Stranger Things – Seconda Stagione – Cadute di stile e momenti esaltanti.

Stranger Things – Seconda Stagione

Anno: 2017

Titolo originale: Stranger Things 2

Paese di produzione: USA

Genere: fantascienza, drammatico, orrore

Ideatore: Matt Duffer, Ross Duffer

Cast: Winona Ryder, David Harbour, Finn Wolfhard, Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Cara Buono, Matthew Modine, Noah Schnapp, Jon Keery, Sadie Sink, Dacre Montgomery, Sean Astin, Paul Reiser

Episodi:

  1. Capitolo Uno – Madmax
  2. Capitolo Due – Dolcetto O Scherzetto, Matto
  3. Capitolo Tre – Il Girino
  4. Capitolo Quattro – Will Il Saggio
  5. Capitolo Cinque – Dig Dug
  6. Capitolo Sei – La Spia
  7. Capitolo Sette – La Sorella Perduta
  8. Capitolo Otto – Il Mind Flayer
  9. Capitolo Nove – La Porta

Hawkins, 1984. E’ passato un anno dalla scomparsa di Undi, è quasi Halloween e Mike, Dustin, Lucas e Will vanno alla sala giochi per battere il record a Dragon’s Lair o a Dig Dug. Sembra che la vita sia tornata a scorrere tranquillamente, ma in realtà gli eventi dell’anno precedente non sono stati del tutto risolti. Nei laboratori della cittadina infatti una nuova squadra di scienziati sta cercando di contenere il debordare del sottosopra; nel contempo le sorti di Undi sono ancora indefinite. Ma cosa più grave, sembra che Will non si sia ancora ripreso dopo l’esperienza avuta nell’altra dimensione ed è perseguitato da visioni apocalittiche.

Will, Mike, Gaten e Lucas riuniti intorno a Dragon’s Lair.

Il grande e meritato successo della prima stagione dei fratelli Duffer, con il conseguente e quasi immediato annuncio di un ritorno, ha tenuto il pubblico col fiato sospeso. In molti, me compreso, erano curiosi di vedere che strada avrebbe preso il fantasioso e nostalgico racconto di Stranger Things. I tratti generali sono stati bene o male rispettati. L’immersione negli anni ’80 è sempre totale e curata nel minimo dettaglio. I videogiochi Arcade, Terminator sta per uscire nei cinema, i costumi scelti per Halloween sono quelli dei Ghostbusters e negli stereo gira la cassetta di Kill ‘Em All. Un’orgia di cultura pop e spensieratezza adolescenziale annegata nella minacciosa tensione della guerra fredda, che potrebbe trasformarsi in guerra a tutti gli effetti se la forza oscura di questo sottosopra, realtà scavata al di là e al di sotto di noi che smania per invaderci, finisse nelle mani sbagliate (non c’è da meravigliarsi, stiamo parlando di un prodotto americano). I militari non si vedono quasi mai, gli scienziati sono per lo più impotenti e si limitano a bruciare le estranee estremità ectoplasmiche e rampicanti, sono i più giovani a combattere veramente, capeggiati dalla ferrea determinazione di Joyce Byers che ne ha ben donde delle condizioni angoscianti del suo piccolo Will. Fondamentale anche il supporto di Jim Hopper, la polizia di Hawkins in pratica.

Figure terrificanti si agitano nel cielo…

 

