RECENSIONE ROBIN DELLE STELLE – Carlos Trillo – Enrique Breccia

RECENSIONE FUMETTO ROBIN DELLE STELLE

 

Robin delle stelleTitolo originale: El peregrino de las estrellas

Sceneggiatore: Carlos Trillo

Disegni: Enrique Breccia

Uscita: lancio story dal 17 aprile 1978 nel n°15 anno IV° al 26 marzo 1979 n°5 anno V° per un totale di undici episodi.

Robin delle stelle è un piccolo, grande capolavoro. Un piacere per la mente e per la vista, le cui tavole disegnate da Enrique Breccia possono definirsi vere opere d’arte da incorniciare, soprattutto a colori.

Per chi non lo conoscesse mettiamo due righe simboliche su Enrique Breccia:  è nato a Buenos Aires il 26 ottobre 1946. Figlio d’arte di Alberto Breccia (Montevideo 15 aprile 1919 – Buenos Aires 10 novembre 1993).

Ma tra padre e figlio il tratto grafico è decisamente diverso, segno che il figlio non punta a imitare il padre ma solo seguirlo nella professione. Le sue prime opere risalgono al 1966 per la rivista infantile argentina Billiken.

Tra le sue opere più mature citiamo (poiché si avvalgono dello stesso sceneggiatore di Robin delle stelle):  “Il segno azzurro”. La sua abilità grafica è presente non solo nei fumetti ma anche nei romanzi per ragazzi dove l’editore ha richiesto a lui alcune tavole illustrate.

Robin delle stelle esiste anche in un unico volume rilegato a colori edito da “Euracomix” editoriale Eura edito nel gennaio 1989 che è quello che ho letto io.

La versione italiana è a cura di Stelio Rizzo e Sergio Loss.

Robin delle stelle è fantascienza e fantasia equilibrata in un mix dove tutto sommato è la seconda a predominare.

SIamo agli albori del XVIII° secolo, Robin è il capitano di un galeone,  ma la collocazione temporale non ha alcuna importanza.

Come Alice entra nel paese delle meraviglie cadendo in un buco all’interno della tana del coniglio, così il galeone precipita in un buco nel mare, per trovarsi a viaggiare non più nell’acqua ma nello spazio infinito, dove la fantasia non conosce limiti o confini.

Il genio di Trillo  inventa che il galeone, assenza di vento, per esser governato avrà bisogno dell’utilizzo di un flauto magico, che a seconda dell’altezza delle note porterà la nave da una parte o dall’altra.

Robin e il suo striminzito equipaggio (sono tre in tutto), voleranno sulle ali della fantasia e della fantascienza, facendo conoscenza con gli abitanti di mondi diversi e uguale al nostro, dove tutto è possibile.

Un fumetto a tratti filosofico dove c’è spazio anche per interrogarsi sui grandi perché della vita, senza però la pretesa di dare una risposta più complessa del necessario.

Interessante notare come, in Robin delle stelle, faccia la sua presenza un robot dalle fattezze perfettamente umane e umana anche al tatto, decisamente precursore per l’epoca.

Importante per l’ottima riuscita della storia il ruolo dello sceneggiatore Carlos Trillo, i cui testi riescono a farti passare delle struggenti malinconie a qualche buon sorriso divertito.

Per chi non lo conoscesse Carlos Trillo (Buenos Aires 1° maggio 1943 – Londra 8 maggio 2011) è tra i più noti autori del panorama internazionale. Salito agli onori della cronaca con “Loco Chavez” con i disegni di Horatio Altuna comparso sul quotidiano argentino Clarin dal 1975 al 1987. Trillo ha una mente così versatile che riesce a fondere i suoi testi in perfetta armonia con il pensiero del disegnatore dando vita a testi e opere imperdibili come appunto Robin delle stelle, la cui unica pecca è che pur avendo ampi margini per sviluppare un numero infinito di storie si è fermato dopo soli undici uscite/capitoli, lasciandoci presto orfani di un’opera senza eguali.

Sandra Pauletto

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