Intervista a Pamela Luidelli –  “Un caffè per l’assassino” – Edizioni Horti di Giano 

Intervista a Pamela Luidelli –  ” Un caffè per l’assassino ” – Edizioni Horti di Giano 

Abbiamo da poco recensito il romanzo di Pamela Luidelli: “Un caffè per l’assassino” edito da Horti di Giano, abbiamo ora la possibilità di scambiare con lei quattro chiacchiere.

 

Ciao Pamela Grazie per essere venuta a trovarci possiamo darci del tu?

 Ti ringrazio per quest’intervista stimolante e, ovviamente, possiamo darci del tu.

 

Come nasce il personaggio adorabile di Beatrice Testaccio?

 Tutto ha avuto inizio quando mi sono recata ad assistere alla presentazione di una rinomata scrittrice di gialli. Sono rimasta incantata dal suo personaggio e dalla sua storia, tanto da tornare a casa con la curiosità di sperimentare anche io la scrittura di un cozy mystery. La notte è stata mia alleata e al mattino, mentre già stavo lavorando su un altro romanzo, ho iniziato a scrivere qualche riga. Ma il personaggio che avevo creato mi ha letteralmente conquistato, tanto da farmi proseguire nella stesura del testo fino alla creazione di Beatrice Testaccio. Ma i personaggi hanno preso vita propria: in particolare Beatrice Testaccio. È diventata talmente reale che ha aperto la sua pagina su Facebbok: www.facebook.com/profile.php?id=100094763396969&locale=it_IT

e Intagram: beatrice_testaccio

In pratica, quando chiami me, risponde Beatrice! Scrivere di lei è stato un’avventura divertente e avvincente, e se un giorno dovesse scomparire… beh, credo che partirò alla sua ricerca!

 

Nei ringraziamenti dici di amare molto gli animali, ma nessuno dei tuoi protagonisti ne possiede uno in questa sua seconda avventura, c’è un motivo particolare?

 Sono un’appassionata dei nostri amici a quattro zampe e, ogni volta che ho la possibilità, accolgo come compagni i cani che si trovano in canile o che purtroppo rischiano di finirci. Nel corso delle mie interminabili giornate di studio, ho sempre al mio fianco Artù, una montagna di cuore che, sfortunatamente, all’età di due mesi, aveva già subito l’amputazione della coda e stava finendo sotto sotto una macchina. Con amore lo abbiamo accolto nella nostra famiglia, e ora, a sette anni, è diventato un membro insostituibile. Qualche anno fa ho perso la mia amata lupotta dopo 17 anni di felice compagnia. Il dolore della sua scomparsa è stato così profondo che ho pianto per tre giorni interi. Anche adesso, ogni volta che adocchio un cane che le somiglia, sento un improvviso brivido al cuore.

Anche se mi occupo principalmente di altri soggetti nella mia scrittura, il mio rapporto con gli animali è immenso. Nella mia ultima fatica, “Pennellate di bugie”, ho inserito una vicenda che coinvolge un cane e ogni volta mi commuovo sempre. Sarà per questo che, se posso, evito.

Comunque prevedo di fare un regalo alla mia amica Beatrice… quando entrambe saremo pronte.

 

Adoro il personaggio della Contessa puoi dirci qualcosa in più di lei?

 Questa domanda mi fa sorridere. Ogni personaggio di Castel Lassù ha una qualche traccia della mia personalità, ma la Contessa è unica nel suo genere.  Non posso negare che anch’io, quando sono tra le mura di casa, mi lasci andare a qualche colorita espressione linguistica. Naturalmente, nella sua interpretazione, ho esagerato con questo mio vizio. Questa meravigliosa donna è un mix esplosivo di eleganza e audacia, con un temperamento più forte di un caffè espresso quadruplo. Devi sapere, in via confidenziale, che ogni settimana organizza una partita di poker che la trasforma in una regina del tavolo, ma non lo fa con la classica posa da gioco: si siede come una principessa su un cuscino di Giorgio Armanno, con la sigaretta (spenta, per fortuna) tra i denti. Dice che sta cercando di smettere di fumare. La sua abilità nella distribuzione delle carte è veloce quanto un bradipo in letargo, senza mai distogliere lo sguardo dagli avversari manda occhiate ammiccanti. Offre sempre un bicchiere di latte caldo con una goccia di cognac, per rendere tutti più allegri. Dicono che sia impossibile batterla, ma io credo che non ci sia nulla che la Contessa non possa fare!

 

Ho visto che la tua bibliografia comprende anche un libro ambientato nel mondo della boxe, vuoi raccontarci qualcosa in particolare su questo tuo romanzo?

 Il romanzo “Diretto all’inferno” è un romanzo che ho scritto con passione e dedizione, e che ancora oggi tiene un posto speciale nel mio cuore. Si tratta di un giallo italiano che segue le vicende di una determinata investigatrice, la quale, con la collaborazione di un avvocato intransigente e borioso, riesce a fare luce su un intricato caso di rapimento di una giornalista.

