The Witch – Al di là dell’orrore per indagarne simbolismo e significato.

The Witch

The Witch

 Anno: 2015

Titolo originale: The Witch

Paese di produzione: Canada

Genere: orrore

Regia: Robert Eggers

Produttore: Daniel Bekerman, Lars Knudsen, Jodi Redmond, Rodrigo Teixeira, Jay Van Hoy

Cast: Anya Taylor – Joy, Ralph Ineson, Kate Dickie, Harvey Scrimshaw, Ellie Grainger, Lucas Dawson, Julian Richings, Bathsheba Garnett, Sarah Stephens, Wahab Chaudhry, Axtun Henry Dube, Athan Conrad Dube

 

All’inizio del ‘600, nel New England, una famiglia viene allontanata dalla comunità in cui vive a causa del fanatismo religioso coltivato soprattutto da William, marito di Katherine e padre di cinque figli. Decidono quindi di stanziarsi nei pressi di un bosco, in solitudine, vivendo di allevamento e agricoltura. Sembra tutto tranquillo, ma un giorno succede l’inspiegabile. Thomasin, la figlia più grande, sta’ giocando con il neonato Samuel, che ad un certo punto scompare nel nulla. La tragedia fa cadere nel panico la famiglia ed è solo l’inizio di una serie di misteriosi ed inquietanti avvenimenti.

The Witch è l’opera prima di Robert Eggers, regista e sceneggiatore del New Hampshire, fin qui visto al timone solo di alcuni cortometraggi. In questo caso ad ispirarlo sono stati fatti realmente accaduti, pervenuti a noi attraverso antiche scritture e testimonianze. In Italia esce con un anno di ritardo, ma il film in questione nel 2015 ha vinto il premio per la miglior regia al Sundance Film Festival. Fin da subito è chiara la qualità, eccellente, del lavoro alla regia di The Witch. Annegato in un’atmosfera lugubre, il racconto gode di una cura notevole per le inquadrature, spesso artistiche ed eleganti, e per la bellissima e tetra fotografia ad opera di Jarin Blaschke. Per quanto concerne costumi e linguaggio, adeguatamente antiquati, tutto è stato realizzato alla perfezione. Sotto questi punti di vista The Witch non può che risultare un film pregevole. Eggers si dimostra un amante dell’oscurità e dell’elemento puramente orrorifico, ma non solo. Ci troviamo infatti di fronte ad un’opera raffinata per il suo genere, dove viene lasciato largo spazio alla contemplazione, attraverso lunghe inquadrature che dilatano effettivamente il tempo, ma si riservano di incutere ancora più timore. Le esplosioni di violenza sono rare, ma l’angoscia e la paura la fanno da padrone. Il simbolismo che emerge in quasi ogni scena non è sempre di facile comprensione e forse proprio per questo The Witch risulta sempre terrificante.

The Witch
Grande fotografia in The Witch. La qualità visiva è di alto livello.

Eggers inoltre compie un vero slancio di personalità all’interno della narrazione, facendo credere più volte allo spettatore il tipico inizio di un’avventura, che poi non arriva mai, ma nonostante questo, nei protagonisti più giovani, davvero bravi, vive quello spirito. Quando sembra che la trama stia ristagnando e non brillando per ritmo, tutta l’attenzione viene focalizzata su Thomasin, Caleb e i gemelli più piccoli (straordinariamente inquietanti). Il plauso comunque va’ a tutto il cast, sempre brillante. Si sobbalza poco sulla sedia semplicemente perché non se ne ha la forza. The Witch fa rimanere impietriti dalla paura fino alla fine e l’inquietudine spinge a chiedersi cosa possa vivere all’interno di quella foresta, quale male possa sprigionarsi e in che forma si paleserà.
La dimensione di questo spirito malvagio è indecifrabile e i volti innumerevoli, può perfino entrare a far parte delle abitudini dei personaggi, che durante il corso della trama vedono vacillare la fiducia nei loro cari. La scomparsa misteriosa di Samuel e le sfortune che cadono sulle loro vite non fanno che rinfocolare l’esasperata religiosità che costituisce la loro ragione di esistere. In questo viene fuori l’incapacità dei membri di questa famiglia di capire quale reale posizione abbiano nella loro esistenza. Il male comunque c’è veramente e sembra quasi arrivato per punirli, una maledizione forse mandata da Eggers, che sembra criticare velatamente,ma non troppo, l’ottusa religione cristiana di quei tempi.

Tornando sulla tematica stregonesca affrontata anche da Rob Zombie, nel 2012, con l’ottimo Le Streghe Di Salem, The Witch azzerra l’aspetto trash e propone un approccio autoriale, che non tutti capiranno e sapranno apprezzare, un po’ come ha fatto Jennifer Kent con Babadook nel 2014. Il finale, come diversi momenti del film, è da brividi.

 

Zanini Marco

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