RECENSIONE – LA DISTANZA PIÙ BREVE – VINCENZO MAIMONE

RECENSIONE – LA DISTANZA PIÙ BREVE – VINCENZO MAIMONE – FRATELLI FRILLI EDITORI

 

Vincenzo Maimone con “La distanza più breve” porta a cinque romanzi che vedono protagonista l’accoppiata Costante & Serravalle. In particolare questo romanzo sazia l’attesa di chi precedentemente aveva letto “Sicilia terra bruciata”, (Fratelli Frilli Editori), essendone chiaramente il seguito.

La serie completa è costituita da

“Un nuovo inizio”. – Sampognaro & Pupi

“L’ombra di Jago”, sempre per la Sampognaro & Pupi.

“La variabile Costante”, Fratelli Frilli editori

“Sicilia terra bruciata” nel 2016. Fratelli Frilli editori

e il nuovo uscito “La distanza più breve” Fratelli Frilli editori

 

Va detto quindi che “La distanza più breve” non è un libro a sé e per apprezzarlo pienamente è consigliabile  partire almeno da Sicilia terra bruciata, per quanto, l’autore tra le pagine cerchi di mettere in pari anche chi si avvicina alla storia partendo dal “capitolo finale”.

“La distanza più breve affronta”, come spesso capita agli scrittori siciliani (Vincenzo Maimone è di Messina), la collusione tra mafia e  politica, dai pesci grossi a quelli  sempre più piccoli, confermando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che nella realtà siciliana, e sicuramente in tutto lo stivale, la mafia continua i suoi traffici, pressoché indisturbata.

La distanza più breve è un romanzo noir dalle parentesi filosofiche, chiara impronta del suo autore laureato in filosofia nonché professore nella città di Catania.

Il flusso del racconto è spesso introspettivo ma non mancano le scene adrenaliniche visto che i due protagonisti danno la caccia ad un serial-killer responsabile (nel volume precedente) di diverse morti tra cui l’uccisione di  un parente di uno dei due protagonisti.

È importante dire che questo romanzo, a differenza del precedente, non ha un finale aperto, dettaglio fondamentale, per chi come me non ama i libri che ti costringono ad aspettare un seguito per sapere come andrà a finire.

Il romanzo scorre via con le sue duecentoquattro pagine grazie alla prosa lineare e mai forzata dell’autore e, per chi gradisce, la presenza importante delle parti in dialetto siciliano, a caratterizzare maggiormente alcuni personaggi.

Curiosa la figura del demone socratico, un escamotage geniale dell’autore sul quale non voglio spoilerare nulla, ma che dà un tocco di originalità a tutto il romanzo.

La distanza più breve (disponibile anche in formato digitale) lascia addosso qualcosa di buono. Vincenzo Maimone è sicuramente un autore che con la penna sa il fatto suo.

Sandra Pauletto

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