Spacefood (La nuova gastronomia siderale) Recensione di Emanuele Airola

Titolo: Spacefood (La nuova gastronomia siderale)

Autore: Andrea Coco

Editore: Tabula Fati

 

 Il Romanzo di Andrea Coco non è eccessivamente lungo  (240 pagine). Scorrevole e divertente. Il libro appartiene al genere della “fantascianza umoristica”. L’autore stesso “confessa” di essersi ispirato, per lo stile narrativo, a diverse fonti, quali un grande autore italiano quale Achille Campanile, nonchè attingendo alla sua passione per l’Irlanda, il suo popolo, usi e tradizioni. La struttura del libro è inusuale, si presenta diviso in 3 parti ogniuna delle quali elemento essenziale e strutturato del libro. La prima è una gustosa parodia di una recensione giornalistica enogastronomica, prodroma a due brillanti avventure, racchiuse nei rimanenti due capitoli.

Tutta l’opera è ambientata in un universo a tratti surreale, nel quale si trovano una quantità di personaggi, ogniuno con una sua storia, abilmente collocato nella raffinata trama dell’opera. Il leitmotiv che ci accompagnerà per tutta la lettura sarà l’enogastronomia.

Abbiamo due principali compagni di viaggio:

  • Aner Sims: giornalista e critico enogastronomico del “The Times of Hibernia”;

  • Comandante Augusto “rock” Parboni: austero comandante, “ dal fiero cipiglio sul volto, in testa i capelli a spazzola color dell’argento, un incarnato rosa porcelli e l’occhio azzurro limpido stralunato”, ed amante della buona cucina, nonchè dotato di una grande abilità nel combinare disastri.

Attorno a questi ruoteranno dei co-protagonisti come Scilla Aliprand , tanto bella ed intelligente quanto glaciale possidente del pianeta Oversturia, responsabile della sicurezza per una multinazionale, oppure il celebre cuoco Apuleius, personaggio amante del suo lavoro di chef, cosmopolita e convinto della fondamentale bontà dell’essere umano.

Un romanzo avvincente, ricco di storie e personaggi, ideale per chi vuole lasciarsi trasportare in un universo surreale, vario e variegato. Facciamo i complimenti a Andrea Coco per la sua opera originale e per la qualità della scrittura, mai banale o sopra le righe.

Emanuele Airola

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