INTERVISTA A EMILIANA ERRIQUEZ – “LA CHIAMAVANO NOCCIOLINA” – LES FLANEURS

INTERVISTA A EMILIANA ERRIQUEZ – “LA CHIAMAVANO NOCCIOLINA” – LES FLANEURS EDITORE.

 

Abbiamo da poco recensito “La chiamavano Nocciolina”, scritto da Emiliana Erriquez, edito da Les Fleneurs Editore e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autrice. Buongiorno, grazie essere passata a trovarci, possiamo darci del tu?

 

Certo. Grazie a voi per questa possibilità.

  • Quando hai deciso di scrivere questo libro?

La verità è che non l’ho deciso consapevolmente, ho cominciato a scrivere di mia madre dopo la sua scomparsa perché ne sentivo il bisogno, volevo trattenere i suoi ricordi, la sua essenza, i suoi insegnamenti. L’idea di raccogliere quegli scritti in un romanzo si è fatta strada pian piano.

  • Tua madre è la protagonista del libro, in cosa le assomigli?

Ci sono molte cose che ci accomunano (e molte che ci differenziano in realtà). Una qualità tra tutte è sicuramente la caparbietà. D fronte a un obiettivo, un sogno, un desiderio, vado avanti spedita senza lasciarmi scoraggiare dalle avversità che inevitabilmente si presentano. Mi rimbocco le maniche, sollevo la testa e procedo. Questo non significa non essere vulnerabili, al contrario, ma so che dentro ho la forza per affrontare qualsiasi cosa. Mi concedo il giusto tempo, poi riparto.

  • Come credi sia cambiato il ruolo della donna nel tempo?

Credo sia profondamente cambiato, anche se per molti aspetti c’è ancora tanto, tantissimo da fare. Abbiamo imparato a essere indipendenti, o almeno a desiderarlo abbastanza da spingerci a non credere che la nostra vita dipenda da un uomo da un punto di vista economico. Questo ci ha permesso di emanciparci, di raggiungere i nostri obiettivi, di inseguire sogni e desideri, il contrario di quello che accadeva un tempo in cui tutto doveva restare confinato dentro le mura domestiche come se quello fosse l’unico posto in cui la donna potesse e dovesse realizzarsi, e soprattutto desiderasse realizzarsi. Abbiamo gli strumenti oggi per dimostrare che non è più così, non è mai stato così in realtà.

  • Se “La chiamavano Nocciolina” potesse diventare un film chi potrebbe impersonare tua madre?

Mi piacerebbe che fosse un’attrice capace di interpretarne il piglio deciso, quell’ombra malinconica onnipresente sul suo viso, la diabolica praticità. Forse, Elena Sofia Ricci sarebbe un’ottima scelta. Era un’attrice che lei amava molto…

  • Stai lavorando a un nuovo progetto?

Sì, sto scrivendo una raccolta di racconti di vite vissute ai margini della speranza. Vite difficili, quasi impossibili, vite a cui è stata data una seconda possibilità.

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

Matteo Melis

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