Violentor – Putrid Stench – Come suonare con il coltello fra i denti.

Violentor – Putrid Stench

Anno: 2019

Paese di provenienza: Italia

Genere: thrash metal, metal punk

Membri: Rot – basso e cori; Dog – chitarra e voce; Iago – batteria

Casa discografica: Infernö Records

  1. The Escalation
  2. Butcher The Holy Swine
  3. Burning Rage
  4. Hunter Of The Anorexis
  5. Pray To Die
  6. Caustic Cutting
  7. Putrid Stench
  8. Scum Of Society
  9. Destroy The Enemies

C’è stato un tempo in cui i Violentor sembravano prendersi poco sul serio. Certo, aggressivi lo sono sempre stati, ma nel 2011 pezzi come Too Loud o My Stomach Strong And Fit, che avevano reso indimenticabile l’album di debutto, lasciavano trasparire una vena scanzonata sotto la pioggia di riff al vetriolo. Con gli anni però la persistenza musicale del gruppo toscano, basata su una fedeltà e un’attinenza non solo alla vecchia scuola, ma anche ad un’attitudine ben precisa, ha scavato nelle rosse viscere della rabbia che hanno sputato fuori fiotti di catarro sempre più neri. Tutto questo per dire che i Violentor nel 2019 sono sempre più incazzati e stavolta sembrano fare veramente sul serio.

Il climax contenuto all’interno di Putrid Stench non è solo figlio di un modo di suonare ma di un modo di essere, di un modo di intendere l’approccio al tema che circonda e penetra la musica. Questo è perfettamente percepibile nella voce rabbiosa e nelle chitarre crudissime di Dog, così come nella batteria di Iago, forsennata per non dire implacabile. Il thrash metal del trio di Lucca ha radici che scavano nel sottosuolo del metal così come in quello hardcore, realizzando un diagramma infernale a metà strada fra Slayer, Motörhead e Discharge. Da questa formula i Violentor non si discostano, anche se in questo Putrid Stench emerge sempre di più una predisposizione per inserire le sensazioni e il legame ideale tra musica e cinema, tra suono ed immaginario. Il percorso è tracciato esattamente dove termina l’idea e inizia la visione. E qui la visione parla di satanismo, di violenza e di rabbia senza alcun compromesso o ammiccamento. I Violentor vogliono davvero distruggere tutto e ciò che suonano lo fa’ capire in ogni anfratto e mi sento di dire che pochi in questo momento siano in grado di farlo. Le dissolvenze, le sfuriate in cambi di tempo e i fraseggi doom di Escalation fanno anche capire che il gruppo è interessato a proporre un impasto furioso quanto completo. Il massacro musicale sembra interrotto dai rintocchi inquietanti di Butcher The Holy Swine, che riportano alla mente i Possessed di Holy Hell, ma subito dopo viene dato massimo risalto ad un tupa tupa barbaro che scandisce chitarre acri e ruvide. Questo thrash metal iroso e primitivo prosegue nella sulfurea e incazzata Burning Rage, dove capeggia anche un breve ma incisivo richiamo al black metal. E’ poi in Pray To Die che sopravvivono maggiormente le plettrate dissonanti dei Discharge.

Il singolo che ha annunciato l’uscita di Putrid Stench, Hunter Of The Anorexis, si caratterizza per un intro fatto di accordi aperti e arpeggi spettrali. Una partenza scenica ideale per mettere in atto il piano di violenta catarsi che si sprigiona successivamente. A proposito di intro scenici, Caustic Cutting ne ha uno che con poche parole crea già un’atmosfera inquietante. E tra le scorribande crude e pazzesche di Putrid Stench, il frenetico rock’n roll di Scum Of Society e la violenza distruttiva di Destroy The Enemies, sarebbe già un risultato arrivare alla fine del disco senza aver riempito di botte qualcuno. Al di là delle catalogazioni, se cercate del metal cattivo, prendete i Violentor e scoprite il lato più ferale della musica. Di gente che suona così col coltello fra i denti adesso ce n’è poca.

Voto: 10

Zanini Marco

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