Recensione: Black Square. La fuga del giovane Holden – Maria Rosaria Petti
Quello che ci si trova tra le mani leggendo “Black Square. La fuga del giovane Holden” de “L’Erudita, è il classico libro in cui i desideri del lettore si possono avverare e c’è già da sperare che Maria Rosaria Petti stia pensando ad un sequel.
Cosa può esserci di più bello per un lettore che poter vedere “in vita” personaggi che il tempo o la storia hanno condannato a morte?
Questo è il miracolo che avviene in “Black Square”. Sarà una sorta di viaggio distopico dove le cose andranno in modo “diverso” non per forza meglio o peggio, questo lo deciderete voi.
Abbandonate certezza e consuetudini, perché nel romanzo tutto può succedere, ed è scritto talmente bene che qualsiasi cosa accada è comunque un piacere per gli occhi.
Il romanzo mediamente lungo, con le sue quasi 300 pagine, scivola via in un soffio e lascia addosso il rammarico della fine, non perché questa sia diversa delle aspettative o deludente, ma viceversa perché quando i libri sono belli per quanto possano finire bene, è una tristezza arrivare all’ultima pagina e doversi separare dai protagonisti, che fino a qualche riga prima, hanno saputo emozionarti, farti ragionare, riflettere o anche semplicemente come farti compagnia.
Volete sapere che c’entra nel titolo “Il giovane Holden”? Si sta parlando proprio di quel personaggio amato e odiato ai tempi del liceo?
Sì è proprio lui, ma non preoccupatevi se della storia non vi ricordate un granché, anzi a me leggere “Black Square. La fuga del giovane Holden” ha messo voglia di riprendere in mano il classico per trovarmi faccia a faccia con il personaggio principale. Il libro edito da l’Erudita è davvero un testo originale e a tratti geniale, che merita attenzione e promozione, quindi leggetelo e fatelo leggere perché merita le luci della ribalta.
Sandra Pauletto