Votto – Quindi Noi Sbagliando Facemmo Giusto – Spettro di rivoluzioni.

Votto – Quindi Noi Sbagliando Facemmo Giusto

Anno: 2021

Paese di provenienza: Italia

Genere: emo/ screamo

Casa discografica: We’re Trying Records, Desperate Infant Records, E’ Un Brutto Posto Dove Vivere, Non Ti Seguo Records

1. Quindi Noi Sbagliando Facemmo Giusto

2. Ogni Paura, Ogni Certezza

3. Il Tempo Si E’ Guastato

4. Finire Tutto Prima Di Iniziare Qualcosa Di Nuovo

5. Oikos

6. Spettro

7. Un Altro Giorno

A proposito di emo, screamo, insomma quelle robe lì un po’ disperate, non è finita qui! Perchè quest’anno non è stato solo l’anno dei Radura, ma è stato anche l’anno dei Votto (un gruppo per altro a me molto vicino perché sono della mia stessa città). E chi l’avrebbe mai detto che Piacenza sarebbe stata la culla di una band così promettente da attirare persino l’attenzione della rivista underground Rumore! Ma io d’altronde, in tempi non sospetti l’avevo detto, quando i Votto si chiamavano Stasi ed uscivano con un EP d’esordio acerbo quanto pregno di sentimento e d’intenzione. Gli Stasi hanno deciso di accantonare il nome d’esordio, di arruolare un nuovo componente giusto per alzare un po’ i decibel e di omaggiare un amico usando il suo cognome, appunto Votto. Che ragazzi adorabili. Di fronte a Quindi Noi Sbagliando Facemmo Giusto è impossibile non fare riferimento a Nello Vegezzi, militante piacentino del Partito Comunista d’Italia, a cui il disco sembra interamente dedicato; il titolo viene proprio dalle sue parole, ricordate all’inizio del disco. Erano gli anni ‘60 quando un gruppo di anarchici comunisti, guidati da Nello Vegezzi, decise di recidere un albero, un pero definito miracoloso da una signora chiamata Mamma Rosa. Le conseguenze del taglio alle superstizioni è racchiuso nelle parole che titolano l’esordio dei Votto.

votto.bandcamp.com/album/quindi-noi-sbagliando-facemmo-giusto

Ineluttabilità e desiderio di rivoluzione. Parlando in termini musicali Quindi Noi Sbagliando Facemmo Giusto evidenzia una crescita esponenziale dei quattro piacentini. Dall’intro, passando per Il Tempo Si E’ Guastato, Finire Tutto Prima Di Iniziare Qualcosa Di Nuovo e giungendo a Oikos, i Votto dimostrano di aver guadagnato la saggezza giusta per gestire attacchi, fasi melodiche e l’espressività necessaria per esprimere le proprie sensazioni al meglio. Da un punto di vista stilistico le novità maggiori sono l’asprezza della voce di Francesco e l’aggressività delle chitarre, sicuramente superiori rispetto al passato. Per quanto il mood sia più o meno così lungo tutto il disco, è forse proprio la più melodica Oikos a rappresentare il momento più riuscito.

Tempo di riprendersi da questo momento conciliante che non si può certo rimanere indifferenti alle plettrate isteriche di Spettro o alla struggente Un Altro Giorno. Tutto in questo disco è fatto per comunicare qualcosa e si ha subito l’impressione che siano sentimenti forti.

Voto: 10

Zanini Marco

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