. Certo, quattro anni non sono tantissimi, ma ci sono anche gruppi a cui le cose vanno molto peggio sotto questo punto di vista. E’ segno di una grande coesione che vi fa’ mirare tutti verso la stessa direzione e di un rapporto saldo?
Abbiamo siglato un contratto quinquennale da un milione di euro con la Sony, quindi non ci conviene fare passi falsi. Scherzi a parte sì, al netto di tutti gli impegni che possiamo avere, ci frequentiamo spesso, anche solo per guardare film, ascoltare musica e altre stronzate di questo genere.
- Io appoggio fermamente la scelta di cantare in italiano. Per molti è ancora un tabù. Voi come siete arrivati a questa decisione?
La scelta è derivata principalmente dalla passione per band quali: Negazione, Dsa Commando, Nerorgasmo, Cripple Bastards, Distruzione, ecc… Avevamo bisogno della nostra lingua madre per mettere a nudo al 100% certe tematiche presenti nei nostri testi.
- Come avviene il processo di composizione in studio? Chi scrive i testi? C’è qualcuno che compone principalmente rispetto agli altri? Insomma, come saltano fuori i brani degli Shenanigans?
Quando iniziamo a comporre un nuovo pezzo sembra di essere alla borsa di Wall Street: in pratica il primo di noi che arriva con un buon riff si “accaparra” la canzone, nel senso che poi si prosegue a svilupparla da quella prima bozza. Tendenzialmente, questa prima fase la portiamo avanti in modo casalingo, poi il resto la sviluppiamo in saletta. I testi li scrive principalmente il Macina ed in seguito vediamo di far quadrare linea vocale e musica.
- Utilizzando la nostra lingua madre il significato delle canzoni, che magari a prima vista può risultare comunque criptico, guadagna ancora più fascino ed interesse. Ci potete spiegare di cosa parlano i testi di Muta In Potenza e il significato di un titolo così enigmatico?
“Muta In Potenza” in contrasto con il primo pezzo “Muta IMpotenza”, allude a un dilemma che ci siamo posti ovvero: una persona sceglie di essere retta perché ha una forte moralità radicata (quindi “diventa potente”), oppure perché timorata dalle conseguenze che derivano dal lasciarsi andare al male (quindi “impotente e codarda”). Questo rappresenta il filo conduttore di tutti i pezzi; per il resto, citando altri brani del disco: Cammini Disgregati parla del passato delle persone e di come molti romanzino per sentirsi in pace con la propria coscienza, Io Non Esisto si occupa delle brutture dei Social Network, Bambino Soldato delle ambizioni imposte dai genitori e Alfa 3 del delitto Aldrovandi.
- Come vi ponete di fronte all’attività dal vivo? La trovate faticosa? La reggete bene? Avete già fatto dei tour all’estero o in Italia? Se si, come vi siete trovati? Se no, avete qualcosa in programma?
La dimensione live è sicuramente la migliore di tutte, quella che più appaga. Il problema è che con questi generi molto “fisici” si ha sempre un po’ il timore, se non si sta sull’attenti, di perdere colpi e fare pasticci. Per quanto riguarda tour o date, ci stiamo lavorando ma si andrà a Novembre e Dicembre!
- Uno dei tanti problemi (perchè suonare metal al giorno d’oggi può essere cosa deleteria sotto molti punti di vista, ahimè) è il rapporto fra creazione musicale, esibizione e impegni legati al mantenimento di un gruppo, con consecutiva ed immediata fatica fisica e mentale, e guadagno. Molte volte i due valori sono inversamente proporzionali e a questo punto di solito cominciano gli scazzi. Voi come vi ponete di fronte alla questione? Ritenete ad esempio che per l’attività live debba esserci sempre un compenso fisso o siete della scuola che: ogni situazione a qualunque condizione va bene, l’importante è suonare? O magari optate per una via di mezzo?
Basandoci sulla nostra breve avventura, pensiamo che un minimo di cachet debba essere garantito a chiunque, chiamare una band a suonare nel proprio locale, nella propria situazione, significa apprezzare e investire in quel progetto e quindi va da sé che qualcosa debba essere corrisposto. Il rovescio della medaglia, è che il pubblico dovrebbe partecipare anche se il concerto non è gratis. Portare avanti un progetto underground non è semplice dal punto di vista dei costi, quindi spesso e volentieri basta un ingresso minimo per far sì che la band venga pagata e, più alla lunga, continui a registrare materiale.
- Thrash metal, heavy metal, hardcore punk e altre sfumature provenienti dagli anni ’80 sono ad oggi abbastanza fuori moda, anche nel panorama alternativo. Come vi spiegate invece il grande interesse che suscitano ancora più facilmente generi come lo stoner, il doom, che fra l’altro confluiscono spesso nella musica alternativa ed estrema post metal più recente? Voi cosa ne pensate ad esempio dei gruppi che affollano oggi l’underground, che mischiano generi differenti, come l’hardcore, il post metal, il black metal, la psichedelia, nel tentativo di rimanere al passo coi tempi?
Tu hai citato il trend del Doom e dello Stoner, in realtà, secondo noi, questo ragionamento si può applicare un po’ a tutti i sottogeneri. Moltissime persone vivono la musica di “genere”, badandosi più sull’attitudine che sui singoli pezzi dei gruppi che, al contrario, dovrebbero essere il focus principale. Detto questo, noi non siamo qui per giudicare nessuno, certo che un po’ meno superficialità non guasterebbe. Rispetto alla seconda domanda, se come dici tu, lo fanno per rimanere al passo con i tempi e non perché spinti da diverse influenze nel loro background personale, troviamo la scelta molto discutibile. Noi, per esempio, componiamo in modo libero, se un’idea ci piace la sviluppiamo senza pensare “questo riff è Thrashcore, questo non lo è”.
- Ci volete consigliare dei dischi usciti ultimamente che vi sono piaciuti particolarmente?
Vi consigliamo i seguenti dischi usciti nell’ultimo anno:
Altjira – Pyretic; Black Gremlin – The Fun Is Over; Antares – Astrophobia; Vexovoid – Call Of The Starforger; Gravesite – Neverending Trail Of Skulls; Slayer – Reign In Blood
Qui trovate il link bandcamp per ascoltare, scaricare ed acquistare Muta In Potenza!
shenanigansit.bandcamp.com/Zanini Marco