Voivod – Dimension Hatröss – Vuoti psichici e drammi cosmici.

Voivod – Dimension Hatröss

Anno: 1988

Paese di provenienza: Canada

Genere: thrash metal progressivo

Membri: Snake – voce; Piggy – chitarra; Blacky – basso; Away – batteria

Casa discografica: Maze Music

  1. Experiment
  2. Tribal Convictions
  3. Chaosmöngers
  4. Technocratic Manipulators
  5. Macrosolutions To Megaproblems
  6. Brain Scan
  7. Psychic Vacuum
  8. Cosmic Drama

Con l’ennesima fantastica illustrazione di Away si apre davanti ai nostri occhi Dimension Hatröss. In principio sono dei visi o dei teschi da cui nascono paesaggi, luoghi, strutture; in questo caso una grande macchina, con condotti e meccanismi. Una gigantesca mutazione alieno cibernetica che si staglia su un fuoco nucleare rosso magenta. Lo stile illustrativo del batterista è il segno di un’attitudine che per quello che ha raccolto merita tutti i plausi del caso. Nessun artificio, tecnica scarna ed essenziale, ma dal tratto sicuro ed affilato pregno di espressività. Da un punto di vista comunicativo Michel Langevin spinge la protesta punk verso il metal più sofisticato che si potesse ascoltare in quel periodo gridando che niente è questione di genere, ma questione di attitudine. Venendo alla musica Dimension Hatröss è l’esatta continuazione di Killing Technology, in cui i Voivod si allontanano progressivamente dai forsennati tempi thrash in favore di un approccio sempre più cervellotico e schizoide. Nonostante il primo brano in scaletta sia uno dei meno efficaci, il quartetto si dimostra estremamente consapevole della missione intrapresa con brani ispirati come Tribal Convinctions e Chaosmöngers. Se infatti Experiment risulta difficile da digerire per l’eccessiva evanescenza della voce, Tribal Convinctions colpisce grazie alla notevole prova di Snake che lo conferma un frontman di primo livello. Anche da un punto di vista strutturale siamo di fronte ad una maturità musicale estrema in evidente perlustrazione stilistica, oltre ad essere un interessante trattato sulla socialità e sulla sacralità nelle civiltà antiche. Il ritornello di Chaosmöngers d’altronde è l’accattivante dimostrazione di come i Voivod nel 1988 accettino di buon grado scapestrate incursioni pop.

Per capire poi l’importanza che ha acquisito il gruppo canadese negli anni basterebbe ascoltare la rockeggiante Technocratic Manipulators, in cui si scorgono le influenze che porteranno alla ribalta entità celebri come i Mastodon. Così si conclude il Prologo di Dimension Hatröss. L’epilogo si apre con un altro pezzo da ricordare. Macrosolutions To Megaproblems è un turbine di riff allucinati e linee vocali che conquistano subito, fino alla ripetizione continua del titolo guidata da un chiaro sentimento anni ’70. Il magma creativo viene confermato in un brano incisivo ed alieno come Brain Scan, in cui sugli scudi sicuramente si ergono Snake con i suoi ritornelli affascinanti e Piggy intento a far letteralmente parlare la sua chitarra. Dopo i reiterati botti conclusivi di Pyschic Vacuum si arriva ad un altro momento memorabile con la terrificante Cosmic Drama e i suoi vocalizzi alterati. Il viaggio marziano di Dimension Hatröss finisce qui ma si ha la netta sensazione che sia l’inizio di una traiettoria unica nel suo genere ma ancora nella sua fase embrionale.

Voto:8

Zanini Marco

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