Intervista ad Andrea Coco autore di Spacefood (La nuova gastronomia siderale)

Intervista ad Andrea Coco autore di Spacefood (La nuova gastronomia siderale)

Andrea Coco è nato nel 1964 a Roma. Ha al suo attivo diversi racconti e qualche romanzo. Noi abbiamo recensito Spacefood disponibile nel nostro archivio.

Vediamo di conoscerlo meglio con una breve intervista fatta da Emanuele Airola

Buongiorno Andrea, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Possiamo darci del “tu”?

Con piacere.

Ho trovato molto piacevole e divertente leggere il tuo libro. Che percorso ti ha portato prima a concepire l’idea e poi sviluppare il progetto di questa opera?

L’idea di partenza risale a qualche anno fa, quando segnalavo per una rivista di turismo i ristoranti che iniziavano l’attività. A questa attività giornalistica si è poi aggiunta la lettura dei romanzi di Ruth Reichl, una giornalista americana che racconta nelle sue opere le avventure di critica gastronomica. La passione per la fantascienza, in particolare quella umoristica, ha fatto il resto.

Affascinante l’idea della enogastronomia come filo conduttore di tutte le avventure dei personaggi, cosa ti ha portato a questa peculiare scelta?

Direi in parte le mie avventure giornalistiche, ma e soprattutto quelle che ho vissuto da cliente dei locali dove mi sono fermato a mangiare. Il ristorante “la Sacrestia” (descritto nel secondo capitolo) e tutti i locali presenti nel terzo capitolo sono stati provati dal sottoscritto, con risultati analoghi a quelli raccontati nell’opera.

Interessante l’alternanza nel genere delle avventure vissute dai nostri protagonisti. È stata una scelta pianificata oppure sviluppatasi durante la stesura dell’opera?

Il testo ha avuto una lunga stesura. Il primo capitolo risale al 2005 ed è stato pubblicato su una rivista di fantascienza “Futuro Europa”, pubblicata dalla Perseo Libri di Ugo Malaguti. Si è trattato di un gioco, che è piaciuto a diverse persone (avevo appena letto il primo libro di Douglas Adams) e a quel punto ho deciso di continuare su quella strada. Il secondo capitolo è seguito di lì a poco, ispirato a una festa aziendale che si svolta in ristorante/albergo di una nota catena nordeuropea. L’ultimo capitolo è arrivato qualche anno dopo e lo si può intuire dal tipo di storia e dalla narrazione più complessa: un giallo umoristico, ambientato in una nota località che ricorda tanto una nota città dell’Umbria.

Aner Sims ed Augusto “Rock” Parboni. Due figure antitetiche ma complementari. Vorresti spiegarceli meglio? Cosa realmente li unisce oltre il cibo?

Aner Sims è un giornalista che collabora per una nota testata giornalistica del suo pianeta e lotta, quasi quotidianamente, per contenere gli assalti dei vari colleghi che cercano di mettere bocca (!) sul suo lavoro.

Augusto “Rock” Parboni è un ufficiale della flotta astrale dal carattere irruente e con una naturale propensione a combinare disastri cosmici. E’ un amante della buona cucina che ha trovato in Aner Sims la sua guida vivente per scovare e testare i migliori locali.

Sicuramente hanno un comune interesse per il gentil sesso, ma con risultati tutt’altro che scontati e convergenti, e nel corso dell’opera daranno vita a una solidarietà cameratesca (che si evidenzierà soprattutto nel terzo capitolo), fondamentale per raggiungere certi obiettivi.

Molti autori, quando compongono le loro opere, tendono a sposare abitudini tanto particolari quanto, talvolta, inconsuete. Per esempio Ernest Hemingway scriveva stando in piedi, ed appoggiandosi ad una “scrivania verticale”, mentre Honorè de Balzac e Voltare, durante il loro lavoro, consumavano un gran numero di tazze di caffè. Quando scrivi hai, o segui, qualche consuetudine particolare?

Ho notato che la prima stesura di un testo mi riesce con maggiore fluidità (e fantasia) il pomeriggio, mentre per correggere in modo efficace ho bisogno di una concentrazione che, per il sottoscritto, è maggiore nelle prime ore della mattina. La correzione finale del testo preferisco farla su un documento cartaceo, perché ho notato (sic!) che certi errori sfuggono a una lettura a video.

Per concludere, vuoi suggerire, ai nostri lettori, alcuni titoli di libri a te cari o che possano aiutarli a comprendere meglio la tua opera?

Senza dubbio le opere di due grandi della letteratura fantascientifica: Douglas Adams (i primi tre libri: Guida Galattica per autostoppisti; Ristorante al termine dell’Universo; La vita, l’universo e tutto quanto) e Robert Sheckley (Scambio mentale; La decima vittima) per le situazioni surreali. Invece Achille Campanile (Agosto, moglie mia non ti conosco; Tragedie in due battute; L’Eroe) per l’utilizzo creativo della lingua italiana, alcune battute e personaggi citati nell’opera. E, per concludere, un film: l’unico, il favoloso, il semplicemente folle Hellzapoppin’.

Ringraziamo Andrea Coco per la disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine dei gufi narranti

Emanuele Airola

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