Uno sparuto gruppo di combattenti che vede l’aggregarsi di qualche volto nuovo: Bob Newby (lo Sean Astin che ne Il Signore Degli Anelli interpretava Sam ) compagno di Joyce bonario ed estremamente brillante, Maxine Mayfield e Billy Hargrove, fratellastri, lei più piccola di lui, ma entrambi problematici. Ma per capire veramente quanto l’universo di Stranger Things sia in espansione, bastano i primi minuti di questa seconda stagione, quando l’azione si sposta a Pittsburgh dove sembra che l’acquisizione dei poteri di Undi non sia un evento isolato. Di carne al fuoco ce n’è tanta. Basta solo capire se questa è stata cotta come si deve. Complessivamente si può dire bene ma non benissimo. Da un punto di vista della sceneggiatura, ma anche della regia, il risultato spesso non va ad eguagliare lo straordinario lavoro fatto un anno fa. Un abbassamento di livello che combacia più o meno alla metà di questa nuova stagione. Il finale infatti è coi fiocchi e tiene veramente lo spettatore incollato davanti allo schermo fino alla fine. Il fascino magnetico da serie tv Stranger Things lo ha da subito, sia chiaro, ma forse è proprio il doversi o volersi accodare a certe logiche consolidate nell’universo delle serie ad abbassarne la qualità (e così, come una profezia, in parte i miei presentimenti si sono avverati).

Jim Hopper indaga su di un campo di zucche misteriosamente marcito.

E’ innanzitutto l’indagine filmica ed investigativa sulla morte di Barbara Holland a costituire uno degli aspetti evitabili di Stranger Things 2. Non è da escludere che in questi termini sia stata l’ingiustificata enfasi con cui i fan hanno parlato di Barb, a convincere i fratelli Duffer a farla in qualche modo tornare presente. Il triangolo amoroso tra Nancy, Steve e Jonathan era prevedibilmente in procinto di poter danneggiare le cose e infatti un tira e molla in meno non avrebbe fatto male. In assoluto poi sono le intuizioni dei personaggi ad essere poco credibili, e con questo intendo che sono meno credibili dell’esistenza di mostri che vengono da sotto terra. L’acquisizione di una creatura aliena come animale domestico è un altro particolare che una serie come questa non aveva bisogno, dato che ne fa’ precipitare parzialmente la cupezza preferendogli dello scontato intrattenimento.

A Hawkins per Halloween ci si veste da Ghostbusters!

Fortunatamente la congeniale struttura breve a nove episodi impedisce che queste scelte pesino smodatamente. La scansione degli eventi, racchiusa in una settimana è una buona idea, anche se il montaggio spesso delude, creando delle stasi temporali un po’ scomode e poco fluide. Molto meglio quando Stranger Things non sensazionalizza ma rimane ancorata al suo modo di pensare, cioè quel limbo fumettoso tra scienza e divertimento, immaginato e messo in pratica dai ragazzini che si fanno aiutare più da Dungeons & Dragons che dalla razionalità dei grandi. Questa è una delle cose più belle di questa serie e così deve rimanere. A funzionare poi sono le contestualizzazioni, che non sono solo quelle reali ma anche quelle di ispirazione registica. Le citazioni si sprecano e sono scelte da veri romantici del cinema di una volta. L’immaginario purulento e terrificante di Alien è sempre presente e stavolta vive di momenti presi spudoratamente da Aliens – Scontro Finale (tra l’altro nel cast si aggiunge anche Paul Reiser, che è stato Burke, il funzionario della compagnia che tradisce Ripley nel secondo film della saga). Il ravvio del sistema elettrico nel laboratorio non può non ricordare Jurassic Park al cinefilo più esigente ed attento, così come l’avvicinamento notturno tra Nancy e Jonathan non può non essere preso da quello tra Harrison Ford e Kate Capshaw in Indiana Jones E Il Tempio Maledetto.

A parte qualche strafalcione quindi la seconda parte è elettrizzante e riuscita grazie ai dialoghi di qualità, che si parli di scontri o di incontri. Come se ad un certo punto i fratelli Duffer avessero deciso di impegnarsi veramente per proporre qualcosa di diverso dal solito e di emotivamente coinvolgente. Stranger Things quando vuole sa emozionare, grazie ai suoi giovanissimi interpreti che, attraverso l’unione, figlia del clima di ottimismo e solidarietà di It, Stand By Me e I Goonies, pedala verso l’avventura. Carina, ma un gradino sotto la prima, che mi aveva entusiasmato di più.

Zanini Marco

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