Intervista a Francesco Boer autore de Contro Dio

Intervista a Francesco Boer anutore de Contro Dio

Ciao Francesco e ben tornato sulle pagine dei Gufi Narranti. La prima domanda obbligatoria è: sei religioso?

E’ una domanda che mi pongo spesso, e a cui non ho ancora trovato una risposta soddisfacente. Da un lato ho un approccio molto razionale nei confronti della realtà, che mi fa stare sempre coi piedi per terra. Questo aspetto però è compensato da una forte attrazione verso il sacro, un interesse che da anni mi spinge a studiare sia le religioni che gli aspetti più individuali della spiritualità. Quando parlo di razionalità non intendo quello scetticismo sarcastico, che si chiude in se stesso di fronte a ciò che non rientra nei suoi canoni. Al contrario, razionalmente riconosco che nel mondo e nell’uomo c’è una componente che travalica il razionale, che va non solo riconosciuta, ma anche valorizzata e integrata nella mia visione del mondo. Lo studio dei simboli mi ha fortemente aiutato a coniugare questi due aspetti, ma mi rendo conto che questo modo di intendere il sacro mi mette in una posizione scomoda: per gli atei più scettici posso sembrare religioso, mentre per i religiosi più rigidi rischio di apparire un miscredente.

Perchè hai deciso di affrontare un argomento così delicato e dibattuto?

Come ti dicevo, è un contrasto che avverto principalmente dentro di me. Penso che sia un conflitto che ognuno si porta nel cuore, anche se molti non se ne rendono conto. La tensione fra l’afflato religioso e la negazione del sacro trascende il livello individuale, e si manifesta con particolare forza nella società, con effetti importanti, a volte anche devastanti. E’ dunque un argomento degno di essere discusso, ma effettivamente non è un argomento facile. Ognuno di noi è infatti parte in causa, e ho riscontrato che i più sono schierati da un lato o dall’altro, seppur spesso inconsapevolmente. Per poter parlare correttamente di questo conflitto occorre un punto di vista neutro, ma ho notato che a volte questa neutralità viene presa come un affronto da chi pretende che tutti gli altri condividano il suo punto di vista.

Spiegaci il titolo.

“Contro Dio” è senza dubbio un titolo provocatorio, ma basta sfogliare le prime pagine per capire che non è un affronto al divino. Non intendo incitare le folle contro la religione. Il titolo si riferisce invece a una parte dell’animo umano, una tendenza che spesso viene trascurata o addirittura del tutto ignorata. E’ normale che sia così, perché è un’ombra che molti non vogliono riconoscere come propria. Parlo della spinta alla ribellione contro il divino, di quell’acredine che l’uomo oppone verso ciò che è sacro, di quella debolezza interiore che trascina l’uomo verso il male. E’ un fattore importante, tanto che a ben vedere lo si rintraccia sia nei miti che nella filosofia, eppure il più delle volte si sceglie di ignorarlo in favore di una concezione più idilliaca per cui fra Dio e l’uomo ci sarebbe solo e soltanto amore.

Hai avuto difficoltà a pubblicarlo?

No, mi sono rivolto all’editore Cerchio della Luna di Verona con cui ho un rapporto di fiducia, e la pubblicazione è andata liscia.

Sei uno scrittore decisamente versatile, cosa bolle in pentola?

Ho un libro sulla simbologia dell’allattamento pronto ad essere pubblicato. Un viaggio fra immagini, dalla preistoria fino all’arte del 1800, per riscoprire i risvolti spirituali e simbolico di questo straordinario gesto d’amore.

In questi giorni poi sto terminando un testo sull’immaginazione, una serie di esercizi guidati per entrare in contatto con questa meravigliosa parte di noi che tanti trattano con negligenza. Tramite stimoli simbolici il lettore può calarsi in un contesto d’immaginazione, vivendo storie e situazioni che portano ad una vera e propria esperienza trasformativa.

 

Grazie per la tua disponibilità e arrivederci a presto sulle pagine dei Gufi narranti

Grazie a voi e complimenti per il vostro splendido lavoro!

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