Intervista esclusiva a Francesco Gungui per i Gufi Narranti

1Francesco Gungui, nato a Milano nel 1980, si è fatto conoscere dai lettori prima con un romanzo intitolato:”Mi piaci così” reperibile su tutti gli scaffali young-adult e poi cambiando totalmente dando vita alla trilogia “Canti delle terre divise”, di cui, da poco è uscito il prequel. Cerchiamo di conoscerlo meglio attraverso questa intervista

D – Possiamo darci del tu?

R- Certo che sì.

D- Quando hai iniziato a scriverlo avevi già in mente una trilogia?

R- Quando ho iniziato a scrivere Inferno, nella mia mente c’era già l’intera trilogia, proprio perché l’ispirazione veniva dalla Divina Commedia che avevo scelto di interpretare in chiave distopica.

D – Il prequel invece quando ha preso forma?

R – Il prequel era già contenuto in parte nella trilogia, ovvero in tutte quelle parti che raccontano il futuro della nostra civiltà: la guerra, la crisi energetica, la fine della democrazia. Ho voluto poi mostrare, attraverso Genesi, il filo rosso che unisce un romanzo realistico (la nostra vita, oggi) a uno di fantascienza (il futuro distopico che ho immaginato)

 

Gungui immagine.

D -Perché hai scelto la Divina Commedia come base?

R- La Divina Commedia è un grande romanzo d’amore e d’avventura, scritto in una lingua quasi inaccessibile ai giovani lettori. Volevo permettere loro di riscoprire l’opera di Dante, di considerarla sotto una luce diversa.

D – Hai ricevuto critiche da Dantisti intransigenti?

C’è chi mi ha detto che “i classici non si toccano”, chi invece avrebbe voluto fedeli citazioni della Divina Commedia, chi ha riscontrato incongruenze. Nel complesso però la maggior parte dei lettori adulti ha riconosciuto la bontà della mia invenzione.

 

D – Ammetto che io stessa che amo Dante mi son avvicinata al primo volume con tutte le resistenze del mondo, invece mi hai conquistato. Ci sono varie teorie sul web legate ai microchip, tu da che parte ti schieri?

R – Mi schiero con chi usa la fantascienza per provare a immaginare scenari futuri del nostro mondo. E quindi ogni teoria è buona, se nasce dal desiderio di capire il presente.

D- Quanta “Europa” c’è in “Europa”?

R – Racconto sempre agli studenti che incontro nelle scuole che l’Europa che descrivo è il frutto di una fantasia distopica che ognuno di noi può provare a utilizzare: prendi tutti i problemi del presente e prova a immaginare che non si risolvano, che peggiorino, immagina le estreme conseguenze. Se pensiamo a cosa sta accadendo in questo periodo nel mondo, ci accorgiamo che la fantascienza in fondo non esiste. I romanzi di fantascienza di oggi saranno i romanzi realistici del futuro.

D – Visto l’arrivo inaspettato di Genesi, abbiamo speranze per ulteriori sviluppi della ormai quadrilogia?

R – Da qui in poi passo il testimone al lettore. Ogni romanzo è potenzialmente infinito e io mi fermo qui.

D – Gli altri tuoi libri sono di tutt’altro genere, quali ti sei divertito di più a scrivere?

R – “Mi piaci così”, “L’importante è adesso”, i miei primi libri, sono stati sicuramente divertenti ed emozionanti da scrivere, perché parlavo di me, del mio vissuto. La trilogia è stata un’esperienza completamente diversa, perché ho potuto raccontare emozioni estreme, dolori, amori e conflitti, che nascevano da un mondo che io stesso avevo inventato.

D – C’è un tuo libro al quale sei particolarmente legato?

R – “L’importante è adesso” del 2009. È da lì che sto ripartendo ora, anche se allora i miei personaggi avevano 19 anni e nel mio prossimo romanzo ne avranno 36.

D – Ci salutiamo chiedendoti se vuoi suggerirci un titolo di un autore che a te è piaciuto molto ma che è poco noto al grande pubblico.

R – Non sono bravo a consigliare libri, però in questo caso un consiglio è d’obbligo: l’Inferno di Dante. Provate a leggerlo come se fosse un romanzo e, quando siete stanchi, leggete un po’ del mio 😀

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per Genesi!

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