I personaggi che popolano le pagine di questa storia sono due individui dal carattere ben distinto, ma entrambi dotati di una loro legittima visione del mondo. Mi riferisco alla determinata investigatrice e all’avvocato, ai quali ho voluto donare, rispettivamente, un’aura di intraprendenza e una punta di rudezza.

La vicenda ruota attorno a un pugile, fidanzato della giovane giornalista rapita, e le indagini porteranno all’arresto del colpevole. Ho lavorato a questo progetto per circa un anno, avvalendomi della collaborazione dei migliori esperti del settore, tra cui il campione italiano dei pesi medio massimi Adriano Sperandio, che ringrazio di cuore, e un investigatore privato, che desidera rimanere nell’anonimato, l’allenatore Giuseppe Fedele. Ho studiato diverse biografie di pugili famosi, guardato numerosi film e seguito diversi incontri per poter scrivere un romanzo credibile ed accurato.

Credo fortemente che un autore scriva sempre meno di quello che sa, e ho deciso di rimettere in discussione le mie capacità di scrittura, di superare i miei limiti e di concretizzare una sfida personale. Il risultato è un romanzo che ho scritto con passione, impegno e grande attenzione ai dettagli e ai sentimenti.

 

Quando hai capito che avevi la passione per la scrittura?

 La mia passione per la scrittura è sbocciata tardivamente, la mia inclinazione alla lettura mi ha preceduta. È stato grazie all’incoraggiamento di mio marito che ho iniziato a scrivere, ha inferto la scintilla che mi ha accesa.  Dovrò per sempre essergli grata, poiché le sue influenze hanno fornito vita ai miei personaggi maschili, diventando una fonte d’ispirazione continua.

 

C’è qualche autore al quale ti ispiri o aspiri di eguagliare?

 Sono una lettrice vorace e adoro tutti gli scrittori, anche se ovviamente ne ho alcuni che preferisco come Stuart MCBrade, Jeri Westerson, Michael Connelly… Sono fermamente convinta che ogni autore stia alla base del proprio stile di scrittura, unico e distintivo rispetto a tutti gli altri. Per questo sono grandi scrittori. Credo che l’autenticità sia la chiave della bravura: non si diventa bravi copiando o emulando uno stile altrui senza possederne la propria personalità. La lettura è un fondamentale nutrimento dell’intelletto e una palestra intrinseca per la mente. Accumulare conoscenze e trarre ispirazione dalle storie e dalle esperienze altrui è il primo passo per creare una propria visione unica del mondo. Non limitarsi a ricordare, ma utilizzare le letture come base per costruire un’opinione personale e coltivare la creatività. Preferisco rimanere semplicemente me stessa.

 

Quale dei tuoi personaggi ti assomiglia di più?

Indiscutibilmente, la scelta più ragionevole ricade su Beatrice Testaccio e le sue paranoie (sorrido quando mi fanno questa domanda).

 

Avresti immaginato mentre creavi il personaggio della Testaccio che sarebbe potuto diventare la protagonista di una serie?

Onestamente, la mia risposta sarebbe negativa. Tuttavia, posso dire che il desiderio di ogni autore sia quello di vedere il proprio lavoro coronato da successo e riconoscimento. Proporrei ai lettori una campagna “Aiutiamo Beatrice a trovare l’amore … nel cinema” segnalando il suo CV a qualche produttore di talento e incrociamo le dita in attesa che la fortuna baci la barista con un successo strepitoso.

 

Di tutti i libri che hai scritto, ce n’è uno a cui sei più legata?

 La verità è che sono legata a tutti in modi diversi. Quando scrivo le avventure di Beatrice, sorrido da sola e mi infonde buonumore. Mentre per quanto riguarda “Diretto all’inferno”, ho voluto dimostrare a me stessa di essere in grado di cambiare genere, di sfidare le mie abitudini. “Pennellate di bugie” invece, è un romanzo intriso di emozioni che riflettono appieno il mio essere.

 

Qual è stato a tuo avviso quello più difficile da scrivere?

 Senza dubbio Diretto all’inferno.

 

Hai preso in considerazione di trasformare le avventure della Testaccio in audiolibro?  tu li ascolti?

 Un caffè per la vittima, la prima avventura di Beatrice era stato creato dall’ allora casa editrice in audio libro. Ammetto di essere una lettrice accanita di libri cartacei, nutro una certa passione per il tradizionale, ma senza dubbio nella vita non si sa mai, potrei cambiare idea.

 

Stai lavorando ad un nuovo progetto?

 Attualmente sono impegnata su tre progetti simultaneamente.

Sto rieditando “Un caffè con la vittima”, arricchendolo di contenuti inediti e una sorpresa che sicuramente piacerà al lettore. Sono alle prese con la stesura del terzo capitolo di Beatrice e concludendo la scrittura di un nuovo romanzo noir. Diciamo che la mia mente è in fermento.

 

Grazie mille a Pamela Luidelli per la disponibilità e arrivederci a presto sulle pagine dei gufi narranti

Vi ringrazio per la stimolante intervista. Desidero fare una raccomandazione ai preziosi lettori: non perdete l’occasione di seguire attentamente la pagina dei Gufi Narranti, poiché ne trarrete sicuramente giovamento. Alla prossima…

 

Sandra Pauletto

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