Intervista a Paolo Ceccarini autore del romanzo ” Sinola “

Intervista a Paolo Ceccarini autore del romanzo ” Sinola ”

 

CeccariniPaolo Ceccarini nasce a Viterbo nel 1983. Ha pubblicato diverse poesie e due romanzi (Dentro Ambra, Alter Ego, 2013 e Sinola, Prospero editore, 2017). Alcuni suoi racconti e articoli sono usciti su riviste letterarie come Kultural, Spaghetti Writers e CrunchEd. Lavora per Fabula Agenzia Letteraria in veste di editor e consulente editoriale. Dirige il blog Quasicultura.

Abbiamo recensito il suo romanzo di fantascienza Sinola edito dalla Prospero editore, e ora andiamo a conoscerlo meglio con una breve intervista

 

  • Buongiorno Paolo, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Possiamo darci del tu?

Buongiorno Emanuele. Sì, dammi del tu, altrimenti mi sento vecchio.

  • Non ti nascondo che mi sono avvicinato con titubanza alla tua opera, i testi che fondono 2 generi, come questo in cui troviamo sia elementi fantasy che di fantascienza non mi hanno mai scaldato il cuore. Nel tuo caso mi sono dovuto ricredere; è stato un piacere farsi rapire dal racconto, ricco di colpi di scena. Vi è stato un libro o un fatto che ti ha ispirato questo lavoro?

Sinola è un microcosmo a sé, con le proprie regole. Contiene personaggi complessi e diversi tra loro, emozioni umane, dinamiche sociopolitiche, filosofia. Non è stato un fatto preciso a scatenare in me una riflessione così articolata, ma un’urgenza personale di condensare ciò che pensavo in un insieme organico. I libri che mi hanno influenzato sono testi di storia, sociologia e filosofia orientale. La vicenda amorosa, fondamentale nel romanzo, è ispirata in parte a Eugenia Grandet di Balzac. Dalla mia, sono contento di essere riuscito a inserire contenuti importanti in un romanzo avventuroso e leggero, che si legge velocemente.

Voglio chiudere dicendo che la narrativa di genere può essere letteratura. I lettori dovrebbero superare certi pregiudizi. Per crescere bisogna andare a scoprire cosa c’è al di là delle nostre abitudini.

  • Sono rimasto colpito dalla quantità di personaggi introdotti nel racconto. Alcuni solo abbozzati, altri più delineati, che procedono in una loro maturazione. Le interazioni tra i componenti del gruppo di “sabotatori” sono particolarmente articolate. Come hai fatto a svilupparle? Le avevi già in mente oppure si sono raffinate durante la stesura del libro?

Sinola, pur avendo una trama ricca, mette al centro la psicologia dei personaggi e una storia d’amore struggente. I “sabotatori” sono tanti: Sid e Dan anzitutto, due tydusiani (cioè dall’aspetto di eterni bambini) vittime di un’incipiente mutazione genetica; lo Sciamano di Kirhoto, una sorta di Dalai Lama tascabile – alto quaranta centimetri – con poteri taumaturgici; Scott “il picchiatore”, un teppista dal cuore d’oro; Kòya, una pacifista esperta di equipaggiamenti militari; Hiku, un essere a metà tra un orso nano e un umano; Nestor, un atleta dalle grandi capacità diplomatiche.

Rendere verosimili le dinamiche di tutti questi personaggi e delle vicende sociopolitiche che accadono in Sinola richiede un lavoro di strutturazione maniacale. In altre parole, le fondamenta di Sinola erano nella mia testa dapprincipio. Alcune idee le ho aggiunte strada facendo, ma sempre studiando ogni implicazione nello schema originario.

  • Sono rimasto impressionato dal personaggio di Sid. La sua rassegnazione nei confronti di un destino ineluttabile nonché la mancanza di speranza sono impressionanti. Gli si contrappone caratterialmente il fratello Dan, accomunato a Sid della stessa “natura”, ma con un approccio verso la vita antitetico. Che concetto hai voluto mediare attraverso questa profonda diversità?

Sid e Dan sono affetti da una mutazione genetica. Se gli scienziati non troveranno una cura, i due si trasformeranno in orribili umanoidi acquatici. Sid e Dan sono personaggi simbolici, dunque, che si chiedono come interpretare la vita dato che la loro fine sembra prematura. (Ovviamente non vi svelerò se si salveranno o meno!) Sid soccombe all’idea che non potrà realizzare il suo sogno romantico – cioè quello del grande amore –; inoltre la sua malattia, causata da un’esplosione nucleare, lo fa sentire vittima della smania di potere di un pianeta allo sbando. Sid, insomma, è una specie di martire. Dan, al contrario, cerca leggerezza e prova ad accontentarsi di piaceri fugaci; ma non per questo è un personaggio banale: anche lui, come il fratello, è consapevole del destino che lo attende. Sid e Dan rappresentano lo scontro eterno tra saggezza e passione, potrebbero essere una versione trasandata e weird di Narciso e Boccadoro.

  • Avviamoci alla conclusione. Imponente la varietà dei territori, delle loro differenze orografiche nonché sociali/antropologiche. Caratteri ancor più apprezzabili se consideriamo un mondo circoscritto dalla “Terra dei Lampi”, quindi parliamo di un territorio chiuso e nella impossibilità di relazionarsi con realtà diverse dalle proprie. Hai voluto mediare un messaggio specifico procedendo ad ambientare il tuo romanzo di un mondo così spazialmente limitato ma altresì eterogeneo?

Gli abitanti del mondo di Sinola vivono in una sorta di condizione pre-copernicana: non sanno niente di ciò che si cela oltre la Terra dei Lampi, un territorio invalicabile che delimita i confini del loro pianeta. In verità, l’uomo è sempre in una condizione analoga: la scienza svela un pezzetto in più alla volta, ma è solo un passo verso l’ignoto; l’ignoto non sarà mai spiegato nella sua interezza e la prossima scoperta scientifica potrebbe stravolgere tutto ciò che pensavamo di conoscere. Proprio come fu per la scoperta di Copernico, che non a caso è stata ribattezzata “rivoluzione”.

  • Prevedi un secondo capitolo legato alle vicende di Sinola e Tydus?

Per ora no: sto lavorando su due romanzi inediti che non hanno nulla a che vedere con Sinola. Il primo è un intreccio di storie d’amore molto duro da digerire, direi che contiene ciò che le donne non vorrebbero sapere sugli uomini, senza cliché né semplificazioni. Il secondo è un romanzo filosofico e molto complesso, letterario ma innovativo. Sarà questa la mia opera principale nei prossimi anni, ma se la dovrà vedere con un mercato editoriale asfittico.

  • Per concludere. Hai delle letture che consiglieresti ai nostri lettori?

Con una premessa, però: gli scrittori che amo sono tutti morti! I miei preferiti sono i cattivi e gli ubriaconi. Direi: Céline (Viaggio al termine della notte), William Faulkner (L’urlo e il furore), Jack London (Martin Eden) e Hemingway (Fiesta). Ah, dimenticavo Kafka, che non è né cattivo né ubriacone.

Da scrittore posso dire che non ho mai letto un’opera più grande di Guerra e Pace. Vorrei aggiungere un commento a questo capolavoro, ma non ne sono capace.

Di recente ho letto Sacrificio di Andrea Carraro, uscito per Castelvecchi nel 2017. Tra i tanti libri scipiti che vengono pubblicati nel nostro panorama editoriale, Sacrificio è un romanzo che merita di essere letto.

Grazie per la tua disponibilità e cortesia. Alla prossima sulle pagine dei Gufi narranti

Emanuele Airola

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