The Book Of Boba Fett – La forza interiore di un personaggio indistruttibile.

The Book Of Boba Fett – Prima Stagione

Anno: 2022

Paese di produzione: USA

Genere: fantascienza

Creatore: Jon Favreau

Produttore: John Bartnicki

Cast: Temuera Morrison, Ming – Na Wen, Pedro Pascal, Dorian Kingi, Mark Hamill, Jennifer Beals, Amy Sedaris, Matt Berry, David Pasquesi, Carey Jones, Sophie Thatcher, Jordan Bolger, Stephen Root, Danny Trejo, Stephen “Thundercat” Bruner, Emily Swallow, Timothy Olyphant, Rosario Dawson, Corey Burton

Episodi:

1. Capitolo 1: Straniero In Terra Straniera

2. Capitolo 2: Le Tribù Di Tatooine

3. Capitolo 3: Le Strade Di Mos Espa

4. Capitolo 4: La Tempesta Incombe

5. Capitolo 5: Il Ritorno Del Mandaloriano

6. Capitolo 6: Dal Deserto Uno Sconosciuto

7. Capitolo 7: In Nome Dell’Onore

Boba Fett, all’interno della sua vasca curativa di bacta, ricorda gli eventi che lo hanno portato fino a questo punto. Sopravvissuto al sarlacc del pozzo di Carkoon di Tatooine, viene privato della sua armatura dai jawa e poi rapito dai predoni tusken che lo fanno schiavo. Da qui in avanti una serie di avventure che gli hanno permesso di ottenere il trono di Bib Fortuna, prima occupato da Jabba the Hutt. Nuovi tumulti sono però in agguato. I pike, specie abitante del pianeta Oba Diah, giungono su Tatooine per prendere il controllo del commercio di spezia e Boba Fett vi si oppone strenuamente.

Spin – off di The Mandalorian, The Book Of Boba Fett, chiarisce la comparsa del suo protagonista all’interno della serie dedicata a Din Djarin e rinnova la volontà evidente di questi racconti a episodi di Star Wars, ovvero dedicarsi a personaggi anarchici che si distaccano dalle rigide filosofie imperanti sulla quale si è da sempre basato il soggetto di George Lucas. Proprio da questo approccio rivoluzionario (per quanto riguarda Star Wars) le recenti produzioni traggono la loro forza narrativa e finalmente una certa ispirazione.

Boba Fett si salva dal sarlacc.

Le ultime prove cinematografiche avevano focalizzato la loro attenzione sul conflitto tra bene e male (Jedi e Sith) ribaltandone un po’ le prospettive, evidenziandone le contraddizioni e ridicolizzandone i propositi o screditandoli in maniera più o meno convincente. L’opera di riscrittura della saga stavolta mette completamente da parte questo eterno duello riducendolo al ruolo di comprimario (il ritorno di Grogu e del suo addestramento sotto l’occhio di Luke Skywalker), mentre a dominare la trama sono le storie di antieroi che si trasformano in eroi stanchi di condurre un’esistenza da schiavi di un sistema barbaro che non li riguarda. E’ come se improvvisamente a contare di più in Star Wars non siano i Jedi o i Sith, come è sempre stato, ma i personaggi sullo sfondo come Han Solo, che con la loro attitudine indipendente ed anarchica si emancipano da una galassia retta da forze mistiche e criminali e sono proprio per questo perfetti per i nostri tempi. Con The Book Of Boba Fett infatti ci si trova di fronte ad una virata piuttosto decisa verso un futuro che aggiunge al fantasy epico molti più tratti distopici; particolare già notato in The Mandalorian, che addentrandosi nell’ambiente criminale aveva già esaltato l’inquietudine di un universo un tempo pensato solo per duelli con la spada, pupazzi e curiose creature aliene.

