I nuovi amici di Polly la volpe
Annalisa si stava annoiando di aspettare che sua sorella finisse i compiti. Ne aveva sempre un po’ di più da fare, perché era più grande di lei e si sa che ai bambini più grandi danno sempre un gran numero compiti.
“Hai finito?” chiese speranzosa vedendo che Alessia aveva appoggiato la penna sul tavolo.
“No, va dal nonno se non sai che fare. Io non posso giocare ancora, mi dispiace.”
Annalisa si alzò dalla sedia per vedere, come le aveva detto la sorella, se il nonno fosse libero per giocare con lei. Lo cercò nel giardino, ma non c’era. Stava per tornare in casa, quando sentì una vocina che la chiamava:”Aiutami per piacere!”
Annalisa non sapeva che fare. Rimase immobile cercando di capire chi stesse parlando, pronta a scappare via in caso di pericolo. “Sono qui dietro” continuò la vocina “Vieni ad aiutarmi, per piacere.” Guardando bene, ma senza spostarsi da dov’era, alla bambina sembrò di vedere un pezzetto di coda muoversi dietro il cespuglio. A quel punto Annalisa si catapultò nella stanza di Alessia, la prese per un braccio, per trascinarla via dalla scrivania, dove era ancora impegnata a fare i compiti.
“Ma che fai?” la rimproverò Alessia, opponendo resistenza. “Ti ho detto che ora non posso!” Annalisa non mollava la presa. “Vieni, vieni, presto! C’è qualcosa in giardino!” Alessia, che non aveva mai visto sua sorella comportarsi a quel modo, mise giù la penna e si alzò.
“Che vuol dire qualcosa?” disse, cercando di capire cosa stesse succedendo. “Ti ha mandato il nonno?”
“No, no…” disse Annalisa trascinando la sorella fuori dalla stanza. “C’è qualcuno che ha bisogno di aiuto, ma non so chi sia.”
Alessia si fermò di colpo e fermò anche la sorella. “Mi stai dicendo che c’è uno sconosciuto in giardino?”
“Non lo so.” rispose la bambina “Io ho sentito solo la voce, ma non era la voce di un adulto, mi ha invitato ad andar dietro a uno dei cespugli del nonno. A quel punto sono scappata via e corsa da te. Andiamo a vedere assieme. Io credo si tratti di un animale. Mi sembra di aver intravisto una coda.” Ad Alessia, a quel punto, venne il dubbio che la sorellina la stesse coinvolgendo in qualche gioco inventato, ma visto che erano ormai in giardino, continuò a seguirla, per vedere come proseguiva. “Ehi!” disse Annalisa ad alta voce “Ci sei ancora?”
“Sono qui”rispose una vocina.
La bambina guardò sua sorella maggiore con soddisfazione: “Che ti avevo detto?”
Alessia bloccò la sorella che, senza precauzioni, stava per andare oltre il cespuglio “Cosa sei?” chiese “Noi non possiamo parlare con gli sconosciuti.”
“Mi chiamo Polly” disse la voce “Sono una volpe, non vi farò del male e spero che voi non ne facciate a me.”
“Te l’ho detto che ho visto una coda” disse Annalisa avanzando sicura dietro al cespuglio.
A quel punto Alessia, sentendosi responsabile della sorella, la seguì pronta a difenderla, ma con sua grande sorpresa, sdraiata dietro al cespuglio, c’era proprio una volpe. Una piccola, innocua e spaventata volpe.
Le due bambine si accovacciarono per starle più vicino.
“Che ti è successo?” chiese Annalisa guardandola commossa
“Sono scappata da un camion, dove un cacciatore mi aveva imprigionato, per far di me una pelliccia. Temo di essermi ferita saltando e ora non riesco a stare in piedi.” Alessia posò lo sguardo sulle zampe dell’animale e vide che, in effetti, una di quelle posteriori assumeva una posizione innaturale.
“Sta tranquilla” le disse accarezzandole piano la testa “Ti aiuteremo noi, sono sicura che il nonno sa come sistemarti la zampa, lui sa aggiustare tutto e ama gli animali.”
La volpe ringraziò le due bambine che, senza aspettare oltre, ma intimandola di non muoversi, erano già corse via gridando entrambe a pieni polmoni:
“Nonnooo!!! Nonnooo!!”
L’uomo si affacciò dalla finestra del sottotetto:”Sono quassù, che c’è?”
“Vieni, vieni, fa presto” gridò Alessia.
L’uomo sparì dalla vista e dopo un po’, leggermente trafelato, era da loro:
“Cosa c’è da gridare tanto ?” disse riprendendo fiato. Le bimbe limitandosi a fargli il gesto di far silenzio mettendosi il dito davanti alla bocca, lo portarono dalla volpe. Il nonno fece tanto d’occhi:”E questa come ci è arrivata qui?” l’espressione che il nonno fece quando l’animale iniziò a parlare era così buffa, che le due bambine si misero a ridere e l’uomo arrossì.
“Pensavo che le volpi parlassero solo nelle favole” disse.
“No” rispose l’animale. “Noi parliamo esclusivamente con chi reputiamo sia in grado di mantenere il segreto, come voi.”
Mentre la volpe parlava, il nonno aveva iniziato a controllarle la zampa ferita. “Non sembra sia nulla di grave” le disse “Con una fasciatura e qualche giorno di riposo ti rimetterai in sesto.” Le due sorelle batterono le mani per la felicità.
