Recensione : L’uomo che parlava alle pietre – di E. Ceragioli.

L’uomo che parlava alle pietre – di E. Ceragioli. Illustrazioni di E. De Giorgi

pietreL’uomo che parlava alle pietre è l’ultimo romanzo di Elide Ceragioli, dottoressa in neuropsichiatria infantile con una grande passione: la scrittura. Il suo primo romanzo è “la libertà delle foglie morte” (2011) cui seguono molti altri lavori, tra i quali spicca il racconto “il presepe di Francesco” (2016), edito a sostegno delle vittime del terremoto.

L’uomo che parlava alle pietre” è un romanzo tenero e delicato, nonostante il crudo tema trattato, reso ancora più accattivante dalle splendide illustrazioni di Elena De Giorgi.

La vicenda si svolge durante l’età della pietra, uno scenario già di per sé inusuale per un racconto “serio”, quasi di formazione, e segue principalmente le vicende della giovane coppia formata da Ola e Uta, che hanno appena avuto un bambino: Pua.

L’incipit e la prima parte della narrazione sono paragonabili a una cupa coltre che cala sul lettore senza pietà: com’era la vita umana migliaia di anni fa? Cosa c’era nel mondo, quando non c’era niente? La risposta, non molto confortante ma assolutamente credibile, è una sola. C’era la paura. C’erano l’istinto di sopravvivenza e l’uomo guerriero che cercava di proteggere il resto della famiglia o della comunità, C’era la paura dell’ignoto e anche di quello che un po’ si conosceva, c’era la morte appostata dietro l’angolo, pronta a colpire e portarsi via chiunque. C’erano sciamani buoni e cattivi, donne che conoscevano la proprietà delle erbe guaritrici, e madri che cercavano di cogliere nel primo gorgheggio del proprio neonato il significato del suo nome segreto.

Ben presto la narrazione si allarga a mostrarci altre comunità, altre vite, altre usanze. E da qui, come per magia, nel libro si dipanano altre sottotrame, che in realtà fanno parte di un’unica, grande storia: quella dell’essere umano e della sempiterna lotta tra le forze del bene e quelle del male.

Infatti, mentre guardiamo con tenerezza la crescita e le prime grandi scoperte di Pua, dobbiamo anche scendere a patti con la realtà malvagia di altri uomini, con la sottomissione di intere comunità, con la consapevolezza che i protagonisti, prototipi della Famiglia nel senso più ampio del termine, possano essere distrutti dalla brama di potere che, come tutti sappiamo, è nata con l’uomo stesso.

Ed è proprio questa bramosia che prende forma in uno spietato antagonista, il quale, fino alla fine della lettura, farà di tutto per contaminare la purezza e la magia buona che lavorano incessantemente per la vita. Non mancano avvincenti scene d’azione e di battaglia, raccontate con sguardo lucido e attendibile attraverso gli occhi di vari personaggi. La lettura di questo romanzo, consigliatissima, è un’immersione totale nella Vita stessa, un simulacro ancestrale dell’esistenza dell’essere umano su questa terra.

Il sentimento predominante durante questa lettura, è l’autentico desiderio di partecipare alla vita dei personaggi, perché il libro è innanzitutto una dolcissima ode alla vita, alla maternità, alla famiglia e alla comunità intesa come culla d’amore e protezione.

Didi Agostini.

2 Risposte a “Recensione : L’uomo che parlava alle pietre – di E. Ceragioli.”

  1. GRAZIE!!!
    Una recensione che coglie in pieno e a fondo l’essenza del romanzo, esprimendo esattamente quello che l’autrice vuole trasmettere e che il lettore non può che percepire e far suo.

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