Boba Fett dunque, da minaccioso cacciatore di taglie, perde la maschera che tanto timore incuteva, per dimostrarsi il personaggio per cui parteggiare; uomo durissimo e valoroso che affronta la schiavitù dei tusken per poi abbracciarne la causa guadagnandosi la loro fiducia. A proposito, tutta la prima parte della serie, occupata appunto dall’incontro tra Boba Fett e i sabbipodi, è semplicemente una pietra miliare del genere, condotta con piglio emotivo ed evocativo a sublimare la natura tribale di un popolo di cui mai si era parlato in termini così interessanti ed aperti. E’ la scoperta degli usi e costumi tusken a contribuire per Boba Fett al raggiungimento di una consapevolezza nuova che lo conduce ad una vita da imperatore del crimine illuminato, dall’atteggiamento che stupisce tutta Mos Espa. The Book Of Boba Fett esalta infatti la forza interiore di un personaggio indistruttibile, che ad un passo dalla morte si mette in condizione di accettare un destino beffardo per poter continuare a vivere. Questo perchè Boba, sotto all’apparenza minacciosa, dimostra di essere uno dei personaggi più intensamente descritti nell’universo di Star Wars. Dal suo protagonista infatti si irradia su tutta la serie, nonostante la sua natura oscura, un’umanità che sorprende, a partire dal rapporto di totale fiducia e lealtà nei confronti, prima dei tusken e dopo della spalla Fennec Shand, apparentemente disinteressata ma in realtà genuinamente complice, fino all’altro fulcro emotivo di The Book Of Boba Fett cioè il rinnovato amore fraterno/ paterno tra Mando e Grogu. Sfruttando l’ambientazione arida, The Book Of Boba Fett richiama moltissimo del western, complice anche il ritorno del già visto sceriffo Cobb Vanth e la comparsa sul finale di stagione del terrificante Cad Bane, con i quali si instaurano veri e proprio duelli all’ultimo sguardo.

Memorabile l’ingresso di Boba Fett nella tribù tusken.

The Mandalorian e quest’ultimo spin – off si intrecciano proseguendo anche la storia di Din Djarin in un continuo spalleggiarsi di linee temporali tra il Boba Fett iniziato dai tusken e quello curato dalla vasca di bacta pronto a dominare Tatooine come signore del crimine. Il punto finale è ovviamente un ricongiungimento tra i due, uniti nella lotta contro i pike, insieme alla rediviva Fennec Shand (riportata in vita da un intervento salvifico molto cyber punk) e ad una banda di umani potenziati da parti robotiche chiamati mods; il termine non è casuale, infatti guidano delle lambrette futuristiche coloratissime che si sollevano da terra, e per quanto l’idea possa risultare ardita, alla fine ci sta e non ha potuto che ricordarmi i punk sui volopattini di Ritorno Al Futuro II. Al centro della vicenda c’è la minaccia pike, il cui dominio coloniale brama la spezia, una polvere arancione che in modo piuttosto esplicito copia quella di Dune, ma di cui l’utilizzo non viene approfondito. L’impatto visivo, come sempre spettacolare, ormai non teme confronti con gli effetti speciali delle grandi sale, e qui si assiste a momenti che rimangono impressi a lungo: il volo di Din Djarin su un caccia Naboo rimesso in sesto lungo il tragitto delle corse di podracer, il combattimento tra Boba Fett e un essere mostruoso che emerge dalla sabbia nel primo episodio, l’assalto dei tusken al treno in mezzo al deserto di Tatooine e ovviamente la battaglia finale tra le strade di Mos Espa che è un tripudio di colpi di scena.

Fennec Shand (Ming – Na Wen) e Boba Fett (Temuera Morrison) sul trono che fu di Bib Fortuna e Jabba the Hutt.

Impossibile poi non rimarcare la bravura e la genuina passione con la quale è stato sviluppato il rapporto tra Din Djarin e Grogu, storia di un’amicizia che trascende specie e schieramenti e che proprio per questo riesce a schivare ogni forma di semplice patetismo. A Jon Favreau (creatore della serie e già di The Mandalorian) spetta dunque grande merito per aver rivitalizzato prepotentemente un soggetto che pareva ormai avaro di idee, innervandolo di spunti attuali e molto saggi. Un plauso anche all’accompagnamento musicale epico di Ludwig Göransson, straordinario e perfetto per descrivere la natura fantastico/tribale della serie. The Book Of Boba Fett, così come The Mandalorian, stabilisce un nuovo confine tra l’interesse dell’appassionato medio di Star Wars e quello dei palati più fini del cinemaniaco. Va da sé che il risultato sia di spessore.

Zanini Marco

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