Il nonno riuscì a sistemare la zampa dell’animale usando quanto di utile aveva trovato in casa, mentre le sorelline avevano preparato un giaciglio morbido e confortevole per l’animale. Ogni giorno, finita la scuola, Alessia ed Annalisa correvano da Polly e passavano un po’ di tempo con lei che raccontava loro di quando cacciava nei campi, e loro le raccontavano della scuola e dei giochi dei bambini. Un pomeriggio, quando finiti i compiti, erano scese per portare un po’ d’ acqua fresca alla loro amica quattro zampe, videro con sorpresa che riusciva a stare in piedi. Le due bambine le corsero vicino facendo il girotondo, anche Polly era felice di vedere che la sua zampa era guarita. “Bisogna togliere la fasciatura” disse Annalisa correndo via per cercare il nonno. Quando tornò in sua compagnia, trovarono Alessia in lacrime.
“Perché piangi piccolina?” le chiese il nonno asciugandole le lacrime. “Non sei felice che Polly sia finalmente guarita?”
“Sì!” disse la bambina facendo segno con la testa. Il nonno s’inginocchiò ed iniziò a sfasciare la zampa della volpe. “Asciugati quindi le lacrime e vediamo la nostra paziente come sta, anche se, a vederla, direi che sta decisamente meglio.”
Appena fu libera dalla fasciatura, Polly mosse alcuni passi titubanti sotto lo sguardo attento del nonno e delle due bambine. Sentendo che questo non le procurava dolore, accelerò fino a fare un giro di corsa attorno al cespuglio che per tanti giorni l’aveva protetta. Alessia sorrise, ma per poco, infatti nuovi lacrimoni iniziarono a scorrerle sulle guance, Annalisa la guardava senza capire. Intanto che Polly continuava i suoi esercizi di movimento con la zampa, il nonno prese Alessia vicino a sé, si abbassò per guardarla negli occhi e le chiese:
“Perché piangi?”
La bambina, tirando rumorosamente con il naso, riuscì a sbiascicare:
“Non voglio che se ne vada.”
Il nonno sorrise: “Sapevo che era per questo”, tolse fuori dalla tasca un fazzoletto e lo porse alla bambina che si asciugò gli occhi e soffiò forte il naso, facendo un rumore così strano che il nonno, prendendo la palla al balzo, disse: “Non mi ero accorto che avevi sostituito il tuo naso con una trombetta” e finita questa frase imitò, storpiandolo, il suono di una tromba. Annalisa scoppiò a ridere, e Alessia riuscì a ridacchiare pure lei.
Felice di aver distratto la bambina, prese entrambe per mano e uscirono dal cespuglio per vedere dove fosse finita Polly, la quale si rotolava sull’erba alternando corse e balzi.
“Vedi com’è felice ora che sta bene!!! Non mi dirai che avresti preferito che rimanesse con te, però ferita e triste!”
Alessia fece segno di no con la testa.
“Perché non andate a giocare con lei, ora che é guarita?”
Le bimbe non se lo fecero ripetere due volte e sciolta la mano del nonno corsero da Polly, e per gran parte del pomeriggio giocarono con lei. La sera, dopo che le bambine ebbero cenato, chiesero il permesso di tornare a vedere la volpe. “Andiamoci assieme” disse il nonno prendendo un piatto dove aveva sistemato delle cose da mangiare per l’animale.
“Con quello che avete corso oggi, anche a Polly spetta la razione doppia!”
In effetti l’animale aveva molta fame e mangiò con appetito il nuovo cibo che le venne offerto.
“Mi sento rinata: riesco a correre e sono sazia come non mi capitava da tempo, ed è tutto merito vostro, grazie!” disse la volpe strofinandosi sulle gambe dei suoi tre amici. Il nonno e le bambine le accarezzarono la schiena, e lei mosse la grossa coda per la soddisfazione.
“Quando verrà notte, tornerò a casa mia, chissà come saranno felici di vedermi, nessuno di loro sa che sono riuscita a fuggire, non hanno più avuto mie notizie da quel giorno.” Alessia ricominciò a singhiozzare.
“Devi proprio andare?”chiese Annalisa che non sopportava vedere sua sorella piangere.
“Sono stata bene con voi, e vi considero miei amici per sempre, ma mi mancano tanto i miei genitori ed anche i miei fratellini.” disse l’animale.
Alessia, che non aveva mai pensato alla famiglia di Polly, chiese: “Hai dei fratellini?”
“Sì” rispose la volpe “Eravamo una cucciolata di quattro, io sono quella che è nata prima, quindi sono la maggiore.”
La bambina allora pensò a come si sarebbe sentita lei e si fosse trovata lontano dalla sua famiglia e dalla sua sorellina, e smise di colpo di piangere. Si avvicinò a Polly e l’abbracciò forte.
“Hai ragione, non è questo il tuo posto, anche se io vorrei che noi due potessimo restare per sempre assieme.”
Polly le leccò il viso.
“Mi avete accolto come se fossi parte del vostro branco, ora è giusto che io vada a casa a far sapere a tutti che sto bene, ma ti prometto che ogni tanto tornerò a giocare con voi, mancherete tanto anche a me, ma i veri amici restano tali per sempre, anche se sono distanti, non è vero?” disse la volpe guardando la bambina negli occhi.
“Certo” rispose Alessia, e lo stesso dissero il nonno ed Annalisa. “Noi siamo amici e nessuna distanza potrà cambiare questo sentimento.” continuò il nonno.
La luna era alta nel cielo quando Polly, saltando oltre il muretto del giardino della casa delle due bambine, si allontanava promettendo:
“Tornerò”, mentre le bambine la salutavano con la mano, e il nonno si asciugava gli occhi per la commozione.
complimenti !