Sleazer – Fall Into Disgrace – Terremoto heavy power dalle Marche.

12Sleazer – Fall Into Disgrace

 

Anno: 2017

Provenienza: Italia

Genere: Heavypower

Membri: Andrea Vecchiotti – basso e voce; Clemente Cattalani – chitarra; Diego Sbriscia – basso; Amedeo Paolini – batteria; Edoardo Artibani – chitarra

Casa discografica: Inferno Records

 

  1. A Falling Overture
  2. Heroes Of Disgrace
  3. Straight On Your Way
  4. Legion Of The Damned
  5. Faded Dream
  6. King Of Nothing
  7. Sabbath Lord
  8. Sleazer
  9. Fall Again
  10. Deserter

 

Gli Sleazer nascono nel 2011. Dopo qualche concerto e via vai di musicisti nel 2014 pubblicano il demo Heroes Of Disgrace con una formazione maideniana a 3 chitarre. E’ però del 20 Febbraio di questo anno il loro primo disco, Fall Into Disgrace. Le chitarre ora sono 2, ma poco importa perché l’impatto sonoro degli Sleazer è sempre devastante. Infatti, dopo l’intro synth A Falling Overture, spudoratamente anni ’80, è subito chiara la potenza sonora del gruppo marchigiano. Heroes Of Disgrace un po’ sorprende, visto che ad un primo impatto logo ed intro avevano fatto pensare a certo hard’n heavy scandinavo, che andava tanto negli ultimi anni. Invece ci troviamo di fronte un assalto heavy metal potente ed energizzato da suoni vitaminici. L’attacco è indubbiamente terremotante e condito da pregevoli spunti di chitarra, con chiari riferimenti vocali agli Iron Maiden. Andrea Vecchiotti chiaramente non è Bruce Dickinson, ma non è certamente questo che si chiede al cantante e bassista degli Sleazer. Tuttavia la sua voce non risulta particolarmente originale o coinvolgente. Il plauso maggiore di questa corposa canzone va sicuramente alle musiche ben eseguite e ai suoni. Complessivamente niente di particolarmente originale. Con Straight On Your Way mi tornano in mente buoni gruppi heavy metal recenti come Striker e Leather Heart, il metal energico e melodico dei nostri non è lontano da quello di questi gruppi. Anche qui meglio le musiche della voce. Legion Of The Damned cerca di proporre qualche variazione sul tema con uno speed metal capace di coesistere con la prepotente natura del gruppo. In questo caso gli Sleazer adoperano un ritornello mistico e baritonale, che ricorderà a qualcuno il power metal tradizionale di Blind Guardian e Gamma Ray. Si fanno ricordare soprattutto gli assoli del notevole duo Cattalani – Artibani.

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Le due tracce seguenti sono le migliori del disco ed anche le uniche che ho trovato davvero degne di nota. Faded Dream e King Of Nothing dimostrano infatti che il quintetto, quando vuole, ha una certa creatività. Nella prima i toni vengono rallentati producendosi in una semi ballata molto anni ’80. I vortici di chitarra solista sono di prima scelta e finalmente possono contare su di un supporto vocale adeguato. Il ritornello rapisce e conquista. Ottima! King Of Nothing invece si basa su un riff semplice ma molto efficace. Le chitarre si superano nuovamente in assoli fulminanti ed ispirati circondando un ottimo saggio di commistione hard rock – heavy metal. Un pezzo carico e muscoloso che vi farà venire voglia di uscire di casa e mandare tutti a fanculo. Peccato gli Sleazer non continuino su questa strada, proprio ora che stavo iniziando ad esaltarmi! Arriva il momento di evocare Satana quindi i marchigiani imbastiscono una mitragliata power metal guidata da un basso cupissimo che farebbe felice anche il John Carpenter de Il Signore Del Male. Fin qui tutto bene, ma Sabbath Lord alla fine risulta forse un po’ già sentita e il ritornello non è particolarmente convincente. Fall Into Disgrace si avvicina alla conclusione con la normale Sleazer e con Fall Again, che nonostante il bellissimo e nostalgico inizio, smentisce le buone premesse uniformandosi ad un heavy metal poco originale. L’andamento si riconcilia anche nella finale Deserter, un power metal senza accenti particolari da segnalare.

Con una coppia di chitarristi di questo genere gli Sleazer sicuramente si fanno notare per la loro bravura tecnica e la conoscenza dei propri strumenti; caratteristica appartenente a tutti i membri e alla produzione, davvero massiccia e azzeccata. Da un punto di vista creativo mi viene da dire che i nostri si accontentino di produrre qualcosa di poco innovativo, rimanendo molto legati ad un canovaccio vecchia scuola. Questo ci sta, in fin dei conti nel passato sono stati scritti grandi capolavori, ma per scriverne altri ci vuole più farina del proprio sacco. Due gli episodi degni di essere ricordati: Faded Dream e King Of Nothing. Ripartire da qui ed approfondire il discorso sarebbe un’ottima idea!

Voto: 5

Zanini Marco

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